Sotto il cielo terso del Medio Oriente, dove il sole riversa la sua luce dorata sulle distese di sabbia e roccia, si estende un territorio ricco di storia millenaria e bellezza naturale incontaminata. La Giordania, paese dalle mille sfaccettature, si rivela ai viaggiatori come uno scrigno di tesori archeologici, paesaggi mozzafiato e tradizioni ancestrali che resistono al tempo. Attraversando questa terra, dalle rive del Mar Morto alle imponenti fortezze del deserto, si compie un viaggio non solo nello spazio ma anche nel tempo, seguendo le orme di antiche civiltà, regni biblici e carovane che per secoli hanno percorso la leggendaria Via dei Re.

Il fascino eterno di Petra

Nascosta tra le montagne del sud della Giordania, Petra rappresenta il trionfo dell’ingegno umano sulla natura più ostile. La città rosa, così chiamata per il colore delle rocce in cui è scolpita, emerge dopo un percorso attraverso lo stretto canyon del Siq, rivelando improvvisamente la maestosa facciata del Tesoro (Al-Khazneh). Questo momento di stupore, quando la stretta gola si apre sull’edificio più iconico della città nabatea, è un’esperienza che resta impressa nella memoria di ogni viaggiatore. Ma Petra è molto più del suo celebre Tesoro: un’intera città con centinaia di tombe, templi, altari e il monumentale Monastero (Ad-Deir) che domina dall’alto la valle. Percorrere i suoi sentieri al tramonto, quando le ultime luci del giorno accarezzano la pietra arenaria conferendole sfumature che vanno dal rosa all’ocra, offre uno spettacolo di rara bellezza.

Il tesoro di Al-Khazneh

La facciata monumentale di Al-Khazneh, alta 40 metri e scolpita interamente nella roccia rosata, costituisce l’immagine più emblematica di Petra. Questo capolavoro architettonico fu realizzato nel I secolo d.C. e colpisce per la precisione delle sue colonne corinzie e la ricchezza dei dettagli decorativi. La leggenda narra che al suo interno fosse custodito un tesoro appartenente a un faraone egizio, ma in realtà si trattava di una tomba reale. L’impatto visivo che provoca la sua improvvisa apparizione dopo il lungo percorso tra le pareti del Siq rappresenta uno di quei momenti magici che definiscono l’essenza stessa del viaggio.

Il monastero di Ad-Deir

Arrampicandosi per 800 gradini scavati nella roccia, si raggiunge Ad-Deir, il maestoso Monastero che domina l’antica città di Petra. Questo imponente edificio, più grande del celebre Tesoro, misura 50 metri di larghezza per 45 di altezza e presenta una facciata dalle forme più essenziali ma di straordinaria potenza espressiva. Lo sforzo della salita viene ampiamente ripagato non solo dalla visione del monumento ma anche dal panorama mozzafiato che si gode dalla terrazza naturale antistante, dove lo sguardo spazia fino alle montagne del Wadi Araba e ai territori palestinesi.

Le meraviglie del deserto del Wadi Rum

Quando si pensa ai paesaggi più surreali e affascinanti del nostro pianeta, il deserto del Wadi Rum merita senza dubbio un posto d’onore. Questo vasto territorio, dove montagne di arenaria si ergono come giganti silenziosi da un mare di sabbia rossa, ha conquistato l’immaginario collettivo grazie alla sua bellezza primordiale e alle sue atmosfere quasi aliene. Non a caso è stato scelto come set per numerosi film ambientati su altri pianeti. Percorrere il Wadi Rum a bordo di un fuoristrada guidato da guide beduine locali significa immergersi in un paesaggio in continua trasformazione, dove la luce cambia costantemente e con essa i colori delle rocce e delle dune.

I ponti naturali di roccia

All’interno del vasto territorio del Wadi Rum si trovano formazioni rocciose spettacolari modellate nei millenni dall’erosione. Particolarmente impressionanti sono i ponti naturali di roccia, come il celebre Burdah Rock Bridge, uno dei più alti del mondo con i suoi 35 metri di altezza. Queste strutture naturali, che sembrano sfidare le leggi della fisica, offrono opportunità fotografiche straordinarie e rappresentano tappe imperdibili dell’esplorazione del deserto. L’arrampicata fino alla cima del ponte, sebbene impegnativa, regala una prospettiva unica sul paesaggio circostante e un senso di conquista che arricchisce l’esperienza del viaggio.

