Quello dell’integrazione alimentare è un argomento interessante che, qualche volta, può dare origine a fraintendimenti.
Alcuni, per esempio, sono convinti che gli integratori siano dei farmaci. Non c’è nulla di più sbagliato. “Sia da un punto di vista legislativo, che linguistico, l’integratore non è un farmaco, ma un concentrato di sostanze nutritive il cui scopo è integrare (eventuali) carenze della nostra dieta e non ha una funzione curativa. Quando però una patologia è correlata alla mancanza di un determinato nutriente l’integratore diventa automaticamente curativo“, afferma il Prof. Arrigo Cicero, Professore di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso l’Università di Bologna, Presidente del SINut e Coordinatore del Comitato Scientifico di VitaVi.
Consapevole che l’integrazione alimentare, associata a uno stile di vita sano, contribuisca al mantenimento o al miglioramento della nostra salute, con l’aiuto del Prof. Cicero, VitaVi ha voluto approfondire il tema sfatando (o confermando) qualche mito.
Gli integratori alimentari non servono realmente, sono palliativi. FALSO
Grazie agli integratori puoi mangiare quello che vuoi. FALSO
“L’integratore dovrebbe colmare una carenza, per cui chi segue una dieta completa ed equilibrata non avrebbe necessità di una supplementazione. In realtà questo avviene raramente, poiché la vita frenetica che conduciamo spesso non ci consente di nutrirci in modo appropriato. Consumare pochi carboidrati integrali, a favore di dolci e grassi, determinerà, per esempio, a una carenza di vitamine del gruppo B, che dovrebbero essere reintegrate. Tuttavia, gli integratori, non possono compensare gli effetti negativi di uno stile di vita non corretto. Se fumiamo, non facciamo sport, mangiamo in maniera sconsiderata, possiamo assumere gli integratori migliori del mondo, ma questo compenserà solo in parte il danno che stiamo arrecando al nostro organismo. Quando l’integratore è utilizzato in un contesto di stile di vita sano potrà più facilmente bilanciare quelle piccole e medie carenze che si possono sviluppare quotidianamente“.
Uomini e donne possono assumere gli stessi integratori. VERO e FALSO
“Uomini e donne possono avere esigenze funzionali differenti nelle diverse fasi della vita. Nella prima infanzia, in termini di necessità specifiche, non ci sono particolari discrepanze. Nella fase adolescenziale, solitamente le ragazze hanno maggiori necessità di ferro (ed eventualmente di vitamine B12 e C, ed acido folico) in concomitanza con il menarca. Nel momento della gravidanza, la donna ha necessità di supplementare acido folico, e, quasi sempre, calcio e vitamina D. Quindi, con la menopausa compaiono esigenze specifiche per tamponare la sintomatologia perimenopausale (estrogeni vegetali/fitoestrogeni, regolatori naturali del tono dell’umore) e a fini preventivi (calcio, vitamina D, aminoacidi essenziali). Successivamente, le esigenze tornano simili e da adattare alle specifiche necessità“.
Gli integratori alimentari aiutano a contrastare i processi di invecchiamento. VERO
“Le modalità di interazione nei processi di invecchiamento sono molteplici, si può intervenire in modo aspecifico, generico, o specifico” – continua il professor Cicero. “Ci sono molecole con azione antiossidante e antinfiammatoria, che in maniera aspecifica rallentano i processi di invecchiamento correlati allo stress ossidativo, una delle principali cause del declino cellulare nel nostro organismo. Altri integratori, invece, agiscono in maniera più specifica e sono finalizzati alla riduzione di un singolo parametro, che può favorire una sorta di invecchiamento patologico. Le vitamine del gruppo B, per esempio, interagiscono con il metabolismo dell’omocisteina, un aminoacido modificato, che nel nostro organismo tende a favorire i processi di iper-coagulazione del sangue, trombosi e accelerazione dell’arteriosclerosi. Inoltre, le persone anziane possono effettivamente avere carenze di nutrienti perché mangiano poco, trascorrono poco tempo al sole e quindi mancano di vitamina D, deglutiscono male.
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