Duke si racconta e scrive della sua musica. Ci conduce in giro per il mondo, ammettendo però di essere un pessimo turista e di non avere mai visitato monumenti celebri nonostante la sua permanenza nella città in questione.
Il curatore dell’ edizione ci avvisa: prestate attenzione durante la lettura dell’ autobiografia perché potreste incontrare un’ affermazione e dopo poche righe leggerne tutto il contrario. Duke che immagina e che quindi si prende la licenza di stravolgere la realtà poco prima affermata.
Grandiosa qualità: attirare a sé tutte quelle persone in grado di fornirgli i giusti consigli sulla vita e sulla sua professione. Le giuste dritte per decidersi nelle scelte e per liberarsi dalle difficili circostanze. Perché non sempre scegliere è un facile privilegio.
Ellington chiamato Duke da un amico che amava circondarsi da cose e persone portatrici di bellezza: “Duke” avrebbe portato valore e preziosità alla persona del giovane musicista.
Diari africani, indiani, asiatici, americani e sud americani. Mondiali. E dettagliati elenchi dei Personaggi del dramma, così lui stesso chiama i capitoli riguardanti le persone che ha incontrato durante la sua brillante vita professionale.
Impossibile non soffermarsi sulla sua toccante visione del jazz: impensabile stravolgerne le parole.
“Il jazz è un albero stranissimo. Germoglia contro il clima sfavorevole senza sosta. Nessuno lo ha mai avvertito dei rischi dell’ età adulta. I suoi rami si dispiegano in tutte le direzioni con pieghe gentili e melodiche. L’ alba a oriente li sveglia, una dolce rugiada li culla e li nutre, l’ occidente li tiene sotto incantesimo, nella speranza che il tramonto glorioso rimanga un minuto di più, coi suoi rosa, arancione, rossi e viola”.
Il jazz visto inoltre come una Città. La Città del Jazz. C’è chi vi entra con facilità ed immediatezza , chi invece vi rimane dinanzi riluttante e pauroso. I suoi abitanti sono in gamba. “Non è un luogo preciso.. è ovunque si trovi quel sound….”.
Riflessioni su Dio e sulla vita notturna contornata da un prezioso velluto blu.
Se ci domandiamo cosa sia la musica per noi e cosa siamo senza la musica, chissà se risponderemmo come Duke.
(“La musica è tutto”).
No#News Magazine è il periodico dell’ozio, non nell’accezione oblomoviana del temine, ma piuttosto in quella dell’Antica Roma dell’otium, ovvero del tempo (libero) da impiegare in attività di accrescimento personale. L’ozio, quale uso ponderato del tempo.
Una luogo di analisi e dibattito (senza essere troppo pomposi) sulle numerose sfaccettature e forme che la cultura può assumere e della pienezza di emozioni che questa può dare.
Una rivista che osserva e narra il fermento delle “nove arti” e che indaga la società odierna al fine di fornire approfondimenti meditati e di lungo respiro.