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#Vissi d’arte, Vissi d’amore all’Arena di Verona

#Vissi d’arte, Vissi d’amore all’Arena di Verona
Il cartellone della 95° stagione operistica dell‘Arena di Verona si completa con la prima della Tosca di Giacomo Puccini.

Angelotti, console della caduta Repubblica Romana, evaso dalla prigione di Castel Sant’Angelo si rifugia nella cappella della Marchesa Attivanti, sua sorella, ove incontra il pittore Mario Cavaradossi, che riconoscendolo promette di aiutarlo. Alle calcagna di Angelotti c’è il capo della polizia Scarpia che, intuendo il supporto del pittore nell’occultamento del console, con uno stratagemma fa sì che Tosca, amante di Cavaradossi, conduca Spoletta il fedele servitore di Scarpia al luogo dell’appuntamento.

Di Angelotti non vi è l’ombra, ma Cavaradossi viene arrestato e torturato, costringendo Tosca ad essere testimone delle strazianti grida di dolore dell’amato, fino a che questa capitola e rivela il luogo in cui questi si cela. Condotto via Cavaradossi, Scarpia propone a Tosca di salvargli la vita dando ordine di procedere ad una fucilazione simulata. Dopo aver redatto un salvacondotto per i due amanti, mentre è bramoso di possedere Tosca, viene da lei pugnalato a morte.

Tosca si reca in carcere ad annunciare a Cavaradossi la loro imminente salvezza, spiegandogli che dovrà sottoporsi ad una finta fucilazione. La donna, piena di speranza, assiste all’esecuzione ma, quando si avvicina all’amato, scopre con orrore l’inganno di Scarpia. Cavaradossi è stato realmente giustiziato. Mentre irrompono i soldati per arrestare la donna, non le resta che raggiungere Mario gettandosi dal torrione di Castel Sant’Angelo.

La scenografia elaborata da Hugo de Ana, risulta al contempo sobria ed imponente, ci troviamo davanti ad un maestoso busto semovente, che ritrae l’Arcangelo Michele svettante sulla mole capitolina. Sublime il corale cui assistiamo sul Te Deum a conclusione del primo atto che rapisce per la solennità e l’impatto visivo. Non si può poi non essere rapiti dall’abbandono emotivo di Susanna Branchini nell’aria Vissi d’arte, Vissi d’amore che sottolinea l’acme drammatico delle scene centrali del secondo atto o l’amaro cordoglio di Carlo Ventre in E lucean le stelle in apertura dell’atto conclusivo.

Si potrebbe parlare per ore di quest’opera, che non è mistero sia una delle mie preferite, in cui il dramma dell’amore perseguitato si snoda su una trama ricca di colpi di scena che tengono lo spettatore in costante tensione e interesse. E se Tosca, nella sua sontuosità viene rappresentata nel più grande teatro a cielo aperto, non si può non parlare di magia. Se inoltre mentre Tosca intona

È luna piena
e il notturno effluvio floreal
inebria il cor! – Non sei contento?

si solleva la testa oltre le gradinate e si osserva il nostro satellite effettivamente pieno che rischiara la scena, è l’idilio.

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