Tra le colline verdeggianti del nord del Portogallo, dove i vigneti terrazzati del Douro disegnano geometrie perfette sui pendii, si erge uno spettacolo che cattura l’anima e sfida il corpo: il Santuário de Nossa Senhora dos Remédios di Lamego. Questa maestosa scalinata barocca, che si snoda per 686 gradini fino alla vetta del Monte Santo Estêvão, rappresenta uno dei più straordinari esempi di architettura religiosa portoghese e una delle esperienze spirituali più intense che la penisola iberica possa offrire.
Il santuario non è semplicemente un luogo di culto, ma un percorso iniziatico che trasforma il pellegrino durante la sua ascesa. Ogni gradino racconta una storia, ogni terrazzo svela un mistero, ogni fontana offre un momento di respiro prima di riprendere il cammino verso l’alto. Dalla strada centrale della città, la scalinata si presenta come una sfida monumentale, un invito irresistibile a intraprendere un viaggio che è allo stesso tempo fisico e metafisico.
La genesi di un capolavoro barocco
La storia del santuario affonda le radici nel lontano 1391, quando una modesta cappella dedicata a Santo Estêvão occupava già questo luogo benedetto. Nel 1568, il vescovo di Lamego Dom Manuel de Noronha autorizzò la demolizione dell’antica ermita per far spazio a una nuova costruzione dedicata a Nossa Senhora dos Remédios. Ma fu solo nel 1750 che il canonico José Pinto Teixeira pose la prima pietra dell’attuale santuario, un progetto così ambizioso da richiedere oltre un secolo e mezzo per essere completato, trovando la sua forma definitiva soltanto nel 1905.
L’edificio, realizzato interamente in granito locale, si distingue per l’eleganza del suo stile barocco, attribuito al genio creativo di Nicolau Nasoni, l’architetto italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nell’architettura portoghese del XVIII secolo. Le due torri campanarie, con le loro coperture bulbose, conferiscono al santuario un profilo inconfondibile che domina il paesaggio circostante, visibile da ogni angolo della città sottostante.
L’epopea dei gradini sacri
L’ascesa al santuario è un’esperienza che mette alla prova tanto il fisico quanto lo spirito. I 686 gradini si distribuiscono su nove livelli magnificamente decorati, ognuno dei quali offre un momento di contemplazione e di riposo. La scalinata non è un semplice mezzo per raggiungere la meta, ma costituisce essa stessa il vero protagonista di questo teatro sacro all’aria aperta.
Lungo il percorso, il pellegrino incontra fontane ornamentali, statue allegoriche e una ricca decorazione barocca che trasforma ogni terrazzo in un piccolo mondo a sé stante. Al quinto livello si apre il suggestivo Pátio dos Reis, dove un obelisco di 14 metri si erge maestoso, circondato dalle statue dei re di Israele che sembrano vegliare sui fedeli in cammino. Alla base della scalinata, quattro figure allegoriche rappresentano le stagioni dell’anno, simboleggiando il ciclo eterno della vita e della rinascita spirituale.
Un interno che rapisce i sensi
Varcata la soglia del santuario, il visitatore viene accolto da un tripudio di arte barocca e rococò che lascia senza fiato. L’interno, progettato secondo una pianta a croce latina, presenta una decorazione settecentesca di straordinaria ricchezza, dove l’oro zecchino si fonde armoniosamente con gli stucchi azzurri e bianchi che rivestono le pareti.
Gli altari laterali raccontano episodi della vita della Vergine attraverso una narrazione visiva che coinvolge tutti i sensi. La luce filtra attraverso le vetrate colorate, creando giochi cromatici che mutano con il passare delle ore, mentre l’incenso diffonde nell’aria profumi che elevano l’anima verso dimensioni superiori. La talha dourada, l’arte portoghese della doratura su legno, raggiunge qui vertici di raffinatezza che testimoniano la maestria degli artigiani dell’epoca.
Pellegrinaggio e tradizione vivente
Il Santuário de Nossa Senhora dos Remédios non è soltanto un monumento del passato, ma un centro di pellegrinaggio vivente che attira migliaia di fedeli ogni anno. La festa principale, che si celebra l’8 settembre, trasforma Lamego in un teatro di devozione popolare dove tradizione e fede si intrecciano in manifestazioni folcloristiche di rara intensità.
