Immaginate di trovarvi in una piccola cittadina della Riviera Ligure, dove il profumo del mare si mescola a quello irresistibile di una specialità culinaria unica al mondo. Benvenuti a Recco, la patria indiscussa della focaccia al formaggio, un piatto che ha conquistato il palato di gourmet e viaggiatori di tutto il globo.
Un’esperienza gastronomica senza pari
Fred Plotkin, rinomato autore di guide gastronomiche italiane, non ha dubbi: la focaccia al formaggio di Recco è “il cibo più desiderabile del pianeta”.
“If I knew I was eating my last meal, this focaccia would be on the menu”
Una dichiarazione audace, certo, ma chi ha avuto il privilegio di assaggiarla difficilmente potrà contraddirlo. Questo capolavoro culinario, nella sua apparente semplicità, racchiude secoli di tradizione e un sapore che si imprime nella memoria.
L’arte della semplicità
La magia di questa focaccia risiede nella sua essenzialità: bastano cinque ingredienti per creare un’esperienza gustativa straordinaria. Due sottilissimi strati di pasta, così fini da essere quasi trasparenti, racchiudono un cuore di crescenza, un formaggio che in cottura si trasforma in una crema pungente e avvolgente. Il risultato è un connubio perfetto di croccantezza e morbidezza, un’esplosione di sapori che danza sul palato.
Un legame indissolubile tra terra e tradizione
Recco e la sua focaccia sono un binomio inscindibile. In una città di appena 10.000 abitanti, ben tre dozzine tra ristoranti e panetterie offrono questa specialità. Non è solo un piatto, ma un vero e proprio simbolo identitario, nato dalla volontà di rinascita di una comunità duramente colpita dalla Seconda Guerra Mondiale. Oggi, Recco si è reinventata come destinazione gastronomica d’eccellenza, offrendo ai visitatori un’esperienza culinaria che va ben oltre la sua famosa focaccia.
La tutela di un patrimonio culinario
Nel 2005, la creazione di un consorzio ha sancito l’importanza di proteggere e valorizzare questo tesoro gastronomico. Solo undici ristoranti e sette panetterie possono fregiarsi del marchio “focaccia di Recco”, sottoponendosi a rigorosi controlli di qualità. È un impegno che testimonia la serietà con cui la comunità locale custodisce e tramanda questa tradizione.
Un’esperienza multisensoriale
Entrare in una panetteria come il Panificio Moltedo dal 1874 significa immergersi in un rituale quotidiano che coinvolge tutti i sensi. L’aroma intenso del caffè si mescola al profumo invitante della focaccia appena sfornata. Al ristorante Manuelina, invece, si può assistere a un vero e proprio spettacolo di abilità e grazia, con i panettieri che fanno volteggiare l’impasto nell’aria, assottigliandolo fino all’inverosimile.
Il segreto di un’icona culinaria
Ciò che rende unica la focaccia al formaggio di Recco è la delicatezza della pasta combinata con la cremosità del formaggio. Ogni morso è un’esperienza di contrasti: la croccantezza dell’esterno che cede alla morbidezza dell’interno, il sapore deciso del formaggio che si sposa con la leggerezza della pasta.
Portare recco a casa propria
Replicare questa meraviglia nelle proprie cucine non è impossibile, ma richiede dedizione e ingredienti di prima qualità. La sfida più grande? Trovare il formaggio giusto e stendere una pasta così sottile da poter vedere la luce attraverso. Ma con un po’ di pratica e tanta passione, potrete portare un pezzo di Liguria direttamente sulla vostra tavola.
La focaccia al formaggio di Recco non è solo un piatto: è un viaggio sensoriale, un pezzo di storia e un simbolo di rinascita. È la prova tangibile che, talvolta, le cose più semplici possono regalarci le gioie più grandi. E se vi trovate a passare per la Liguria, fate una deviazione per Recco: il vostro palato vi ringrazierà per sempre.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.