Mens sana in corpore sano – una mente sana in un corpo sano – è una celebre locuzione del poeta latino Giovenale divenuta di uso comune per sottolineare come mente e corpo siano interconnessi tra loro e si influenzino vicendevolmente. Prendersi cura del proprio corpo, al pari della propria mente è, quindi, fondamentale per stare bene ed essere in salute.

La stessa OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”. Tale definizione evidenzia come la salute non possa essere circoscritta al solo benessere fisico e inserisce l’aspetto psicologico a pieno titolo tra i fattori fondamentali che la condizionano. Del resto, corpo e mente sono strettamente collegati tra loro e ne sono riprova le reazioni fisiologiche provocate dagli stati emotivi. Arrossire per l’imbarazzo, sbiancare di paura, sudare freddo dallo stress, sono solo alcuni dei modi con cui il corpo dà voce alle emozioni. La pelle, in particolare, è il luogo privilegiato in cui la mente si manifesta nel corpo: nessun altro organo reagisce, infatti, alle sollecitazioni psichiche in modo tanto rapido ed espressivo quanto la pelle.

La pelle, al confine tra corpo e mente

La pelle o cute è l’organo più vasto del nostro organismo, si estende per quasi 2m² e costituisce oltre il 15% del peso totale corporeo. Non è semplicemente un tessuto di rivestimento, ma svolge un ruolo chiave nell’omeostasi dell’organismo. Grazie alla sua funzione termostatica, immunitaria, secretiva e respiratoria, la cute protegge il corpo e gli consente di mantenere costanti e ottimali le proprie condizioni interne al variare di quelle ambientali.

La pelle è anche luogo di confine e di incontro: rappresenta il limite tra il sé e il non sé e il primo punto di contatto con l’altro e l’ambiente. Attraverso l’epidermide, lo strato più superficiale della cute, l’organismo riceve informazioni tattili e sensoriali e, a sua volta, è in grado di esprimere emozioni e sensazioni, in uno scambio continuo e bidirezionale con la realtà esterna.

Ogni centimetro quadrato della nostra pelle possiede, infatti, circa 130 recettori tattili che ci permettono di leggere il mondo che ci circonda e interagire con esso. Per questo la cute è anche la parte del corpo più esposta all’altro, è la sede degli abbracci e delle carezze e una zona di incontro ravvicinato e intimo.

Pelle e psiche: unite da un legame profondo

La pelle, proprio per la sua funzione fisica di contenimento, protezione e definizione del corpo, rappresenta una linea di confine con l’esterno e può essere vista come un’estensione corporea della psiche.

Il legame tra pelle e mente è, infatti, rintracciabile fin nelle primissime fasi di sviluppo dell’individuo. Tra i cinque sensi il tatto è il primo a formarsi ed è, per il feto, il principale mezzo di contatto con l’ambiente uterino e con la madre. Inoltre, la pelle e il sistema nervoso derivano dallo stesso foglietto embrionale, l’ectoderma, e per questo sono destinati a mantenere una correlazione profonda per tutto l’arco della vita dell’individuo.

Disturbi psicosomatici: quando il corpo racconta un disagio interiore

Essendo accomunati dal medesimo substrato biologico, la pelle e il sistema nervoso sono strettamente collegati. La cute è, inoltre, un organo con una forte espressività e l’unico tessuto del corpo umano a essere visibile all’esterno; per questo è una delle aree più interessate dalla somatizzazione, un fenomeno che porta a esprimere su un organo o un apparato corporeo una sofferenza psichica mediante la comparsa di sintomi fisici ricorrenti.