Le incisioni rupestri preistoriche

Le pareti rocciose del Wadi Rum conservano un prezioso patrimonio archeologico di incisioni risalenti a diverse epoche, dalle primitive rappresentazioni di animali e scene di caccia realizzate migliaia di anni fa fino ai graffiti nabatei e alle iscrizioni thamudiche. Questi antichi “messaggi” incisi nella pietra testimoniano la continuità della presenza umana in queste terre apparentemente inospitali e costituiscono una sorta di museo a cielo aperto che racconta la storia millenaria del rapporto tra l’uomo e questo ambiente estremo, fonte di ispirazione e sfida costante.

I misteri del Mar Morto

A 430 metri sotto il livello del mare si trova il punto più basso della superficie terrestre: le rive del Mar Morto, un lago salato che segna il confine tra Giordania e Israele. Questo specchio d’acqua dai record straordinari non è solo una curiosità geografica ma un luogo dalle proprietà quasi miracolose. La concentrazione di sale dieci volte superiore a quella degli oceani rende impossibile affondare, offrendo l’esperienza surreale di galleggiare senza alcuno sforzo mentre si leggono comodamente un libro o un giornale. Le acque ricche di minerali e i fanghi neri delle sue rive sono rinomati per le loro proprietà terapeutiche, tanto da attirare visitatori da tutto il mondo alla ricerca di benefici per la pelle e per diverse patologie.

I fanghi neri che si trovano sulle rive del Mar Morto rappresentano una risorsa terapeutica naturale di inestimabile valore. Ricchi di minerali come magnesio, sodio, potassio e calcio, questi fanghi vengono utilizzati fin dall’antichità per trattamenti di bellezza e per alleviare disturbi come psoriasi, artrite e dolori muscolari. L’esperienza di ricoprirsi interamente di questo fango nero per poi immergersi nelle acque salate è diventata un rituale imprescindibile per i visitatori del Mar Morto, che tornano a casa non solo con fotografie suggestive ma anche con una pelle visibilmente più luminosa e idratata.

Nelle vicinanze del Mar Morto si trova l’oasi di Ein Gedi, un miracolo di biodiversità in mezzo all’arido paesaggio circostante. Questa riserva naturale ospita oltre 900 specie di piante e numerose specie animali, tra cui gli stambecchi nubiani e i procavia, piccoli mammiferi che popolano le rocce dell’area. Seguendo i sentieri che si snodano tra rigogliosa vegetazione, cascate e piscine naturali, i visitatori possono godere di un refrigerio inaspettato dopo l’intenso calore delle rive del Mar Morto e osservare un ecosistema unico che rappresenta un esempio perfetto di adattamento alle condizioni estreme.

L’antica città di Jerash

Nel nord della Giordania, a circa 50 chilometri dalla capitale Amman, si ergono le rovine maestose di Jerash, una delle città romane meglio conservate al mondo. Camminare lungo il Cardo Massimo, la via colonnata principale, significa compiere un viaggio nel tempo fino all’epoca della Decapoli, quando questa città prosperava come importante centro commerciale. I teatri romani perfettamente conservati, l’imponente Tempio di Artemide, l’elegante Foro ovale e le numerose chiese bizantine testimoniano la stratificazione di culture che hanno lasciato la loro impronta in questo luogo straordinario.

Dominando l’antica città dall’alto di una collina, il Tempio di Zeus rappresenta uno dei monumenti più impressionanti di Jerash. Costruito nel 162 d.C., questo edificio sacro si ergeva su un podio alto più di 4 metri e presentava una facciata con sei colonne corinzie. Sebbene oggi rimangano solo poche colonne del tempio originale, la grandiosità del sito e la sua posizione panoramica permettono ai visitatori di immaginare lo splendore passato di questa struttura che doveva incutere timore e rispetto nei fedeli che vi accedevano attraverso una maestosa scalinata.

