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Maido Milano: quando lo street food giapponese incontra i manga anni Ottanta

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Maido, dopo il trasloco, si trova ora in via Savona 1, a due passi dall’intensa movida dei Navigli. Varcare la soglia di questo locale significa attraversare una porta dimensionale che porta direttamente a Osaka, la seconda città più grande del Giappone che rivendica orgogliosamente il titolo di capitale gastronomica del Paese. Ma per chi è cresciuto negli anni Ottanta davanti alla televisione, significa soprattutto ritrovarsi nel mitico ristorante di zio Marrabbio, quello di Kiss Me Licia, dove le frittate profumate facevano da sfondo alle avventure romantiche di Mirko e dei Bee Hive.

Il locale è rivestito di legno, con un arredamento che non ricorda gli altri giapponesi tradizionali: tavoloni comuni anche per chi mangia da solo, cucina a vista e un’atmosfera che trasforma il pranzo o la cena in un’esperienza diretta, dove attraverso la grande vetrata si può osservare e ammirare la preparazione del piatto in tutte le sue fasi. Non ci sono fronzoli né tovaglie di lino: posate in legno compostabili e tovaglioli di carta sottolineano la filosofia dello street food autentico, quello che si consuma velocemente ma che lascia un ricordo indelebile.

L’okonomiyaki, la vera star del menù

Okonomiyaki significa “come piace a te”, e questa frittata giapponese merita davvero di essere personalizzata secondo i propri gusti. Si tratta di una ricchissima frittata di farina, uova e croccante verza, cotta su teppan, una piastra rovente su cui sfrigolano anche altri ingredienti. La versione più tipica, quella con pancetta di maiale, presenta consistenti pezzi di carne croccante che si sposano perfettamente con la dolcezza della verza.

Ma è il condimento finale a fare la differenza: salsa okonomi, maionese giapponese, scaglie di bonito e fiocchi d’alga che per effetto del calore compiono una curiosa danza volatile. Guardare quelle scaglie muoversi sul piatto caldo è uno spettacolo che affascina tanto quanto il sapore intenso e avvolgente di questa preparazione. I prezzi oscillano tra gli 8 e i 9 euro a seconda della farcitura scelta: gamberi, spinaci e formaggio, o il classico uovo all’occhio di bue.

Il menù tra tradizione e innovazione

L’offerta di Maido non si esaurisce con l’okonomiyaki. Gli onigiri di Sailor Moon sono presenti, triangoli di riso avvolti nell’alga con ripieni che cambiano quotidianamente. La zuppa di miso, gli edamame, gli yakisoba – i noodles saltati alla piastra – completano un menù che resta fedele alla tradizione dello street food di Osaka senza rinunciare a qualche tocco di originalità.

Interessante è il rice burger, due fette di riso alla piastra inframmezzate da fettine di manzo marinato o dal pollo teriyaki, una versione orientale dell’hamburger che conquista per la sua semplicità e per il perfetto equilibrio tra consistenze diverse. Le polpette di polpo sono saporite e il piccolo rice burger al salmone è eccellente, confermando che la qualità degli ingredienti fa la differenza.

Anche i dessert meritano attenzione: i daifukumochi, bon bon a base di farina di riso dai gusti assortiti, in particolare quelli al sesamo e ai fagioli rossi, e gli yukimi daifuku, i mochi con cuore di gelato, chiudono il pasto con una nota dolce e inaspettata per chi non conosce la pasticceria giapponese.

Un’esperienza autentica e accessibile

Per un pasto completo si spendono circa 20 euro, un rapporto qualità-prezzo che rende Maido accessibile anche per una pausa pranzo veloce. Non è un posto dove si passa la serata: si entra, si ordina, si mangia e si va. Il servizio è rapido, l’atmosfera informale, perfetto per chi cerca autenticità senza compromessi.

Il locale è intimo e accogliente con posti limitati, quindi è consigliabile arrivare negli orari meno affollati o prenotare.

Da Maido si respira quella stessa atmosfera che ha reso celebri i manga e gli anime degli anni Ottanta: semplicità, genuinità e la capacità di trasformare ingredienti poveri in qualcosa di straordinariamente buono. È un viaggio gastronomico che vale la pena intraprendere, con la certezza di tornare a casa con il sorriso e la voglia di rivedere una puntata di Kiss Me Licia.

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