Brian Helgeland ci racconta con Legend la storia dei gemelli Kray, fratelli gangster che conquistarono Londra negli anni cinquanta. Raccontare Ronald e Reginald è raccontare alti e bassi, è parlare di personalità differenti e simili allo stesso tempo.

I fratelli Kray sono rispettati e temuti gangster dell’East End londinese. Reginald è un uomo di testa, calcolatore, riflessivo. Ronald, schizofrenico e paranoico, si affida alle sue sensazioni al contrario di suo fratello. Entrambi condividono la passione per la vita da gangster oltre che l’affetto reciproco e l’uso della violenza quando richiesta. 

L’amore di Reg per Frances mette a rischio l’intera ascesa verso la conquista della città, così come rischioso è il sesto senso ingovernabile e insensato di Ron, continuamente in allerta nei confronti di chi conosce troppo dall’interno gli affari dei Kray.

Frances, caduta in un baratro fatto di estorsioni, omicidi e ricatti, cerca di strappare Reg dalle braccia dell’illegalità e da suo fratello, vincoli che fanno da barriera tra la sua posizione di moglie del capo ed una vita felice. 

Legend è una continua telefonata fatta al pubblico che fin da subito è messo in condizione di poter prevedere ogni mossa. Una pellicola senza grinta, poco efficace, diretta da qualcuno che non sa bene cosa fare. Lo spaesamento è una voragine fin troppo palpabile durante la visione. Una biografia maltrattata perfino da un Tom Hardy decisamente meccanico, in balia della bipolarità che gli è richiesta che non trova sfogo in nessuna direzione. Di tutto un po’: violenza, follia, ragione, atteggiamenti strambi e camuffamenti; nulla di nulla quindi. