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#Kubo e la spada magica

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Travis Knight propone il suo primo lavoro, Kubo e la spada magica, il film d’animazione in sala dal 3 novembre distribuito dalla Universal.

Kubo è un giovanissimo cantastorie dalle incredibili doti magiche e musicali. Dando vita a splendidi origami narra le vicende del valoroso Hanzo, suo padre, e dei nemici che ha dovuto fronteggiare per difendere suo figlio, sacrificando perfino la sua stessa vita. Sfuggendo alla vista di sua madre quando il sole è calato, Kubo risveglia le ire di coloro che lo cercano ed è costretto a fuggire per mettersi in salvo.

Lontanissimo dal suo debutto (trasparente) al cinema con UHF di Jay Levey, Travis Knight passa alla regia per un film d’animazione in grado di sorprendere e far crollare una serie di preconcetti, sensazioni e supposizioni da sala d’attesa. Insomma, il rischio è di restar in sala a guardare un mucchio di sciocchezze che annoiano perfino i bambini, magari in una di quelle fredde sere autunnali in cui viene spontaneo dire “ma chi me l’ha fatto fare!?” mentre ci si congela tornando a casa.

Knight inserisce nella sua nipponica vicenda elementi originali ed interessanti. Riferimento diretto alla capacità di Kubo d’animare fogli di carta ripiegati fino a formare graziose figure di guerrieri, animali e bestie feroci. Ottima è la costante presenza della musica suonata dallo shamisen. Adorabilmente perfide sono le due zie cattive del piccolo Kubo, tetre ed oscure, concepite bene anche nei suoni e nelle risate, personaggi che per certi versi sembrano venuti fuori da uno scenario di Burton. Progetto impreziosito dalla collaborazione di Rooney Mara, Charlize Theron, Matthew McConaughey e Ralph Fiennes che danno voce ai personaggi scritturati da Haimes.

Stupisce in positivo la sensibilità con cui è trattato il rapporto madre-figlio. Più in generale l’intero lavoro di Knight pone un particolare accento sull’importanza del sacrificio spinto dall’amore.

Un vero peccato dover aggiungere che la narrazione si semplifica procedendo verso la fine, bistrattata, un po’ lasciata a se stessa; il finale lo percepiamo frettoloso.

Poco credibile la semplicità con cui Kubo si sbarazza del nemico finale, il nonno cattivo che prende le forme di un vermone malefico volante. Si poteva davvero fare a meno della nota banalmente paternalistica e risolvere la vicenda con espedienti migliori.

Un film d’animazione adatto a bambini e non. Promosso.

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