Milano si arricchisce di un nuovo locale che unisce micro-gastronomia, brace e vini naturali. Il 26 novembre apre Bar Sandøy in via Melzo 3, proprio accanto al fratello maggiore Røst, il ristorante nordico che dal 2018 ha conquistato Porta Venezia. Sandøy rappresenta un approdo autonomo nell’arcipelago gastronomico immaginato dall’imprenditore francese Hippolyte Vautrin, già noto per progetti come Kanpai e Lafa.
L’isola disabitata che ispira il nuovo bar
Il nome non è casuale. Sandøy è un’isola disabitata delle Lofoten, di fronte a Røst, legata alla storia del naufragio di Pietro Querini nel 1432, l’episodio che diede origine alla tradizione italiana del baccalà. Se Røst è strutturato e complesso, Sandøy si presenta come un luogo di passaggio: senza prenotazioni, dove assaggiare dieci piatti diversi in piedi, accompagnati da un calice di vino naturale raro.
Brace, piattini e spirito basco
Il format è quello dei pintxos baschi e dei bacari veneziani: si ordina al bancone, si lascia il nome e si attende la chiamata. La cottura alla brace domina la cucina, esaltando verdure e proteine. Tra i piatti icona: baccalà in carpione, bocconi di pollo chimichurri e cannolicchi con burro affumicato. I prezzi vanno dai 3 ai 15 euro per i piatti, mentre i calici partono da 7 euro. La carta dei vini, curata da Andrea Cigalotti, privilegia giovani produttori italiani in continua evoluzione.
Un interno che conserva la memoria
Lo spazio progettato da Vudafieri-Saverino Partners mantiene pavimenti e muri originali degli anni Sessanta dell’ex negozio di materiale elettrico. Toni rossi, neri e colori terra caratterizzano l’ambiente raccolto. Travi in acciaio a mezza altezza sostengono una collezione di trenta manifesti vintage raccolti in tutta Europa, alternando passato e contemporaneità in un gioco visivo che richiama la filosofia del locale.
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