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#La mia vita da zucchina

#La mia vita da zucchina

Il nuovo film d’animazione di Claude Barras ci racconta la vita del piccolo Zucchina intessendo una trama semplice, divertente ma riflessiva, che accontenta anche gli adulti.

Zucchina, rimasto orfano, viene mandato in una casa famiglia. Grazie all’amicizia di altri ragazzini dalle storie più disperate , riuscirà a superare le difficoltà e a guardare avanti senza dimenticare il suo passato, con occhi positivi.

Il sudare su un progetto ripaga sempre. Il film girato completamente in stop motion di Barras non a sproposito è stato definito un gioiellino. Sono serviti otto mesi circa per la sua realizzazione e la mano scrupolosa dei suoi realizzatori è quasi palpabile. Barras ama le sue creazioni e con altrettanto amore le mostra al pubblico. Pubblico importante, annotiamo, perché “La mia vita da zucchina” è stato presentato durante la Quinzaine des Réalisateurs, festival parallelo a quello di Cannes.

Per l’animazione dei bellissimi pupazzi di Barras è stato scelto non proprio un tipo a caso. Kim Keukeleire ne è il burattinaio, già noto per lavori come Galline in fuga e Frankenweenie di Tim Burton. La sceneggiatura è affidata a Céline Sciamma, innamorata del progetto e commossa dagli stessi personaggi per cui compone dialoghi.

La mia vita da zucchina stupisce per la semplicità con cui sa manovrare temi difficili. Probabilmente i bimbi al cinema potrebbero perdersi su alcuni passaggi burocratici, che definiscono le adozioni, parlano di denaro o di donne immigrate che sono state costrette a lasciare il paese perché rispedite a casa. Molto divertente quando inscena i tentativi dei ragazzini d’afferrare cosa sia esattamente il sesso, come lo si fa e quali siano le sue conseguenze, sfumatura apprezzabilissima che va a far schiudere un uovo, crepa quella campana di vetro entro cui molto spesso alcuni film d’animazione si muovono, tappando ogni possibile fuoriuscita di temi etichettati come “Taboo”. La trama istruisce su come continuare a guardare avanti, cosa che ai bambini quasi sempre viene bene e che da adulti risulta particolarmente difficile. Amicizia, amore, comprensione dell’altro e richiesta d’aiuto. Tutto ciò che i genitori da mattino a sera cercando d’insegnare ai propri figli.

Il genere in questione è oramai inscalfibile, gode di vita propria e non vogliamo più farne a meno dei “passo uno” dal marcato realismo drammatico-fanciullesco. Detto questo indirizziamo bambini e non alla visione di “La mia vita da zucchina”.

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