La focaccia di Recco è una delle specialità più famose e apprezzate della cucina ligure, tanto da essere riconosciuta come indicazione geografica protetta (IGP) e da avere un consorzio di tutela che ne garantisce la qualità e l’originalità. Si tratta di una focaccia sottile e croccante, farcita con una tipologia di crescenza, che si scioglie durante la cottura creando un effetto filante e irresistibile.
La storia della focaccia di Recco risale al Medioevo, quando i contadini della zona, per sfuggire alle invasioni saracene, si rifugiarono nelle colline portando con sé pochi ingredienti: farina, acqua, olio, sale e formaggio fresco. Con questi elementi semplici e genuini, prepararono una focaccia che divenne presto un simbolo della loro identità e della loro resistenza. La ricetta si tramandò di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la focaccia di Recco è diventata una delle pietanze più richieste dai turisti e dagli amanti della gastronomia.
Visualizza questo post su Instagram
La preparazione della focaccia di Recco richiede abilità e pazienza, poiché l’impasto deve essere steso molto sottile, quasi trasparente, e poi farcito con il formaggio e coperto con un altro strato di pasta. L’impasto non prevede l’uso di lievito, ma solo di farina, acqua, olio e sale, e deve essere lavorato a lungo per renderlo elastico e resistente. Il formaggio deve essere morbido e cremoso, per questo si usa un tipo particolare di crescenza. La cottura deve essere rapida e a temperatura elevata, in modo da creare una crosta dorata e croccante, che contrasta con il ripieno morbido e filante.
La focaccia di Recco si può gustare sia calda che tiepida, ed è perfetta per un aperitivo, uno spuntino o un pasto informale. Si accompagna bene con un bicchiere di vino bianco, come il Pigato o il Vermentino, oppure con una birra artigianale.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.