Durante questi giorni di festa, la scalinata si anima di processioni solenni, canti tradizionali e preghiere che echeggiano tra le pietre antiche. I pellegrini, molti dei quali percorrono i gradini in ginocchio come atto di devozione estrema, testimoniano la vitalità di una tradizione religiosa che attraversa i secoli senza perdere la sua forza spirituale. Il santuario diventa così un ponte tra il terreno e il celeste, un luogo dove il tempo sembra sospendersi e l’eternità diventa tangibile.
Lamego e i tesori del Douro
Il santuario si inserisce armoniosamente nel contesto storico e paesaggistico di Lamego, città che nel XVIII secolo conobbe un periodo di grande prosperità grazie alla produzione del celebre “vinho fino”, precursore del moderno vino di Porto. Già sede vescovile nel VII secolo sotto i Visigoti, Lamego conserva testimonianze di un passato glorioso che si riflette nei suoi monumenti e nelle sue tradizioni.
La posizione privilegiata della città, a circa 12 chilometri dalle rive del Douro, permette di ammirare alcuni dei paesaggi viticoli più spettacolari d’Europa, dove i vigneti terrazzati creano un mosaico di colori che muta con le stagioni. Dal santuario, lo sguardo spazia su questa valle benedetta, dove il lavoro dell’uomo e i doni della natura hanno dato vita a uno dei vini più pregiati al mondo.
Un’esperienza trasformativa
Visitare il Santuário de Nossa Senhora dos Remédios significa intraprendere un viaggio che va oltre il semplice turismo religioso o culturale. È un’esperienza che mette alla prova i propri limiti fisici durante l’ascesa, che nutre l’anima attraverso la bellezza dell’arte barocca, che eleva lo spirito contemplando i panorami mozzafiato che si aprono a ogni terrazzo.
La scalinata stessa diventa metafora della vita umana: ogni gradino rappresenta una sfida superata, ogni sosta un momento di riflessione, ogni livello raggiunto una conquista che avvicina alla meta finale. Non è un caso che molti visitatori descrivano l’esperienza come trasformativa, capace di fornire nuove prospettive sulla propria esistenza e sul rapporto con il sacro.
Il santuario di Lamego non è semplicemente una destinazione da visitare, ma un’esperienza da vivere pienamente, un invito a riscoprire il valore del cammino lento, della contemplazione e della ricerca interiore in un mondo sempre più frenetico e superficiale.
Racconto il mondo attraverso gli occhi di chi ama scoprire, esplorare e vivere esperienze autentiche. Dalle mete più celebri a quelle meno conosciute, approfondisco culture, tradizioni, paesaggi e storie locali, offrendo ai lettori una visione completa e coinvolgente del viaggio. Mi dedico a raccontare non solo le destinazioni, ma anche i modi di viaggiare, le emozioni, i suggerimenti pratici e le tendenze che animano il settore. Con uno stile fresco e narrativo, porto alla luce dettagli unici che ispirano a partire, con curiosità e apertura mentale. Per me, il viaggio è un incontro continuo con l’altro, un arricchimento personale e una fonte inesauribile di ispirazione, e attraverso i miei articoli cerco di trasmettere questa passione a chi desidera scoprire il mondo in tutte le sue molteplici sfaccettature.Reporter appassionata di viaggi in tutte le loro sfaccettature, racconto il mondo attraverso gli occhi di chi ama scoprire, esplorare e vivere esperienze autentiche. Dalle mete più celebri a quelle meno conosciute, approfondisco culture, tradizioni, paesaggi e storie locali, offrendo ai lettori una visione completa e coinvolgente del viaggio. Mi dedico a narrare non solo le destinazioni, ma anche le modalità di viaggio, le emozioni, i consigli pratici e le tendenze che animano il settore. Con uno stile fresco e coinvolgente, porto alla luce dettagli unici che ispirano a partire con curiosità e apertura mentale. Il viaggio per me è incontro, arricchimento personale e fonte inesauribile di ispirazione, e attraverso i miei articoli trasmetto questa passione a chi desidera scoprire il mondo in tutte le sue sfumature.


