Milano si veste di bellezza in modo inedito.
Per la prima volta nella storia della Pinacoteca di Brera, la moda entra ufficialmente tra i capolavori dell’arte italiana, creando un dialogo sorprendente tra tessuti e pennellate, tra drappeggi contemporanei e volti rinascimentali.
Dal 24 settembre all’11 gennaio 2026, oltre centoventi creazioni di Giorgio Armani abitano le sale che ospitano opere dal Medioevo all’Ottocento. È “Giorgio Armani: Milano, per amore”, una celebrazione dei cinquant’anni della maison che trasforma il museo in un teatro di emozioni senza precedenti.
Il maestro dello stile tra i maestri dell’arte
“C’è un momento, entrando nella sala VII della Pinacoteca di Brera, in cui si trattiene il fiato. Accanto alla sacralità della Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, si erge un abito da sera blu, di un’intensità quasi ultraterrena”, racconta perfettamente l’atmosfera magica che avvolge il visitatore.
Non è una semplice esposizione di abiti, ma una rivoluzione silenziosa che ridefinisce i confini tra arte e moda. Gli abiti invisibili – come li definisce lo stesso Armani – si materializzano su manichini trasparenti, evocando corpi attraverso la pura bellezza delle forme.
Brera, casa dell’anima milanese
Giorgio Armani ha sempre confessato il suo amore viscerale per questo quartiere, dove ha scelto di vivere e lavorare, attrattato da quell’anima duplice che mescola cultura ed energia vitale. Un legame così profondo che l’Accademia di Belle Arti gli riconobbe già nel 1993, conferendogli il titolo accademico per la coerenza della sua ricerca stilistica.
“Giorgio Armani rappresenta al massimo grado il carattere di Milano”, dichiara Angelo Crespi, Direttore della Pinacoteca. La sua creatività si è sempre espressa nell’essenzialità e nel rigore delle forme, un rigore che da estetico è diventato etico, permeando ogni aspetto del suo modo di creare.
Un viaggio tra contrasti e armonie
La selezione proviene dall’ARMANI/Archivio e racconta la varietà di temi e codici che rendono inconfondibile il lavoro del maestro: la rilettura della sartorialità, il senso unico della decorazione, l’amore per i colori neutri ma mai piatti. Ogni capo rivela ricchezze inaspettate di lavorazioni, trattamenti e ricami, segni di un estro misurato che cambia la definizione stessa di sobrietà.
L’esposizione celebra l’universo creativo di Giorgio Armani attraverso una selezione di abiti d’archivio che ripercorrono l’evoluzione del brand nel corso dei decenni, creando un ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
La mostra riunisce per la prima volta abiti esposti in precedenza presso Armani/Silos e altre importanti istituzioni museali mondiali, arricchendo la selezione con nuove scoperte tratte dall’archivio privato.
L’arte di vestire il tempo
Trasmettere conoscenza attraverso l’esperienza diretta era e rimane la vocazione della Pinacoteca, inaugurata nel 1809. Oggi, per la prima volta, questa missione include la moda, riconosciuta come centrale per comprendere le società di ogni epoca.
Storia pittorica e storia del costume si intrecciano, invitando il visitatore a lasciarsi sorprendere da contrasti cromatici e materici che parlano di un’Italia capace di reinventarsi senza perdere la propria identità.
Direttore editoriale di nonewsmagazine.com | Il magazine dell’ozio e della serendipità.
Direttore responsabile di No News | La free press dell’ozio milanese.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare agli amori sofferti tra le campagne inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo, c’è chi lo chiama “il fondamentalista del Loggione”. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita, tuttavia, rimane la Tosca.