Siamo giunti all’epilogo di una delle serie targate Netflix Italia più avvincenti di sempre, in grado di emozionare dalla prima puntata e tenere col fiato sospeso migliaia di spettatori fino alla fine.
Eh si, perché la terza stagione di Suburra sarà l’ultima in assoluto e già tutti noi ne sentiamo la mancanza.
Grandi ritorni caratterizzano quest’ultimo atto, in primis quello di una grande personalità protagonista della prima stagione, il capo del clan sinti degli Anacleti Manfredi (Adamo Dionisi) e che, uscito dal coma, si vede spodestato da leader della famiglia dal fratello minore Spadino (Gabriele Ferrara), sposato con la bella Angelica (Carlotta Antonelli) e in attesa del suo primogenito.
Come Roma comanda, c’è sempre da speculare per le principali bande che dominano la città e questa volta ancora di più grazie all’arrivo di un evento che porterà molto denaro nelle tasche di queste ultime: il Giubileo.
Quindi, Chiesa, politica e criminalità organizzata vanno nuovamente di pari passo senza rinunciare ai propri interessi.
Così Aureliano Adami (Alessandro Borghi) e Alberto Anacleti, aiutati dal potere politico di Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), solidificheranno il loro patto ancora di più ma non tutto andrà secondo i piani.
Come già per le precedenti stagioni, una recitazione magistrale di attori del calibro di Alessandro Borghi, Gabriele Ferrara ed Adamo Dionisi rendono Suburra “la serie delle serie”, catalogandola come vera eccellenza del “Made In Italy” della nota piattaforma streaming.
La location è sempre la stessa: Roma, bella e malinconica ormai lacerata e rassegnata al potere della criminalità organizzata che ne carpisce ogni essenza.
Ideata dagli sceneggiatori Barbara Petronio e Daniele Cesarano, Suburra è una di quelle produzioni che non è capace di deludere ma amareggia in caso di dipartita di un personaggio perché questi ultimi hanno la capacità di entrare nel cuore dello spettatore, rendendolo partecipe dell’azione quasi fino a farlo immedesimare.
Il tutto è sicuramente aiutato dall’immancabile dialetto romano che arricchisce la scena di pathos e drammaticità.
In quest’ultima scoppiettante stagione, inoltre, viene consolidato il potere alle donne (già percepibile nel secondo capitolo) e riconoscibile soprattutto nella figura di Angelica, la quale è sempre più convinta di non avere l’amore che meriterebbe da Spadino, rassegnandosi così al ruolo di moglie “di facciata”.
Quello che è certo è che, con la sua fine, Suburra è una di quelle serie che mancherà a tutti, fan e non, ma è stata notevolmente apprezzata la scelta degli autori di interromperla al momento giusto, proprio per permettere a questa produzione di non morire tra scene trite e trascinate a stento. Ed è per questo che rimarrà per sempre nei nostri cuori.
Suburra La Serie è in streaming su Netflix dal 30 ottobre 2020.