Nel panorama della mixology classica, pochi cocktail riescono a racchiudere in un bicchiere tanto fascino cinematografico quanto il Mary Pickford. Questo drink, dal colore rosato delicato e dal sapore dolce e fruttato, rappresenta un ponte ideale tra l’età d’oro di Hollywood e l’arte della miscelazione, offrendo un’esperienza sensoriale che evoca immediatamente i fasti del cinema muto degli anni Venti. La sua eleganza discreta e la sua composizione raffinata lo rendono ancora oggi uno dei cocktail più apprezzati dai bartender di tutto il mondo.
La storia di un omaggio liquido
Il cocktail nacque al bar dell’hotel National di Cuba nel 1920, in un periodo storico particolarmente significativo per l’industria cinematografica e per la cultura del bere. La sua creazione si inserisce nel contesto del proibizionismo americano, quando molti artisti e bartender si rifugiarono a Cuba per sfuggire alle restrizioni imposte negli Stati Uniti.
Il drink fu concepito come omaggio alla leggendaria attrice Gladys Louise Smith, in arte Mary Pickford, nata l’8 aprile 1892 a Toronto. Fu la più celebre attrice del cinema muto per il quale interpretò prevalentemente ruoli di adolescente, conquistando il soprannome di “Fidanzata d’America” grazie al suo straordinario carisma sullo schermo.
Il drink immaginato per lei all’Hotel Nacional quando visitò Cuba insieme a Charlie Chaplin rappresenta un momento storico in cui l’industria cinematografica si intrecciava con la cultura del bere d’élite. La presenza di Mary Pickford nell’isola caraibica, insieme ad altre celebrità dell’epoca, testimonia come Cuba fosse diventata un rifugio dorato per gli artisti in fuga dal proibizionismo.
La ricetta che misceliamo oggi deriva dal The Savoy Cocktail Book di Harry Craddock del 1930, codificando definitivamente una creazione che aveva già conquistato i palati più raffinati dell’epoca. Questo cocktail ha attraversato le mode e i decenni, venendo inserito nella prima codifica IBA del 1961, per poi venirne sistematicamente escluso fino al suo definitivo reinserimento nel 2011.
La ricetta classica: equilibrio tra dolcezza e freschezza
La formula originale del Mary Pickford si distingue per la sua semplicità apparente, che nasconde in realtà un equilibrio complesso tra i diversi elementi:
Ingredienti:
- 6 cl di rum bianco cubano
- 6 cl di succo di ananas fresco
- 1 barspoon di liquore Maraschino
- 1 barspoon di sciroppo di granatina
Preparazione: Versare tutti gli ingredienti in uno shaker riempito di ghiaccio. Shakerare energicamente per circa 10-15 secondi per amalgamare perfettamente i sapori. Filtrare attraverso un fine strainer e servire in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Guarnire con uno spicchio di ananas fresco e una ciliegia al maraschino.
Il rum bianco cubano costituisce la base alcolica del drink, conferendo quella morbidezza caratteristica che si sposa perfettamente con la dolcezza tropicale dell’ananas. Il liquore Maraschino, con le sue note di ciliegia e mandorla amara, aggiunge profondità e complessità aromatica, mentre la granatina dona quel caratteristico colore rosato che ricorda i toni delicati delle pellicole cinematografiche dell’epoca.
Abbinamenti gastronomici: quando il cinema incontra la tavola
Il Mary Pickford si presta magnificamente come aperitivo di classe, particolarmente indicato per accompagnare antipasti leggeri e sofisticati. La sua natura dolce e fruttata lo rende ideale in abbinamento con formaggi freschi come la mozzarella di bufala o il primo sale, dove la cremosità del latticino bilancia perfettamente l’acidità dell’ananas.
Eccellente anche con crudi di pesce, dove la freschezza del succo di ananas esalta i sapori marini senza sovrastarli. Ostriche, tartare di tonno e carpacci di ricciola trovano nel Mary Pickford un compagno ideale, creando contrasti di sapore che ricordano l’eleganza delle cene hollywoodiane degli anni Venti.
Per un approccio più esotico, il cocktail si abbina splendidamente con la cucina fusion asiatica, in particolare con i piatti della tradizione giapponese come sushi e sashimi, dove la dolcezza contenuta del drink non interferisce con la delicatezza del pesce crudo.
Infine, il suo carattere dessert-like lo rende perfetto a fine pasto, specialmente in abbinamento con dolci a base di frutta tropicale, gelati alla vaniglia o semifreddi agli agrumi, chiudendo l’esperienza culinaria con la stessa eleganza con cui Mary Pickford chiudeva i suoi film indimenticabili.
Il Mary Pickford resta oggi un simbolo intramontabile della mixology classica, capace di trasportare chi lo degusta in un’epoca di glamour e raffinatezza, quando ogni sorso raccontava una storia e ogni cocktail era un piccolo capolavoro di arte liquida.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.