Quando si nomina la parola “armonia” verosimilmente le prime due associazioni mentali che facciamo riguardano la musica e il benessere: questo succede perché l’armonia è uno dei principi fondamentali su cui nascono le melodie e un organismo che sta bene è per definizione “armonico”.
Diventa quindi spontaneo pensare che questo parallelismo non sia casuale ma si basi su legami esistenti tra i suoni e la nostra salute e ciò è vero anche nell’ambito della Medicina del Sonno. La nostra capacità di addormentarci, infatti, emerge dalla combinazione armonica di differenti meccanismi tra cui il funzionamento dell’orologio biologico interno, la regolazione della temperatura corporea, i condizionamenti ambientali come la luce e l’attività fisica, alcune secrezioni ormonali, il sistema nervoso vegetativo (che regola tra le altre cose la nostra frequenza cardiaca e la pressione arteriosa): tutti fattori che entrano in gioco per supportare il ritmo circadiano sonno/veglia, secondo dei tempi e delle “partiture” specifiche… proprio come se fossero parte di un’orchestra!
Nel contesto della Medicina del Sonno, inoltre, il legame tra le componenti acustiche del nostro corpo e l’andamento del riposo è evidente e importante: è infatti fondamentale analizzare anche di notte i suoni tipici che indicano il nostro stato di salute come il battito cardiaco in quanto, per esempio, nelle fasi di sonno più profonde un organismo che sta bene deve avere una frequenza cardiaca più bassa e regolare rispetto alla fase di veglia.
Per indagare eventuali sospetti diagnostici, inoltre, ci sono particolari suoni notturni emessi dal nostro corpo che vanno indagati: il più noto e diffuso è il russamento che può essere segnale di apnee ostruttive nel sonno. Ne esistono però anche altri, meno conosciuti, come il somniloquio (il parlare nel sonno frequente in giovane età), la catatrenia (un rumore respiratorio prolungato) o lo stridor laringeo (un rumore acuto presente durante il sonno in alcune patologie neurodegenerative).
Il russamento è un rumore del sonno che può essere legato a disturbi della respirazione che, a loro volta, possono essere individuati anche attraverso il monitoraggio delle variazioni stimate dell’ossigeno nel sangue durante la notte, possibile grazie al sensore a infrarossi per la rilevazione della saturazione di ossigeno (SpO2) disponibile su tutti gli smartwatch Fitbit. Ogni mattina nell’app Fitbit è così possibile visualizzare un grafico il cui andamento offre utili informazioni sul sonno, sulla salute del cuore e dei polmoni e sulla quantità di energia a nostra disposizione. Le variazioni dovrebbero essere basse e frequenti, mentre grandi variazioni potrebbero essere un segnale di disturbi respiratori durante il sonno.
Ci sono poi suoni che si possono considerare amici del nostro sonno come i rumori bianchi che hanno la caratteristica di occupare tutte le frequenze udibili in maniera costante, senza picchi o sbalzi improvvisi, e di riuscire così a mascherare qualsiasi rumore che possa turbare il nostro riposo. Ne sono esempi il suono dell’acqua di un torrente, quello della pioggia, delle onde del mare o il vento tra le foglie degli alberi, ma possono essere considerati rumori bianchi anche il suono emesso da un ventilatore, un condizionatore o da un asciugacapelli. Il riposo notturno, invece, è compromesso dall’inquinamento acustico dell’ambiente nel quale viviamo e dormiamo e quindi l’esposizione a un rumore eccessivo ed irregolare incide sulla qualità e quantità del sonno e quindi sullo stato di salute dell’individuo.
I rumori bruschi disturbano il sonno ed è anche importante iniziare la giornata senza risvegli “traumatici”: ciò è possibile grazie alla sveglia silenziosa introdotta da Fitbit che, grazie a una vibrazione leggera sul proprio polso, permette di svegliarsi dolcemente. Ma non solo perché è possibile impostare anche una sveglia intelligente che sfrutta l’apprendimento automatico per svegliare nel momento più ottimale del proprio ciclo di sonno, durante le fasi di sonno leggero o REM, in base a un intervallo pre-selezionato di 30 minuti.
Nell’ambito della terapia del sonno, inoltre, è stata dimostrata l’importanza di alcune componenti timbriche e ritmiche: si pensi per esempio a tutte le metodiche di controllo della frequenza respiratoria (come le tecniche di respiro lento) che si possono basare sull’ascoltare musica e che hanno effetti positivi, da un lato sulla sensazione di rilassamento, dall’altro sui parametri cardiovascolari come la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.

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