Quando si parla di cocktail italiani che hanno conquistato il mondo, il Bellini occupa un posto d’onore nel pantheon della mixology internazionale. Questo elegante aperitivo rosa, nato dalla creatività di un barman veneziano, rappresenta la perfetta sintesi tra tradizione italiana e raffinatezza cosmopolita. La sua semplicità disarmante nasconde una complessità sensoriale che ha saputo attraversare decenni senza perdere il suo fascino originale.
Storia del cocktail
La storia del Bellini inizia nel 1948 presso l’iconico Harry’s Bar di Venezia, quando Giuseppe Cipriani inventò questo cocktail che sarebbe diventato uno dei simboli dell’arte italiana del bere. L’Harry’s Bar, fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, era già diventato un punto di ritrovo per aristocratici, scrittori, pittori e personalità del jet set internazionale.
Il nome del cocktail non è casuale: Cipriani intitolò il cocktail al pittore veneziano Giovanni Bellini per via del suo colore rosato che gli ricordava il colore della toga di un santo in un dipinto dell’artista. Questa ispirazione artistica riflette il legame profondo tra la cultura veneziana e la creazione di questo drink, dove l’arte pittorica del Rinascimento veneziano si fonde con l’arte della mixology moderna.
L’Harry’s Bar, dichiarato nel 2001 patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali, divenne rapidamente il tempio di questo cocktail, frequentato da celebrità come Ernest Hemingway, Charlie Chaplin e Orson Welles, che contribuirono a diffondere la fama del Bellini in tutto il mondo.
La genesi del cocktail racconta anche una storia di ingegnosità imprenditoriale: secondo alcune fonti, Cipriani si trovò con una fornitura eccessiva di pesche bianche del territorio veneto e decise di trasformare questa abbondanza in un’opportunità creativa, dando vita a quello che sarebbe diventato uno dei cocktail più imitati al mondo.
La ricetta classica
La ricetta originale del Bellini mantiene una semplicità che ne costituisce il vero segreto. Gli ingredienti sono solo due, ma la loro qualità e le proporzioni esatte fanno la differenza tra un semplice aperitivo e un’esperienza sensoriale memorabile.
Ingredienti:
- Purea di pesca bianca fresca: 5 cl
- Prosecco DOC: 15 cl
Preparazione:
- Selezionate pesche bianche perfettamente mature, dalla polpa dolce e profumata
- Sbucciate e denocciolate le pesche, quindi frullatele fino ad ottenere una purea liscia e omogenea
- Le proporzioni corrette prevedono 5 cl di purea di pesca e 15 cl di Prosecco
- In una flûte raffreddata, versate prima la purea di pesca
- Aggiungete lentamente il Prosecco ben freddo, mescolando delicatamente dall’alto verso il basso per non far perdere l’effervescenza
- Completate riempiendo il bicchiere con altro Prosecco senza mescolare ulteriormente
Il segreto della preparazione risiede nella temperatura degli ingredienti, che devono essere rigorosamente freddi, e nell’evitare di mescolare eccessivamente per preservare le bollicine del Prosecco. È consigliato consumare la bevanda fresca in giornata, preferibilmente nel periodo estivo quando le pesche raggiungono la colorazione ottimale.
La scelta del Prosecco è fondamentale: deve essere un DOC di qualità, preferibilmente extra dry, per bilanciare la dolcezza naturale della pesca. La texture vellutata della purea si fonde con l’effervescenza del vino, creando una sinfonia di sensazioni che danza sul palato.
Abbinamenti gastronomici
Il Bellini si rivela un cocktail di straordinaria versatilità negli abbinamenti, capace di esaltare diverse tipologie di piatti grazie al suo profilo organolettico delicato ma caratterizzato. La sua natura effervescente e il gusto fruttato lo rendono ideale come aperitivo, ma le sue potenzialità si estendono ben oltre il momento pre-prandiale.
Antipasti e stuzzichini: Il Bellini accompagna magnificamente i cicchetti veneziani tradizionali, dai baccalà mantecato alle sarde in saor. La sua freschezza bilancia la sapidità dei piatti di mare, mentre l’effervescenza pulisce il palato. Eccellente anche con taglieri di salumi delicati come prosciutto di San Daniele o bresaola, dove la dolcezza della pesca contrasta piacevolmente con la sapidità delle carni stagionate.
Primi piatti: Sorprendente l’abbinamento con risotti cremosi, in particolare il risotto ai porcini o quello all’amarone, dove l’acidità del cocktail bilancia la ricchezza del piatto. Si sposa bene anche con paste ai frutti di mare, dove la componente marina trova nel Bellini un complemento rinfrescante.
Dolci e dessert: L’abbinamento più naturale rimane quello con la pasticceria secca italiana: cantuccini, amaretti, biscotti da te. La versione più raffinata prevede l’accompagnamento con crostate alla frutta, gelati alla pesca o sorbetti, creando un continuum di sapori che esalta la componente fruttata del cocktail.
Formaggi: Inaspettato ma riuscito l’abbinamento con formaggi freschi come mozzarella di bufala, burrata o ricotta, dove la cremosità del formaggio si bilancia con l’effervescenza del drink. Ottimo anche con gorgonzola dolce, dove il contrasto dolce-sapido crea un equilibrio perfetto.
Il Bellini rappresenta molto più di un semplice cocktail: è un simbolo di stile italiano, un ponte tra tradizione e innovazione che continua a conquistare palati in tutto il mondo, mantenendo intatta quella magia veneziana che Giuseppe Cipriani seppe catturare in un bicchiere nel lontano 1948.
Direttore editoriale di nonewsmagazine.com | Il magazine dell’ozio e della serendipità.
Direttore responsabile di No News | La free press dell’ozio milanese.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare agli amori sofferti tra le campagne inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo, c’è chi lo chiama “il fondamentalista del Loggione”. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita, tuttavia, rimane la Tosca.