Vincitore del premio dell’Avenir Prize nella sezione Un Certain Regard a Cannes 2015, Nahid è il primo lungometraggio della regista Iraniana, la seconda pellicola del ciclo “nuovo cinema Tehran”.
Nahid è una donna divorziata che vive con suo figlio di dieci anni. La custodia cautelare è stata ceduta dallo sbandato ex marito di Nahid solo dopo aver fatto promettere alla donna di non risposarsi. Stremato dall’attesa, il nuovo compagno di Nahid, incontrato con rigoroso segreto, comincia a farle pressione. Sarà destinata a smembrarsi tra amore e famiglia.
Avvolto in un gelo perenne, algido nei contenuti e nella forma, Nahid è un disperato fumo di segnalazione, una voce che cerca d’andare fuori dal coro in tutti i modi senza ottenere risultati straordinari. Trascinandosi dietro la solita solfa, i soliti problemi e le solite dinamiche, la giovane regista iraniana racconta, da donna, la sagoma di una donna. E lo fa egregiamente, certo, dimenticando tutto il resto. Se il personaggio di Nahid è raccontato in modo carnale e appassionato, il resto dei personaggi è totalmente appiattito sulla bella fotografia del signor Gheidi, su belle spiagge desolate in inverno e la freddezza marmorea degli edifici sullo sfondo.
Dal giovane figlio scapestrato di Nahid al suo nuovo compagno: tutto ciò che resta oltre Nahid, escluso dalla sua intima esistenza, è semplicemente abbozzato. Tanto materiale da poter sviluppare, lasciato tutto in cantiere per poter parlare bene solo di ciò che più ispirava l’iraniana.
La Panahandeh, “inaspettatamente”, e qui intravedete non un paio ma una caterva di virgolette, decide di dare speranza al suo personaggio. La bella Nahid, sul finale, a discapito di tutto e tutti, rivede il suo amante sulla spiaggia come riguardando il passato; un riflesso di quel rapporto nato nell’ombra che può procedere solo nell’ombra dopo aver capito che la luce del sole brucia e fa male. Almeno qui potremmo azzardare la richiesta di un finale poco sopra le righe.
Oltre le belle immagini di un calmo mare invernale non c’è molto in Nahid. E se proprio siete come noi appassionati di paesaggistica, comprate una cartolina o cercate un paio di immagini su google. L’alternativa è restare inchiodati per 104 minuti a guardare Nahid. A voi la scelta.