Dopo dieci anni di chiusura, le porte del mercato comunale di via Rombon si sono riaperte questa mattina a Lambrate. Costruito nel 1962, quello spazio di 1.725 metri quadrati era diventato per decenni il punto di riferimento per la spesa del quartiere Feltre, tra Lambrate e Città Studi. Poi l’abbandono, le impalcature, i lavori infiniti che si sono protratti ben oltre le previsioni iniziali del 2023. Ma oggi via Rombon torna finalmente a vivere, e con essa rinasce un pezzo di identità milanese che sembrava destinato all’oblio.
L’inaugurazione ha visto la presenza del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessora allo Sviluppo Economico Alessia Cappello, del presidente di Sogemi Cesare Ferrero e della presidente del Municipio 3 Caterina Antola. Un evento che ha richiamato i residenti storici del quartiere, quelli che ancora ricordano quando fare la spesa al Rombon significava incontrare i vicini, scambiare quattro chiacchiere con il fruttivendolo di fiducia, tornare a casa con le borse piene e la sensazione di appartenere a una comunità.
Il progetto Mercati di Quartiere: 25 milioni per riportare vita nei rioni
Il Rombon è il primo dei quindici mercati comunali che il Comune ha conferito a Sogemi lo scorso luglio, dando avvio al progetto “Mercati di Quartiere” con investimenti complessivi di circa 25 milioni di euro. Non si tratta semplicemente di ristrutturazioni edilizie: l’obiettivo è ridisegnare il modo stesso di concepire questi spazi urbani. L’intervento su Rombon ha richiesto un investimento di 3,5 milioni di euro per la completa ristrutturazione dell’edificio.
La visione è ambiziosa: creare una rete sinergica di mercati distribuiti nei diversi quartieri della città, da Wagner a Lorenteggio, da Isola a Morsenchio, fino a Corvetto e Quarto Oggiaro. Luoghi che tornino a essere presidi di vendita di prossimità, con un’offerta incentrata sui prodotti freschi e freschissimi, ma anche spazi di aggregazione e socialità. Federico Zunino, direttore dei Mercati alimentari Milano, lo spiega con chiarezza: si vuole restituire ai milanesi il piacere del contatto diretto con il commerciante di fiducia, un ritorno all’umanità dopo anni di click e schermi.
Dentro il nuovo Rombon: dalla gastronomia alla cultura
Il mercato sarà aperto con orario continuato dalle 8.30 alle 19.30, dal lunedì al sabato, con sette operatori specializzati nella vendita di prodotti alimentari, un operatore di prodotti non alimentari e uno di somministrazione. Ma cosa si trova davvero tra i banchi del nuovo Rombon?
Tra le novità più attese c’è l’arrivo di Giannasi, la leggendaria rosticceria milanese famosa per i suoi polli allo spiedo, che dopo sessant’anni con un solo punto vendita in piazza Buozzi ora apre la sua terza sede. I mitici polli al girarrosto conditi con il mix segreto di erbe e spezie che ha reso celebre Dorando Giannasi in tutta Milano saranno disponibili in tre stalli, accompagnati da un grande dehors di 240 metri quadrati.
Bistrot Pedol porterà il pesce fresco, ci sarà La Fiaschetteria e una libreria Mondadori di 105 metri quadrati – un servizio inedito per un mercato coperto, pensato anche per la scuola che sorge proprio accanto alla struttura. L’idea è offrire un’esperienza completa: chi entra al Rombon deve poter fare la spesa intera, dal pesce alla verdura, dal biologico alla gastronomia, senza snaturare l’identità del mercato.
La filosofia del commercio di vicinato nell’era digitale
“Il modello di consumo che si sta affermando è in linea con la strategia dei Mercati di Quartiere come Rombon: sempre più spese nel proprio quartiere o in prossimità dei luoghi di lavoro, soprattutto se si parla di prodotti freschi per cui l’acquisto giornaliero riduce gli sprechi e migliora la qualità al momento del consumo”, ha dichiarato l’assessora Cappello.
È una risposta concreta alle trasformazioni urbane degli ultimi decenni. I mercati rionali hanno visto calare l’affluenza con l’avvento dei supermercati e della grande distribuzione, fino a chiudere uno dopo l’altro. Il Rombon stesso ha abbassato le serrande nel 2018, lasciando un vuoto nel tessuto sociale del quartiere. Ma oggi qualcosa sta cambiando: le persone cercano di nuovo la prossimità, vogliono conoscere la provenienza di ciò che mangiano, desiderano stabilire relazioni umane anche nel momento della spesa quotidiana.
“Ogni mercato ha un’anima legata al suo quartiere, ma deve garantire che almeno il 60% dello spazio sarà dedicato ai prodotti freschi. Accanto ai banchi tradizionali ci saranno spazi per la somministrazione, per la cultura e per i servizi del quartiere”, spiega Zunino. Nei quartieri con popolazione più anziana potrebbero essere previsti servizi di consegna a domicilio; dove vivono famiglie giovani troveranno spazio laboratori, aree gioco e attività culturali.
Un modello replicabile per tutta Milano
Entro l’estate del 2026, Sogemi prevede di avere undici mercati di quartiere pienamente operativi. Il Rombon è la pietra d’angolo di questo progetto, il banco di prova per verificare se il modello funziona davvero. Cesare Ferrero, presidente di Sogemi, ha dichiarato: “Con la riqualificazione dei mercati intendiamo riaffermare l’importanza di un commercio alimentare urbano di prossimità e ricreare luoghi di socialità di vitale importanza per i cittadini dei quartieri di Milano”.
Non è solo una questione di business o di riqualificazione urbana. È il tentativo di ricucire il tessuto sociale delle periferie, di restituire identità a quartieri che rischiano di diventare solo dormitori anonimi. È la scommessa che ancora oggi, nell’era dell’e-commerce e delle consegne in venti minuti, ci sia spazio per luoghi dove il tempo scorre più lento, dove si può indugiare davanti a un banco di verdure, chiedere un consiglio, scambiare una battuta.
Questa mattina, quando le prime persone sono entrate nel mercato rinnovato, negli occhi di molti residenti storici c’era qualcosa di più della semplice curiosità. C’era il riconoscimento di un luogo perduto e ritrovato, la conferma che a volte vale la pena aspettare dieci anni per vedere rinascere uno spazio che appartiene alla memoria collettiva di un intero quartiere. Il Rombon è tornato, e con lui torna un modo di vivere la città che sembrava destinato a scomparire.

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