Nel panorama del rock progressivo mondiale, pochi nomi evocano la stessa reverenza e rispetto di Steve Hackett. Il 2 settembre 2025, il Teatro degli Arcimboldi di Milano si prepara ad accogliere uno dei chitarristi più visionari e influenti della storia della musica contemporanea, nell’ambito del tour “Genesis Greats, Lamb Highlights and Solo”. L’evento rappresenta l’apertura del mini tour italiano del leggendario musicista, che porterà sul palco milanese una serata indimenticabile dedicata ai capolavori dei Genesis e ai suoi progetti solisti.

La figura di Stephen Richard Hackett trascende i confini della semplice abilità tecnica strumentale. Nato a Londra il 12 febbraio 1950, è celebre soprattutto per il suo lavoro nei Genesis, con cui ha inciso otto album dal 1971 al 1977, prima di intraprendere una carriera solista che lo ha consacrato come uno dei compositori più prolifici e innovativi del panorama musicale internazionale.

L’ingresso nei Genesis e la rivoluzione sonora

La storia musicale di Steve Hackett inizia con i piedi saldamente piantati nella terra del progressive rock inglese dei primi anni Settanta. Dopo aver inciso un disco con i Quiet World nel 1970, l’anno successivo entra a far parte dei Genesis al posto del chitarrista Anthony Phillips. Questo cambio di guardia si rivelò essere una delle decisioni più cruciali nella storia della band, segnando l’inizio di una nuova era sonora.

L’arrivo di Hackett nei Genesis non fu semplicemente una sostituzione, ma una vera e propria metamorfosi artistica. Col suo arrivo, la band conosce il primo vero successo grazie al disco “Nursery Crime”, album che rappresenta il punto di svolta nella carriera del gruppo britannico. La chitarra di Hackett divenne il pennello con cui i Genesis dipinsero alcune delle loro composizioni più memorabili, trasformando arrangiamenti complessi in paesaggi sonori di rara bellezza.

Durante i suoi sei anni con i Genesis, Hackett contribuì a definire l’identità sonora di capolavori assoluti come “Foxtrot”, “The Lamb Lies Down on Broadway” e “A Trick of the Tail”. La sua abilità nell’intrecciare melodie intricate con passaggi virtuosistici, combinata con una sensibilità compositiva unica, elevò la band a livelli artistici precedentemente inesplorati.

L’innovatore delle tecniche chitarristiche

Una delle caratteristiche più distintive del genio di Steve Hackett risiede nella sua capacità di innovare tecnicamente lo strumento. Grande innovatore della chitarra, Hackett fu tra i primi a usare il tapping nel rock e anche lo sweep-picking. Queste tecniche, oggi considerate standard nel panorama del rock e del metal, furono pionieristiche negli anni Settanta, quando Hackett le sviluppò e le perfezionò.

Il tapping, tecnica che prevede l’utilizzo delle dita della mano destra per premere le corde sulla tastiera producendo note, divenne uno dei marchi di fabbrica distintivi del chitarrista londinese. Questa innovazione tecnica non era fine a se stessa, ma serviva a espandere le possibilità espressive dello strumento, permettendo a Hackett di creare atmosfere e tessiture sonore impossibili da ottenere con le tecniche tradizionali.

La sua ricerca costante di nuove sonorità lo portò a sperimentare con diversi tipi di chitarre, effetti e amplificazioni. Hackett non si accontentava mai del suono convenzionale, ma cercava continuamente nuove vie per esprimere la sua visione artistica attraverso le sei corde.

Le radici classiche di un visionario

È cresciuto adorando la musica classica e suonando il flauto, con influenze come J.S. Bach e l’opera, Mario Lanza, citandoli successivamente come parte delle sue composizioni. Questa formazione classica rappresenta la base fondamentale su cui Hackett costruì il suo linguaggio musicale, conferendo alle sue composizioni una profondità strutturale e una complessità armonica che lo distinguono nettamente dai suoi contemporanei.

Uno dei compositori che più lo hanno influenzato è stato Johann Sebastian Bach. L’influenza bachiana è evidente in molte delle composizioni di Hackett, sia nel periodo Genesis che nella carriera solista. La capacità di intessere contrappunti complessi, la precisione matematica delle strutture compositive e l’eleganza melodica sono elementi che rivelano chiaramente l’eredità del grande compositore tedesco.

Curiosamente, non prese in mano una chitarra fino all’età di 12 anni, dopo aver ascoltato grandi bluesmen britannici come Peter Green. Questo incontro tardivo con lo strumento che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo dimostra come il talento autentico trovi sempre la sua strada, indipendentemente dall’età di inizio.

La carriera solista e l’esplorazione continua

Dopo l’addio ai Genesis nel 1977, Steve Hackett intraprese una carriera solista che si è rivelata ancora più prolifica e variegata del suo periodo con la band. Hackett ha pubblicato ben 27 album in studio, l’ultimo dei quali è “Under a Mediterranean Sky”. Questa impressionante produzione discografica testimonia non solo la sua inesauribile creatività, ma anche la sua capacità di reinventarsi continuamente.