“I disturbi psicosomatici sono così definiti in quanto vedono il coinvolgimento sia della psiche, mente, che del soma, corpo. Sono fenomeni caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici di diversa natura che non trovano riscontro in una condizione medica definita. Con buona probabilità, essi scaturiscono da una difficoltà emotiva dell’individuo e sono quindi di matrice psicologica. I fenomeni psicosomatici spesso fanno la loro comparsa quando l’organismo è sottoposto a una condizione di stress e angoscia che si protrae sul lungo periodo. Altre volte, invece, possono essere conseguenza della difficoltà a riconoscere,  esprimere e liberare le proprie emozioni. Anche stati d’ansia trascinati nel tempo, difficoltà a gestire la rabbia o rancori irrisolti possono portare all’insorgere di questa tipologia di disturbi. Non sono dunque le emozioni in sé a determinare la comparsa di fenomeni psicosomatici, bensì un’esposizione prolungata condizioni di estrema sofferenza emotiva. Quando l’individuo si trova a vivere situazioni di stress o di sofferenza che perdurano nel tempo oppure ha difficoltà a processare un evento traumatico, come una perdita, un lutto o un abbandono, il disagio che ne deriva può trovare una propria via di espressione e sfogo nel corpo, attraverso la manifestazione dei disturbi psicosomatici”ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio Unobravo.

Oltre alla cute, i disturbi psicosomatici possono interessare molte altre aree del corpo, come l’apparato gastrointestinale, cardiocircolatorio e urogenitale. La somatizzazione può anche causare disturbi neuromuscolari, quali cefalea, emicrania, formicolii, tremori da ansia e dolori muscolari. La forte correlazione che intercorre tra sistema nervoso e cute fa però sì che la pelle sia un’area particolarmente soggetta alle patologie psicosomatiche.

“Nessun organo più della pelle è capace di raccontare chi siamo e dare voce alla nostra individualità. Proprio per gli stretti rapporti che intercorrono tra sistema nervoso e cute, questa risulta essere un canale privilegiato di comunicazione ed espressione emotiva, soprattutto in presenza di una condizione di malessere interiore. I disturbi psicosomatici della pelle sono proprio questo: una manifestazione della psiche in cui un disagio psicologico si traduce in una sintomatologia cutanea”, ha aggiunto la Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris.

Cute e manifestazioni psicosomatiche: cosa vogliono dirci le malattie della pelle?

La pelle è oggetto di studio da parte di medici e psicologi da oltre mezzo secolo. Oggi sappiamo che la cute non è una barriera statica, ma un complesso tessuto sensoriale che comunica con il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario e la sua salute è, pertanto, strettamente legata al corretto svolgimento di tutte tre queste funzioni. Stress, distress psicologico e vissuti emotivi complessi da gestire possono compromettere il delicato equilibrio tra questi sistemi e agire come elementi scatenanti nello sviluppo di malattie cutanee. In particolare, un ruolo importante è giocato dalla relazione tra ansia e ormoni. Quando siamo stressati il corpo produce degli ormoni chiamati, per l’appunto, dello stress. Una volta rilasciati nel circolo sanguigno, questi arrivano alla cute, rendendola più secca, sensibile e facilmente arrossabile. In alcuni casi, queste lievi manifestazioni cutanee possono esacerbarsi e dare vita a vere e proprie patologie. Alcune delle somatizzazioni più diffuse sono: iperidrosi, prurito, orticaria cronica, acne, dermatite, psoriasi, eczema atopico, herpes, alopecia areata, verruche e irritazioni croniche. A volte, i disagi psicologici possono anche trovare una propria espressione esteriore nei comportamenti autolesionisti aventi come oggetto il corpo e la cute. L’onicofagia, la dermatillomania o la tricotillomania (disturbo da strappamento di peli e/o capelli) spesso non sono altro che una manifestazione esteriore di squilibri che hanno un’origine ben più ampia e profonda.

“La pelle è il teatro dove le nostre emozioni prendono vita. Dermatiti, pruriti e sfoghi sono spesso dei segnali da cogliere, oltre che delle patologie da curare. In moltissimi casi, si può ravvisare una stretta correlazione tra il disagio psichico esperito e la sua manifestazione corporea. Nel caso di un lutto o di esperienze traumatiche, per esempio, un disturbo che insorge di frequente è l’alopecia areata, che si manifesta con la caduta dei capelli a ciocche. Attraverso l’alopecia elaboriamo la fine di un legame e comunichiamo il nostro malessere più profondo. Le dermatiti sono, invece, dei processi infiammatori che interessano la cute causando prurito, vescicole, gonfiore e arrossamenti. Spesso raccontano delle nostre difficoltà ad aprirci e a stabilire un rapporto intimo con l’altro. Anche la psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle. È una condizione cronica e si presenta nella forma di chiazze eritematose ricoperte di squame. A livello simbolico la psoriasi può essere vista come una corazza protettiva. Di frequente dà voce a un bisogno acuto di porre una barriera tra noi e il resto del mondo, un tentativo di difenderci dalle minacce esterne e di proteggere la nostra interiorità. Attraverso queste e altre manifestazioni psicosomatiche della cute, il corpo sembra, quindi, invitarci all’autoriflessione e ad una presa di coscienza di noi, delle nostre paure, ansie e preoccupazioni”, ha dichiarato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

