L’aereo atterra all’aeroporto di Incheon alle 16:40, orario locale. I passeggeri scendono nella luce dorata del pomeriggio, molti di loro giovani viaggiatori europei e americani con zaini decorati da spillette di BTS e Blackpink. Non sono turisti ordinari: sono pellegrini moderni in cerca dei luoghi dove i loro idoli hanno cantato, dove le serie televisive che hanno divorato su Netflix hanno preso vita. La Corea del Sud ha accolto 16,37 milioni di visitatori stranieri nel 2024, raggiungendo il 94% dei livelli pre-pandemia del 2019 e segnando un incremento del 48,4% rispetto all’anno precedente. Questo non è solo un recupero post-Covid: è l’esplosione di un fenomeno culturale che sta ridisegnando le mappe del turismo mondiale.

La porta d’accesso si allarga: nuove rotte per un nuovo pubblico

Dal 31 marzo 2026, Asiana Airlines collegherà Milano Malpensa a Seul-Incheon tre volte a settimana, utilizzando moderni Airbus A350-900 configurati con 28 posti in business class e 283 in economy. I voli partiranno da Milano alle 22:00 con arrivo a Seul alle 16:40 del giorno successivo, e rappresentano molto più di una semplice nuova rotta aerea. Insieme ai quattro voli già operati da Korean Air, il collegamento Milano-Seul diventerà praticamente giornaliero, trasformando la penisola coreana in una destinazione accessibile quanto le capitali europee per i viaggiatori italiani.

Ma cosa spinge questa improvvisa democratizzazione dei collegamenti? La risposta si trova in un’onda lunga che ha attraversato gli oceani, trasformando la cultura popolare coreana in un fenomeno planetario. Gli analisti lo chiamano Hallyu, letteralmente “onda coreana”, e i suoi effetti sul turismo sono misurabili con precisione scientifica. Tra i visitatori più giovani che hanno viaggiato in Corea del Sud nel 2023, il 32% ha indicato i contenuti Hallyu come motivazione principale del viaggio.

Quando la fiction diventa destinazione: il turismo cinematografico coreano

Sul monte Hallasan, a Jeju, un gruppo di turisti cerca il punto esatto dove Yoon Se-ri, protagonista di “Crash Landing on You”, incontra per la prima volta il capitano Ri Jeong-hyeok. La scena iconica dell’atterraggio di fortuna è stata girata nel Parco Nazionale di Hallasan sull’isola di Jeju, sebbene nella serie rappresenti la zona demilitarizzata nordcoreana. Questa sovrapposizione tra finzione e realtà è il cuore pulsante del turismo da K-drama.

Le serie televisive coreane non sono semplice intrattenimento: sono sofisticati strumenti di marketing territoriale che hanno trasformato paesaggi naturali e urbani in set cinematografici permanenti. L’isola di Jeju, con le sue scogliere vulcaniche, le spiagge di sabbia bianca e gli agrumeti di mandarini, è diventata un palcoscenico multiplo per produzioni che spaziano dal romantico al distopico.

Il villaggio costiero di Gongjin, tra Pohang e Gyeongju, ha visto moltiplicarsi le visite dopo la messa in onda di “Hometown Cha-Cha-Cha”. I mercati del pesce locali, le botteghe colorate e le biblioteche affacciate sul mare sono diventate mete di itinerari accuratamente pianificati. A Seul, quartieri come Itaewon hanno acquisito una fama internazionale grazie a serie come “Itaewon Class”, che ne hanno mostrato lo spirito multiculturale e l’energia urbana.

Persino i luoghi più inaspettati sono entrati nelle guide turistiche. Nel 2024, l’attrazione gastronomica è stata la ragione principale per 431.000 visitatori, pari al 16% del totale, evidenziando l’interesse globale per la cucina coreana. Gli scenari di “Squid Game”, dalla stazione di Daejeon alle scale simboliche del dormitorio, sono diventati luoghi di pellegrinaggio per chi cerca di comprendere la critica sociale sottesa alla serie distopica più vista di Netflix.

La scienza della bellezza: quando il cosmetico diventa cultura

In un negozio Olive Young nel quartiere di Myeongdong, una giovane americana confronta tre diverse essenze al collagene mentre scorre video tutorial su TikTok. Sta cercando di replicare il celebre glass skin, quell’effetto di pelle traslucida e luminosa che caratterizza gli idoli del K-pop. Il mercato globale dei prodotti K-Beauty ha raggiunto 14,68 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che raggiungerà 31,81 miliardi di dollari entro il 2033, con un tasso di crescita annuo dell’8,97%.

La K-Beauty non è una semplice tendenza cosmetica: è un sistema filosofico di cura della pelle che ha rivoluzionato l’industria globale della bellezza. Le routine coreane prevedono multiple fasi di applicazione, dalla doppia detersione alla tonificazione, dai sieri ai peptidi alle emulsioni idratanti, fino alle maschere notturne che lavorano durante il sonno. L’aspirazione globale all’estetica “glass skin” – la ricerca di una pelle intensamente luminosa, profondamente idratata e apparentemente senza pori – ha fondamentalmente plasmato la domanda dei consumatori in tutto il mondo.