I suoi album solisti rappresentano un viaggio attraverso diverse tradizioni musicali. Hackett ha esplorato le sonorità del flamenco, della musica classica, del folk britannico, delle tradizioni mediterranee e orientali, creando un ponte sonoro tra culture diverse. Questa apertura verso altre tradizioni musicali ha arricchito enormemente il suo linguaggio compositivo, permettendogli di creare opere di rara bellezza e complessità.

La sua passione per la riscoperta del repertorio Genesis lo ha portato a realizzare diversi progetti dedicati. Hackett ha parlato spesso del suo lavoro con i Genesis e ha pubblicato diversi dischi su quel repertorio, a partire da “Genesis Revisited” del 1996, fino a “Genesis Revisited II” del 2012. Questi album rappresentano non solo un omaggio al passato, ma una reinterpretazione creativa di brani che hanno fatto la storia del rock progressivo.

L’uomo dietro la leggenda

Oltre all’aspetto puramente musicale, Steve Hackett è un personaggio affascinante anche dal punto di vista umano. Nel 2011 Steve si è risposato con Jo Lehmann. Il chitarrista ha un solo figlio, Oliver Hackett. La sua vita privata, caratterizzata da una riservatezza che contrasta con la sua fama internazionale, rivela un uomo profondamente legato agli affetti familiari e alle sue passioni artistiche.

La sua personalità emerge anche attraverso i suoi interessi culturali. Hackett è un appassionato lettore e un cultore dell’arte in tutte le sue forme. Questa curiosità intellettuale si riflette nelle sue composizioni, spesso ispirate da opere letterarie, quadri famosi o eventi storici. La sua capacità di tradurre stimoli visivi e letterari in musica rappresenta una delle caratteristiche più affascinanti del suo processo creativo.

Il concerto milanese: un evento imperdibile

Il concerto del 2 settembre al Teatro degli Arcimboldi promette di essere un evento straordinario. Sul palco dell’Arcimboldi di Milano, Steve Hackett sarà accompagnato da una band stellare, pronta a dar vita a una serata che attraverserà l’intera carriera del maestro britannico.

Il programma “Genesis Greats, Lamb Highlights and Solo” offrirà al pubblico milanese l’opportunità unica di ascoltare dal vivo alcuni dei brani più iconici della storia del rock progressivo, reinterpretati dalla sensibilità matura di un artista che continua a evolversi. Le atmosfere evocative di brani come “The Musical Box”, “Firth of Fifth” e “The Cinema Show” risuoneranno nell’acustica perfetta del teatro milanese, offrendo un’esperienza musicale di rara intensità.

La scelta del Teatro degli Arcimboldi come location non è casuale. L’ambiente intimo e raffinato del teatro si sposa perfettamente con la sofisticata estetica musicale di Hackett, creando le condizioni ideali per apprezzare ogni sfumatura della sua arte. Il pubblico milanese avrà la possibilità di vivere un’esperienza musicale immersiva, dove ogni nota acquista un significato particolare.

Di seguito la probabile scaletta del concerto.

  1. People of the Smoke
  2. Circo Inferno
  3. These Passing Clouds
  4. The Devil’s Cathedral
  5. Every Day
  6. A Tower Struck Down
  7. Camino Royale
  8. Shadow of the Hierophant
  9. The Lamb Lies Down on Broadway
  10. Fly on a Windshield
  11. Broadway Melody of 1974
  12. Hairless Heart
  13. Carpet Crawlers
  14. The Chamber of 32 Doors
  15. The Lamia
  16. it
  17. Supper’s Ready
  18. Firth of Fifth
  19. Los Endos / Slogans / Los Endos

L’eredità di un maestro

A più di cinquant’anni dall’inizio della sua carriera, Steve Hackett continua a rappresentare un faro nel panorama del rock progressivo mondiale. La sua influenza si estende ben oltre i confini del genere, ispirando generazioni di musicisti di diverse estrazioni stilistiche. La sua visione artistica integrale, che fonde tecnica virtuosistica, sensibilità compositiva e apertura culturale, lo rende un artista unico nel panorama contemporaneo.

Il suo approccio alla musica, caratterizzato da una ricerca costante dell’innovazione senza mai perdere di vista la tradizione, rappresenta un modello per tutti coloro che vedono nell’arte non solo un mezzo di espressione, ma anche uno strumento di crescita personale e culturale.

Il concerto milanese del 2 settembre non sarà solo un evento musicale, ma un appuntamento con la storia. Per i fan di lunga data sarà l’occasione per rivivere emozioni indimenticabili, mentre per i neofiti rappresenterà la possibilità di scoprire uno dei tesori più preziosi della musica del ventesimo secolo. In un’epoca dominata dall’effimero, Steve Hackett continua a ricordarci che la vera arte è eterna, capace di emozionare e ispirare attraverso i decenni.


Titolo SEO: Steve Hackett in concerto a Milano settembre 2025: il maestro dei Genesis al Teatro Arcimboldi

Meta descrizione: Steve Hackett, leggendario chitarrista dei Genesis, in concerto a Milano il 2 settembre 2025 al Teatro Arcimboldi. Tour Genesis Greats con i più grandi successi della band e brani solisti dell’innovatore del tapping.

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