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Quando l’arte abbandona il piedistallo umano

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La Fabbrica del Vapore di Milano ospita dal 22 ottobre al 27 novembre “Invocazioni. Divenire Animale”, prima tappa italiana della quinta edizione di BIENALSUR, la biennale internazionale che da Buenos Aires disegna una cartografia dell’arte contemporanea su scala globale. Curata da Benedetta Casini, storica dell’arte che vive a Buenos Aires e coordina progetti per il MUNTREF, la mostra collettiva riunisce tredici artisti da tre continenti per interrogarsi su un tema cruciale: cosa accade quando l’essere umano rinuncia alla sua presunta superiorità e si apre alla possibilità di divenire altro?

Il richiamo degli spiriti invisibili

Il titolo del progetto affonda le radici in una conferenza che lo psicoanalista James Hillman tenne a Caracas nel 1994, La Cultura y el Alma Animal. Hillman parlava di invocazione come gesto che decentra il soggetto umano, uno sguardo laterale capace di ignorare l’ego per aprirsi agli altri abitanti del mondo. La teoria dell’invocazione diventa richiamo a presenze invisibili, gesto capace di spostare lo sguardo oltre le logiche antropocentriche. Un’urgenza che attraversa le opere esposte: dai dipinti di Carla Grunauer, dove figure antropomorfe abbandonano la postura eretta per esplorare il terreno “con il naso prima che con gli occhi”, alle fotografie di Bruna Esposito in cui gli occhi di diverse specie di pesci interpellano direttamente lo spettatore, invertendo la traiettoria dello sguardo.

Corpi che mutano, gerarchie che crollano

L’esposizione milanese propone un atlante di metamorfosi: artisti come Marta Roberti, Valentina Furian e Bekhbaatar Enkhtur immaginano ibridazioni tra corpi umani e non umani, mentre Elena Mazzi, Helena Hladilová e Calixto Ramirez esplorano modi di muoversi, osservare ed esistere come cetacei, rettili o uccelli. Nella videoproiezione di Allora & Calzadilla prendono la parola i pappagalli Amazona Vittata in via di estinzione, ribaltando il silenzio a cui la cultura dominante li ha condannati.

Non mancano sguardi critici sul desiderio umano di dominare l’alterità animale: le opere di Michela de Mattei e Lia Chaia indagano l’affettività unidirezionale che trasforma gli animali in oggetti passivi. Il lavoro di Jonathas de Andrade evoca invece le interazioni personali tra umani e non umani su cui si fondano le culture animiste, ma anche la violenza spesso mascherata da sentimentalismi che opera all’interno di un sistema antropocentrico.

Una biennale che attraversa continenti

BIENALSUR, sviluppata dall’Universidad Nacional de Tres de Febrero, si caratterizza per una modalità diffusa che non si limita a un solo luogo espositivo ma si espande su più città a livello globale. La quinta edizione è partita il 26 giugno da Bogotá e ha toccato il Museo Reina Sofía di Madrid, per poi approdare in Italia. Dal 12 novembre Roma diventerà un altro centro nevralgico del progetto Invocazioni, con mostre a Palazzo Braschi, all’Ambasciata del Brasile e all’Ambasciata di Spagna. Il percorso italiano coinvolge anche Napoli, dove Pablo La Padula dialoga con le collezioni anatomiche del MUSA, Biella con la residenza artistica alla Fondazione Pistoletto Cittadellarte, e Matera presso la Fondazione SoutHeritage.

L’ingresso alla Fabbrica del Vapore è gratuito, un dettaglio che rispecchia la filosofia democratica di BIENALSUR: l’arte come vettore di trasformazione ed emancipazione, non come privilegio riservato a pochi. In un’epoca di crisi ambientale e sociale, la mostra milanese propone una sfida radicale: ripensare il nostro posto nel mondo attraverso un pensiero non antropocentrico, ricettivo agli insegnamenti della natura, capace di riconoscere dignità significante a tutti gli esseri viventi.

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