«… vedo la città dove sono cresciuta, e mia madre e mio padre. Vedo le case in cui ho abitato, gli amici che ho avuto, le persone e gli animali che ho amato. Vedo le direzioni sbagliate che ho preso, i luoghi in cui sono stata, i posti in cui ho saltato alla corda, cantato e corso. Vedo lontano negli anni. Per poter godere di una simile vista, devi trovarti sulla cima di una montagna. La cima è difficile da raggiungere – quassù tira un forte vento, è pericoloso e ci si sente soli – ma è la cima, e non c’è altro posto dove andare»
È il racconto dell’intera vita di una donna.
Non una donna qualsiasi.
Una donna che, in un’epoca in cui non era facile affermarsi ha saputo vivere l’amore e lasciarlo libero di andare via.
Ha dedicato la propria vita al bene degli altri.
E come tutti, ad un certo punto, ha tirato le somme di quanto e come ha vissuto.
Dalla cima di una montagna ci guida alla scoperta del suo passato, non nascondendoci paure, illusioni, sogni, speranze e tristezze.
Ad accompagnarci in questa “visita” c’è un insolito bambino. Insieme a lui ascolteremo il racconto che Matilda fa della propria vita.
E da questo racconto scopriremo che l’amore non può vivere nel recinto ai margini di una foresta, nemmeno se è vista mare. L’amore ha bisogno di libertà.
Ogni desiderio che esprimiamo, ogni scelta che facciamo hanno un prezzo, spesso molto alto. L’importante però è difenderli a testa alta, contro tutto e tutti, perché l’amore vale sempre la pena di essere vissuto, anche quando fa soffrire.
Non è una lettura molto allegra, a tratti risulta angosciante e triste. Però è un bel libro che si legge tutto d’un fiato.
Racconta una grande e bella storia.
È un libro da leggere, non fosse altro che per la splendida traduzione.