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Le Vie di San Francesco: la spiritualità diventa patrimonio d’Europa

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Il vento dell’Umbria sussurra ancora le parole del Poverello di Assisi mentre attraversa le strade che ottocento anni fa videro i passi scalzi del santo più amato d’Italia. Quelle stesse vie oggi sono ufficialmente riconosciute come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, un prestigioso riconoscimento che giunge a pochi mesi dall’ottavo centenario della morte di San Francesco, che si celebrerà nel 2026.

Il 2 luglio 2025 ha segnato una data storica: le Vie di San Francesco hanno raggiunto un traguardo importantissimo entrando a far parte dell’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Un risultato che non rappresenta solo un riconoscimento formale, ma la celebrazione di un patrimonio spirituale e culturale che attraversa frontiere e secoli, unendo l’Europa intera sotto il segno della pace e del dialogo interreligioso.

Un cammino che abbraccia l’Europa

È un unico cammino per raggiungere Assisi sui passi di San Francesco, partendo da Nord (Firenze – La Verna – Rimini) o da Sud (Roma), ma la rete dei percorsi francescani si estende ben oltre i confini italiani. Dodici paesi europei sono oggi coinvolti in questo ambizioso progetto che collega monasteri, eremi, borghi medievali e sentieri di montagna, creando un ecosistema culturale senza precedenti.

È un cammino, un itinerario che collega tra loro alcuni “luoghi” che testimoniano la vita e la predicazione del Santo di Assisi; un “nuovo” percorso di pellegrinaggio, che intende riproporre l’esperienza francescana nelle terre che il Poverello ha calcato nelle sue itineranze. Non si tratta di semplici sentieri turistici, ma di vie della memoria che conservano l’impronta spirituale del santo che rivoluzionò la cristianità medievale.

Dal Santuario della Verna alle basiliche di Assisi

Il viaggio inizia spesso dal Santuario della Verna, arroccato sulle montagne dell’Appennino tosco-emiliano, dove Francesco ricevette le stimmate nel 1224. Una tappa molto lunga, altrettanto impegnativa per i saliscendi che muovono quasi tutti i 46 chilometri del percorso che ripercorre al contrario uno dei viaggi di Francesco, che dopo essersi spogliato di ogni proprietà davanti al vescovo di Assisi, si diresse a Gubbio.

Il Cammino di Assisi, 300 km sulle orme di San Francesco in Emilia Romagna e Umbria, attraversa paesaggi che sembrano dipinti dal pennello di Giotto: colline ondulate, borghi medievali perfettamente conservati, boschi secolari dove risuona ancora l’eco del Cantico delle Creature. Ogni passo su questi sentieri è un’immersione nella spiritualità francescana, un dialogo silenzioso con la natura che il santo amava definire “sorella” e “madre”.

Un pellegrinaggio moderno per anime antiche

Il cammino di Assisi, conosciuto anche come cammino di San Francesco o via di Francesco, è un pellegrinaggio che parte dall’eremo di Sant’Antonio di Montepaolo (Dovadola), presso Forlì e ha come meta Assisi. Ma il significato di questo viaggio va oltre la mera dimensione geografica: rappresenta un pellegrinaggio interiore che richiama pellegrini da tutto il mondo, credenti e non credenti, uniti dalla ricerca di senso e autenticità.

Il percorso principale si snoda attraverso l’Umbria verde, terra di santi e mistici, dove ogni borgo racconta una storia di fede e resistenza. Da Città di Castello a Perugia, da Gubbio fino alla meta finale di Assisi, i camminatori attraversano un paesaggio che è insieme museo all’aperto e santuario naturale, dove l’arte medievale si fonde con la bellezza incontaminata dell’Appennino centrale.

L’eredità francescana nel XXI secolo

Paolo Giulietti, presidente dell’Associazione Saint Francis Way, “il riconoscimento di St. Francis’ Ways come Itinerario culturale del Consiglio d’Europa è il coronamento di oltre dieci anni di impegno da parte di tutti i membri del network: cammini, università, luoghi della memoria”. Questo riconoscimento giunge in un momento storico in cui l’Europa cerca nuove forme di coesione e dialogo, trovando in Francesco d’Assisi un simbolo universale di pace e fraternità.

Il messaggio francescano, con la sua attenzione all’ambiente, alla povertà, al dialogo interreligioso, risuona oggi con straordinaria attualità. In un’epoca di crisi climatica e tensioni geopolitiche, le parole del santo che chiamava il sole “fratello” e la luna “sorella” offrono una visione alternativa del rapporto tra uomo e natura, tra sacro e profano.

Tra ricerca accademica e turismo sostenibile

Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa sono percorsi transnazionali che valorizzano il patrimonio europeo promuovendo diritti umani, diversità culturale, dialogo interculturale e sostenibilità ambientale. Le Vie di San Francesco incarnano perfettamente questi valori, rappresentando un modello di turismo responsabile che coniuga la scoperta del territorio con la crescita spirituale e culturale.

Il progetto si fonda su tre pilastri fondamentali: la ricerca accademica, che studia e valorizza il patrimonio francescano; la conservazione del patrimonio materiale e immateriale, che preserva luoghi e tradizioni; e i cammini di pellegrinaggio, che offrono un’esperienza diretta e trasformativa ai viaggiatori moderni.

Un ponte tra cielo e terra

Camminare sulle Vie di San Francesco significa intraprendere un viaggio che va oltre la mera esplorazione geografica. È un’esperienza che trasforma chi la vive, offrendo momenti di contemplazione e riflessione in paesaggi di rara bellezza. Ogni tappa del cammino è un invito a rallentare, a ritrovare il contatto con se stessi e con la natura, seguendo l’esempio del santo che scelse la povertà come via verso la ricchezza spirituale.

Il riconoscimento europeo consacra definitivamente le Vie di San Francesco tra i grandi cammini d’Europa, accanto alla Via Francigena e al Cammino di Santiago. Un traguardo che premia anni di lavoro e dedizione, ma che rappresenta anche un punto di partenza per nuove sfide e opportunità di crescita culturale e spirituale.

In un mondo sempre più frammentato e veloce, le Vie di San Francesco offrono un’alternativa autentica: la possibilità di riscoprire il valore del cammino lento, della meditazione in movimento, del dialogo con la storia e la spiritualità che hanno plasmato l’identità europea. Perché, come insegnava Francesco, “è camminando che si fa il cammino”, e questo cammino, oggi più che mai, unisce l’Europa sotto il segno della pace e della fratellanza universale.

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