A cosa serve l’arte contemporanea? E quali cambiamenti può instillare nella società e in chi la abita? Sono solo alcune delle questioni affrontate dal vulcanico e instancabile Hans Ulrich Obrist nel libro A che cosa serve l’arte, scritto con Gianluigi Ricuperati, in uscita per la collana Cartabianca di Marsilio Editori il 16 maggio (pp. 176, euro 16,00, brossura con alette, mm 122×205).L’autore di oltre tremila interviste si svela raccontando incontri, personaggi, libri e mostre che lo hanno formato, contribuendo a farlo diventare l’attuale curatore di fama mondiale. Nel nostro tempo pochi hanno affinato l’arte di fare domande come Hans Ulrich Obrist. Fin da quando all’età di 17 anni è partito per il suo primo Grand Tour in Europa, il curatore e critico non ha mai smesso di conversare con architetti, scienziati, filosofi, artisti, musicisti e scrittori. Ogni incontro è sempre sfociato in un dialogo che aggiunge un tassello in più alla sua appassionante ricerca su quale sia il ruolo dell’arte contemporanea e mostra come, in un’epoca caratterizzata da fenomeni estremi, tecnologici e sociali, gli artisti siano a tutti gli effetti sismografi viventi.
Il libro, scritto insieme a Gianluigi Ricuperati, costituisce il racconto di un originale approccio all’arte, tracciando la biografia intellettuale di un uomo «giovane e antico, elegante e dinoccolato, distratto e attratto da tutto ciò che emerge come invenzione assoluta». Obrist si sofferma sugli incontri con quelle figure e quegli autori che hanno contribuito a formare la sua identità in continua evoluzione: da Francis Bacon a Michelangelo Pistoletto, da Gustave Metzger a Hèlène Cixous, da Félix Fénéon a Domenique Ganzales-Foerster, da Fischli e Weiss a Édouard Glissant, fino all’ultimo capitolo dedicato alla sua compagna, l’artista Koo Jeong A.
Le sue interviste compongono una conversazione infinita che arricchisce ogni volta quella che Obrist definisce la cassetta degli attrezzi con cui realizzare mostre spaziando dall’ambiente al metaverso. Pagina dopo pagina si comprende sempre di più come sia necessario «saper leggere e saper dialogare con la parte più acuta e qualitativa dell’arte contemporanea, se si vogliono capire meglio il mondo, gli altri e il futuro». Emerge così la potenzialità dell’arte, quella che afferma che il cambiamento è possibile e che l’utopia non è un sogno, ma un progetto non ancora realizzato, inconcepibile finché non viene annunciato.
Dagli aneddoti personali alla riflessione sul suo lavoro, Obrist accompagna il lettore in un coinvolgente cammino fatto di progetti capaci di portare alla luce gli aspetti più latenti del panorama artistico degli ultimi decenni.
Hans Ulrich Obrist (1968), svizzero, è tra i più celebri curatori al mondo. Attualmente dirige la Serpentine Gallery di Londra. È autore di diversi libri e cataloghi, tra cui Fare una mostra (2020) e Vite degli artisti, vite degli architetti (2017).
Gianluigi Ricuperati (Torino, 1977), scrittore, saggista e curatore. Ha diretto Domus Academy e attualmente dirige la rivista internazionale e agenzia Nova Express.
Direttore responsabile di No#News Magazine.