Trattamento e cura dei disturbi psicosomatici

La psicosomatica è quella branca della medicina e della psicologia clinica volta a ricercare la connessione tra un disturbo somatico e la sua possibile causa di natura psicologica. Abbraccia una visione olistica del corpo e concepisce l’essere umano come un’inscindibile unità psicofisica. La psicosomatica ci permette di rintracciare i legami tra emozioni e sentimenti da un lato e disturbi e patologie dall’altro, dandoci delle mappe interpretative. Prendersi cura di un disturbo psicosomatico significa infatti, in primis, prendersi cura della persona nella sua totalità. Per questo motivo è fondamentale che ciascun paziente venga valutato sia dal punto di vista psicologico che fisiologico, al fine di individuare la presenza di eventuali disturbi emotivi e valutare l’influenza di questi sul quadro clinico.

Tu non sei corpo e mente, sei corpomente – recitava il maestro spirituale indiano Osho. Nella cultura occidentale siamo, invece, stati abituati a guardare al corpo e alla mente come a due entità separate, può quindi risultarci complesso imparare a concepirle come un unicum e accettare che un sintomo fisico possa essere spiegato anche alla luce di fattori psicologici. A questo si aggiunge che i disturbi psicosomatici sono tutt’oggi ancora circondati dal pregiudizio e ciò induce molte persone a credere che queste patologie siano frutto dell’immaginazione e dell’autosuggestione. Il fatto che l’insorgere di problemi fisici possa essere, almeno in parte, riconducibile a delle difficoltà psicologiche, non significa che il disturbo non sia reale. Per questo è essenziale non trascurarne mai la componente medica e ricorrere a cure farmacologiche, qualora fosse necessario. Optare per un approccio integrato, che vada ad investigare sia la componente fisica che quella psichica, può essere molto efficace nella cura dei disturbi psicosomatici. Infatti, laddove le cure mediche vanno a lavorare sui sintomi fisici, l’intervento psicologico esplora le cause che hanno portato all’insorgenza della somatizzazione. La psicoterapia è uno strumento prezioso nel trattamento delle patologie psicosomatiche, infatti, è solo addentrandoci in noi stessi e nelle nostre emozioni che possiamo identificare l’origine profonda del problema ed estirparlo. Con Unobravo è possibile svolgere sedute online con terapeuti specializzati in questi disturbi. Per prima cosa, è necessario riuscire a distinguere le cause di natura organica da quelle di derivazione psichica. Sotto la guida di un professionista, si partirà da un’analisi fisiologica dei sintomi per poi arrivare gradualmente a una lettura psicologica e relazionale del disturbo. La somatizzazione è spesso il riflesso esteriore di un conflitto che ci lacera internamente, è quindi indispensabile andare a investigare la situazione esistenziale che ha portato all’insorgere iniziale dei sintomi. La terapia, in particolare quella comportamentale, permette al paziente di mettere in relazione le situazioni che gli creano delle difficoltà con le proprie abituali reazioni fisiche, emotive e di comportamento. Una volta stabilito il nesso situazione-reazione, il terapeuta può aiutare il paziente a scardinare eventuali dinamiche disfunzionali e aprire la via a nuove modalità di reazione.

Infine, spesso il corpo manifesta attraverso sofferenze e disagi fisici ciò che non riesce ad accettare ed esprimere a parole. Se, da un lato, le emozioni represse sono nemiche della salute e la principale causa della somatizzazione, dall’altro la mente è il più potente strumento di guarigione a nostra disposizione. Imparare ad abbracciare le proprie emozioni e lasciarle fluire è il primo passo da compiere per poter intraprendere un percorso di guarigione ed emancipazione dai disturbi psicosomatici”, ha concluso la Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.