Don Mclean è un cantautore statunitense, noto soprattutto per i suoi brani più celebri contenuti nello stesso album del 1971: “American Pie”, di cui parleremo più tardi e “Vincent”, una canzone tributo al famoso pittore Van Gogh, con diversi riferimenti all’opera “Notte stellata”. Si tratta quindi di un omaggio all’artista olandese e alla sua stessa arte molto apprezzata dal cantautore.

Ma concentriamoci qualche minuto sulla sua vita!

Un artista profetico?

Come già accennato sappiamo che è nato negli Stati Uniti, precisamente a New Rochelle (stato di New York), il 2 ottobre 1945.  Si tratta di un cantante molto di nicchia, in Italia infatti ha avuto successo per breve tempo grazie ai singoli sopra citati, è, però un musicista versatile, creatore di brani che spaziano dal folk, al rock, ad un perfetto mix dei due generando così il folk rock, in grado addirittura di suonare in maniera eccellente il banjo. Sappiamo che ha frequentato l’Iona College dove si affermò nel campus universitario come musicista folk e fu proprio in questo periodo che grazie anche al suo amico Pete Seeger (anch’esso musicista), imparò e perfezionò l’arte della performance dal vivo. Dopo aver ricevuto una borsa di studio dal New York State Council of the Arts, iniziò ufficialmente la sua lunga carriera, caratterizzata non solo dalla musica, ma anche dalla preoccupazione per l’ambiente: è infatti importante ricordare che nel ’69 protestò contro l’inquinamento del fiume Hudson, per lui molto importante perché era sede dei suoi numerosi concerti. Potremmo dire ancora molte cose su questo personaggio, ma una più di tutte richiama la nostra attenzione: all’età di 15 anni ebbe una premonizione riguardo suo padre. Un giorno Donald (chiamato poi con il nome d’arte Don), rientrato in casa corse subito da sua nonna per anticiparle la morte del padre. La nonna chiaramente non gli credette, ma dopo pochi giorni successe il peggio: il cantautore vide davanti ai suoi occhi suo padre accasciarsi a terra, privo di vita. Questo episodio ha segnato molto la vita di McLean e lo ha ispirato anche nei suoi brani a livello emotivo. Proprio per questo lo possiamo considerare un artista profetico, perché è stato in grado di prevedere la matura morte del padre.

American Pie: “The day the music is died”

Come già detto il brano American Pie, contenuto nell’omonimo album del 1971, è uno dei capolavori del cantante, Madonna addirittura ne fece una cover nel 2000 per il film “Sai che c’è di nuovo?” per la regia di John Schlesinger.  Quello di McLean è un brano della durata di 8 minuti e mezzo considerato uno dei 5 brani più importanti del XX secolo, rimasto per quattro settimane nelle prime classifiche Billboard Hot 100 nel 1972. Può essere considerato una sorta di narrazione della musica che caratterizzò quei tempi, inserendo citazioni, omaggi ad artisti famosi di quel periodo e diversi avvenimenti storici in campo musicale.

A long, long time ago
I can still remember how that music
Used to make me smile
And I knew if I had my chance
That I could make those people dance
And maybe they’d be happy for a while

But February made me shiver
With every paper I’d deliver
Bad news on the doorstep
I couldn’t take one more step
I can’t remember if I cried
When I read about his widowed bride
Something touched me deep inside
The day the music died

So, bye-bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee, but the levee was dry
And them good ol’ boys were drinkin’ whiskey and rye
Singin’, “This’ll be the day that I die
This’ll be the day that I die”

 

Did you write the book of love
And do you have faith in God above
If the Bible tells you so?
Now, do you believe in rock ‘n’ roll
Can music save your mortal soul
And can you teach me how to dance real slow?

Well, I know that you’re in love with him
‘Cause I saw you dancin’ in the gym
You both kicked off your shoes
Man, I dig those rhythm and blues
I was a lonely teenage bronckin’ buck
With a pink carnation and a pickup truck
But I knew I was out of luck
The day the music died

I started singin’, bye-bye, Miss American Pie
Drove my Chevy to the levee, but the levee was dry
Them good ol’ boys were drinkin’ whiskey and rye
Singin’, “This’ll be the day that I die
This’ll be the day that I die”

Qui abbiamo le prime strofe della canzone, analizzandole capiamo che si tratta del racconto di un McLean giovane, ancora ragazzino, infatti si riferisce al periodo in cui aveva 13 anni. Età importante per lui perché è l’anno in cui la sua felicità nei confronti della musica scompare con la morte di tre personaggi fondamentali per il panorama musicale: Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. Richardson. Questi tre cantanti erano anche musicisti, fondamentali per il panorama rock’n’roll dell’epoca, morti in un incidente aereo nel 1959, mentre viaggiavano verso Fargo per un concerto. Ed è proprio in quell’anno che per “Don” la musica morì, e lo ribadisce anche nel brano inserendo riferimenti alla frase “The Day the music Died”. Con quell’incidente morì la musica, ma anche il suo sogno stesso e lo fa capire con la frase “Bye Bye, Miss American Pie”.

Perché queste parole?

Analizziamola subito: American Pie fa riferimento al tipico dolce americano, quello più comune che ne caratterizza la cultura statunitense, ed è proprio con questo dolce che lui fa una sorta di metafora della musica, vista come qualcosa di squisito, tenero e gioioso che però con la scomparsa delle tre star, si è trasformato in qualcosa di più triste. La parola “Miss” sta ad indicare la SIGNORA musica, qualcosa di elegante, da rispettare, mentre con “Bye Bye” capiamo tutti che è un arrivederci alle speranze nutrite nei confronti della musica e del sogno. Il testo continua in maniera sempre ambigua, è molto difficile da interpretare ma abbiamo capito che fa una sorta di enciclopedia, manuale della storia del rock’n’roll, partendo dalla morte dei tre cantanti passando alle nuove star dell’epoca come Bob Dylan, Elvis Presley, i Beatles con John Lennon (descritto nel brano mentre legge un libro su Karl Marx). I riferimenti ad altri artisti sono molti, si può notare anche un riferimento a Woodstock nel ’69. Tutto ciò porta ad una vera e propria narrazione dei cambiamenti musicali del panorama dell’epoca, ma anche dell’emotività del cantante, che da ragazzino voleva fare l’intrattenitore e il cantante spinto a far ballare le masse, è passato ad essere un cantautore difficile da analizzare e comprendere per i suoi toni un po’ cupi e oscuri. In ogni caso questo rimarrà un pezzo di storia della musica, un brano che ha segnato il ventesimo secolo, una sorta di opera d’arte del genio McLean.