SONS: Ser o No Ser, la nuova creazione della compagnia catalana La Fura dels Baus, arriva alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 28 novembre al 14 dicembre 2025. Lo spettacolo, già applaudito a Buenos Aires e Málaga, porta per la prima volta in Italia un’esperienza teatrale che ridefinisce il concetto stesso di rappresentazione scenica. Non ci sono poltrone, non c’è palco tradizionale: il pubblico sta in piedi per 65 minuti, libero di muoversi nello spazio aperto, mentre gli attori volano sopra le teste, camminano tra la folla, abbracciano chi ricambia il gesto. Chi accetta di sporcarsi del fango che ricopre i performer diventa parte viva di un rito collettivo che cambia a ogni replica.
Quando Amleto nasce dalla plastica
La Fabbrica del Vapore si trasforma in una cattedrale industriale dove il celebre monologo “essere o non essere” diventa un atto di nascita. Il regista Carlus Padrissa, co-fondatore della compagnia, racconta una delle scene più potenti: un uomo confezionato sottovuoto nella plastica come un prodotto da supermercato pronuncia le parole shakespeariane e sceglie di essere, strappando l’involucro come fosse una placenta. È un’immagine viscerale che denuncia il potere manipolatorio dei media e riafferma il valore dell’esperienza diretta, mentre Ofelia emerge da un sacco della spazzatura e Amleto si risveglia da una bara.
Il teatro che fa volare
Dopo circa vent’anni dedicati all’opera lirica con allestimenti più tradizionali, la Fura torna alle origini con azioni dirompenti che costringono il pubblico a correre, spostarsi, voltarsi, guardare in alto. La compagnia catalana, fondata a Barcellona nel 1979, ha rivoluzionato due pilastri dell’arte drammatica: lo spazio teatrale, portandolo in luoghi non convenzionali, e il pubblico, trasformato da osservatore passivo a protagonista attivo. La loro identità si fonda sull’utilizzo di materiali naturali e industriali, una forte fisicità e il coinvolgimento totale degli spettatori.
L’allestimento milanese prevede corde e strutture verticali che permettono agli attori di sollevarsi e volare, mentre video a 360 gradi, scenografie digitali e suono surround creano un cortocircuito sensoriale. Durante lo spettacolo verranno utilizzati acqua, fumo e luci stroboscopiche. Otto attori emergenti della scena milanese si uniranno al cast dopo un laboratorio formativo, secondo la tradizione furera di lavorare con persone del territorio.
L’eredità di una tribù teatrale
Tre ragazzi di Moià, un piccolo paese catalano, allestirono la prima mostra d’arte della regione dopo la morte di Franco, ma il sindaco la chiuse per contenuto osceno. Era il 1979. Partirono per la più anarchica Barcellona con un carro e un mulo, attraversando le città catalane per improvvisare teatro di strada. Nel 1984 debuttò Accions, inquietante e provocatorio, seguito dalla direzione artistica della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. In Italia restano memorabili le repliche al Teatro Smeraldo di Milano e l’allestimento di Tannhäuser al Teatro alla Scala nel 2010.
SONS mescola l’Amleto shakespeariano con Macchina Amleto di Heiner Müller e La vita è un sogno di Calderón de la Barca, affrontando capitalismo, crisi ambientale e fragilità umana in un mondo iperconnesso. “Il nostro è un teatro che provoca e fa secernere adrenalina”, dichiara Padrissa. “Il messaggio più importante è vivere e agire con proattività. Il teatro dà la forza di comunicare, di unirsi, di dire insieme agli altri no o sì”.
L’esperienza alla Fabbrica del Vapore non è uno spettacolo da guardare seduti comodamente: è un invito a scegliere di essere, a rinascere in un’epoca satura di immagini e passività. Molti spettatori decidono di tornare, pensando di potersi lasciar coinvolgere maggiormente. Perché ogni replica è diversa, come diverso è ogni corpo che attraversa quello spazio trasformato in rito collettivo.
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