Jerash conserva due teatri romani di eccezionale bellezza: il Teatro Nord e il più grande Teatro Sud, che poteva ospitare fino a 5.000 spettatori. Quest’ultimo, con la sua acustica perfetta ancora oggi dimostrabile (è sufficiente stare al centro dell’orchestra e parlare a voce normale per essere uditi fino all’ultima fila), viene utilizzato durante il festival estivo di Jerash per concerti e rappresentazioni che riportano in vita l’atmosfera dell’antica città. Le gradinate divise in settori secondo la rigida gerarchia sociale romana raccontano molto sulla struttura della società dell’epoca e rappresentano un libro di storia a cielo aperto.

La magia di Amman

Capitale del Regno Hashemita di Giordania, Amman è una città di straordinari contrasti dove antichità e modernità convivono in un equilibrio affascinante. Costruita originariamente su sette colli come l’antica Roma, oggi la metropoli si estende su un’area molto più vasta, offrendo al visitatore un panorama urbano in cui edifici ultramoderni si alternano a quartieri tradizionali dove il tempo sembra essersi fermato. Il centro storico, con il suo vivace souk, rappresenta il cuore pulsante della città, mentre i quartieri più esclusivi come Abdoun e Sweifieh mostrano il volto cosmopolita e all’avanguardia di una capitale in rapida evoluzione.

Situata sul Jebel al-Qala’a, una delle colline originarie di Amman, la Cittadella rappresenta un condensato di storia che abbraccia millenni: dal tempio di Ercole di epoca romana, alla chiesa bizantina fino al palazzo omayyade. Da questa posizione elevata si gode di una vista spettacolare sulla città, particolarmente suggestiva al tramonto quando le case bianche si tingono di rosa e oro. Ai piedi della collina si trova invece il Teatro Romano, un impressionante edificio del II secolo d.C. capace di ospitare 6.000 spettatori e ancora oggi utilizzato per eventi culturali, testimonianza della continuità storica che caratterizza Amman.

Immergersi nei vicoli del souk nel centro storico di Amman significa fare un’esperienza sensoriale intensa e coinvolgente: profumi di spezie si mescolano a quelli del caffè cardamomo e dell’incenso, mentre i venditori invitano i passanti con richiami coloriti a osservare la loro merce. Qui si possono acquistare prodotti artigianali tradizionali come i tappeti beduini, gioielli in argento, ceramiche dipinte a mano e il tipico keffiyeh giordano. Ma il souk non è solo un luogo di commercio: è uno spazio di socialità autentica dove locali e turisti si incontrano, scambiano opinioni e condividono un tè alla menta o un caffè turco nei numerosi caffè tradizionali.

Il mosaico di Madaba

A soli 30 chilometri da Amman, la città di Madaba custodisce un tesoro inestimabile: la mappa-mosaico più antica del Medio Oriente che raffigura la Terra Santa. Conservata nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, questa straordinaria opera d’arte bizantina risalente al VI secolo d.C. rappresenta con sorprendente precisione topografica i principali luoghi biblici, in particolare Gerusalemme con i suoi edifici e le sue strade. Ma Madaba non è solo la “città dei mosaici” per questo singolo capolavoro: l’intera area conserva numerosi altri esempi di quest’arte raffinata che raggiunge livelli di bellezza e complessità impressionanti.

Il celebre mosaico pavimentale conservato nella Chiesa di San Giorgio riproduce con straordinaria accuratezza la città di Gerusalemme come appariva nel VI secolo, con dettagli così precisi da essere ancora oggi utilizzato dagli archeologi come fonte di informazioni. Questo frammento di una mappa ben più vasta che originariamente misurava 15,6 x 6 metri e rappresentava l’intera regione dal Libano al Delta del Nilo mostra chiaramente il Cardo Massimo, le mura, le porte principali e la Chiesa del Santo Sepolcro. La precisione cartografica si unisce a un’indubbia qualità artistica, con l’uso di oltre due milioni di tessere colorate che creano un’opera di straordinaria bellezza.

Il Parco Archeologico di Madaba raccoglie i pavimenti a mosaico di numerose chiese bizantine, salvati e restaurati dopo essere stati rinvenuti sotto abitazioni moderne. Tra i più spettacolari vi è quello della Chiesa della Vergine, che presenta una ricchezza iconografica sorprendente con scene mitologiche e rappresentazioni di attività quotidiane incorniciate da intricati motivi geometrici e floreali. Il museo del parco ospita inoltre laboratori dove artigiani locali mantengono viva questa antica tradizione, creando nuovi mosaici con tecniche tradizionali e offrendo ai visitatori la possibilità di osservare da vicino un’arte che richiede pazienza infinita e straordinaria precisione.