Secondo dati del Korea Customs Service, il mercato K-beauty negli Stati Uniti è cresciuto del 53% anno su anno nel primo trimestre del 2025, trainato dalla domanda di routine skincare-first tra consumatori Millennial e Gen Z. Gli ingredienti innovativi – acido ialuronico, peptidi, estratti botanici fermentati – sono studiati per idratare, tonificare e stimolare il rinnovamento cutaneo con un approccio scientifico rigoroso.

Visitare Seul significa quindi immergersi in un vero ecosistema di innovazione cosmetica. I negozi specializzati offrono prodotti esclusivi che non arrivano sui mercati occidentali, formule di nicchia a prezzi più vantaggiosi rispetto all’export, e la possibilità di ricevere consulenze personalizzate da esperti. Ma la K-Beauty va oltre il prodotto da banco: la città è anche meta per chi cerca trattamenti professionali avanzati, dai peeling delicati alle tecnologie high-tech per stimolare il collagene, in centri estetici e cliniche dermatologiche all’avanguardia.

Il peso economico di un’onda culturale

I numeri raccontano la storia di una trasformazione economica. Secondo l’Hyundai Research Institute, la Corea del Sud potrebbe accogliere oltre 20 milioni di turisti stranieri nel 2025, generando 20,25 miliardi di dollari. Nel febbraio 2025, il paese ha accolto 1.138.408 turisti stranieri, segnando un aumento del 10,5% rispetto all’anno precedente, con incrementi significativi da Cina, Giappone e Stati Uniti.

Si prevede che entro il 2025 il mercato Travel & Tourism della Corea del Sud genererà ricavi per 14,31 miliardi di dollari, con una crescita annua prevista del 3,70% fino al 2030. Il settore alberghiero domina, ma l’impatto si estende all’intero ecosistema turistico: ristorazione, trasporti, commercio al dettaglio, intrattenimento.

Circa il 62% dei visitatori ha dichiarato che lo scopo principale del viaggio era il tempo libero o le attività di vacanza, con una crescente diversificazione degli interessi: dal turismo culinario a quello naturalistico, dallo shopping alle esperienze culturali immersive. Le attrazioni naturalistiche hanno attirato 344.000 visitatori nel 2024, rappresentando il 13% del totale, mentre lo shopping ha portato 336.000 visitatori, evidenziando la reputazione della Corea per moda, cosmetici e mercati vivaci.

Oltre il fenomeno: sostenibilità di un modello turistico

La sfida ora è gestire questa crescita senza compromettere l’autenticità che rende la Corea attraente. L’impegno della Corea del Sud verso il turismo sostenibile si manifesta in sistemazioni eco-friendly e opzioni di viaggio verde, in linea con le tendenze globali verso il turismo responsabile. Le innovazioni tecnologiche, dalle applicazioni smart tourism ai sistemi di pagamento digitale, migliorano l’esperienza del viaggiatore mantenendo l’efficienza.

Il governo sudcoreano sta investendo in infrastrutture di trasporto, canali digitali e nella promozione dell’identità culturale coreana a livello mondiale. Gli operatori turistici creano pacchetti che enfatizzano la K-culture, le esperienze culinarie e l’accessibilità, particolarmente per i visitatori dai paesi asiatici vicini. Il settore dell’ospitalità – hotel e guesthouse – si concentra su pulizia, accessibilità e comfort, rispondendo anche alla crescente tendenza del viaggio verde.

Il turismo medico ed eco-turismo rappresentano segmenti in crescita, sfruttando il sistema sanitario avanzato del paese e i suoi paesaggi naturali. I sentieri montani e i ritiri costieri permettono uno sviluppo turistico basato sulla natura, mentre i trattamenti di bellezza e i protocolli sanitari innovativi attirano viaggiatori attenti alla salute.

L’esperienza oltre la destinazione

Ciò che distingue il fenomeno turistico coreano è la sua natura esperienziale. I viaggiatori cercano attività immersive: soggiorni nei templi, lezioni di cucina casalinga, lezioni di danza K-pop. Il viaggio diventa narrativo, un’esplorazione guidata dalle storie viste sullo schermo e dalle musiche ascoltate in cuffia.

La Corea del Sud ha dimostrato che la cultura popolare può essere un potente motore economico quando integrata strategicamente con l’offerta turistica. L’onda coreana non mostra segni di rallentamento: mentre i visitatori cercano esperienze autentiche e coinvolgenti in tutto il mondo, il patrimonio fertile della Corea e l’innovazione lungimirante continueranno a essere una fonte di forte attrazione per i viaggiatori internazionali.

Nel crepuscolo che avvolge Seul, le luci della N Seoul Tower si accendono sulla montagna Namsan. In basso, nelle strade di Hongdae, giovani artisti si esibiscono mentre i turisti filmano con gli smartphone. L’onda coreana continua a crescere, portando con sé milioni di viaggiatori curiosi, pronti a scoprire un paese dove la tradizione millenaria incontra l’innovazione del futuro, dove ogni angolo racconta una storia che aspetta di essere vissuta.