I castelli del deserto

Disseminati nella vasta pianura desertica a est di Amman, i Castelli del Deserto rappresentano una delle eredità più affascinanti del periodo omayyade in Giordania. Queste strutture, che includono palazzi, caravanserragli e padiglioni da caccia, furono costruite principalmente durante l’VIII secolo quando questa regione era al centro dell’impero islamico. Nonostante il nome, molti di questi edifici non avevano funzioni militari ma servivano come residenze lussuose per i califfi che cercavano refrigerio lontano dalle città, come stazioni di sosta per le carovane o come avamposti che permettevano ai governanti di mantenere legami con le tribù beduine locali.

Il castello di Qasr Amra

Patrimonio mondiale dell’UNESCO, Qasr Amra è celebre per i suoi straordinari affreschi che ricoprono pareti e soffitti interni, rappresentando una rara testimonianza di arte figurativa islamica del periodo omayyade. Le scene dipinte includono cacciatori, danzatrici, animali esotici e persino una mappa delle costellazioni sulla cupola della sala termale. Questo piccolo palazzo del deserto, che fungeva da residenza di caccia e complesso termale, colpisce per il contrasto tra l’esterno relativamente modesto e la ricchezza decorativa interna che rivela influenze artistiche bizantine, persiane e greco-romane, testimoniando la natura cosmopolita della cultura omayyade.

Il castello di Qasr al-Kharana

Con il suo aspetto di fortezza inespugnabile, Qasr al-Kharana è forse il più impressionante tra i castelli del deserto dal punto di vista architettonico. La struttura a due piani, con mura spesse e torri angolari, suggerisce a prima vista una funzione difensiva, ma gli studiosi ritengono che servisse principalmente come luogo di incontro tra i califfi omayyadi e le tribù beduine locali. Gli interni presentano una sofisticata organizzazione spaziale con stanze disposte attorno a un cortile centrale, e conservano elementi decorativi come nicchie a forma di conchiglia e archi che mostrano una fusione magistrale di tecniche costruttive nabatee, siriane e sasanidi.

Le delizie della cucina giordana

La gastronomia giordana rappresenta un viaggio sensoriale attraverso secoli di storia e influenze culturali diverse. Questa cucina, che affonda le sue radici nella tradizione beduina arricchita da elementi palestinesi, siriani e libanesi, si basa su ingredienti semplici ma di alta qualità come l’olio d’oliva, le erbe aromatiche, i legumi e le carni. I pasti sono considerati momenti di convivialità e condivisione, come dimostra la tradizione del mansaf, il piatto nazionale servito su un grande vassoio comune intorno al quale si riunisce tutta la famiglia o il gruppo di ospiti, rappresentando l’essenza stessa dell’ospitalità giordana.

Il mansaf è molto più di una semplice pietanza: è un simbolo culturale che incarna l’identità giordana e in particolare quella beduina. Questo piatto cerimoniale consiste in riso aromatizzato allo zafferano su cui viene adagiata carne di agnello cotta lentamente, il tutto coperto da un velo di jameed, una salsa a base di yogurt fermentato di pecora essiccato. Servito su un grande piatto comune attorno al quale si riuniscono commensali, il mansaf viene tradizionalmente mangiato con la mano destra formando piccole palline di riso e carne. La preparazione richiede tempo e abilità, soprattutto nella lavorazione del jameed che conferisce al piatto il suo sapore inconfondibile, intenso e leggermente acidulo.

Nessun pasto giordano è completo senza una selezione di meze, antipasti che spesso diventano un pasto a sé stante grazie alla loro varietà e ricchezza. Hummus, mutabal (crema di melanzane), tabbouleh, fattoush e labaneh (yogurt denso) sono solo alcuni esempi di questi piccoli piatti che rappresentano un tripudio di sapori e consistenze. Per concludere il pasto, i dolci giordani offrono un’esperienza di pura golosità: la knafeh, pasta kadaif farcita con formaggio e sciroppo di zucchero, i baklava ripieni di noci e pistacchi, e i datteri ripieni di pasta di mandorle rappresentano tentazioni irresistibili per chi ha un debole per i sapori dolci intensificati da spezie come cardamomo e acqua di rose.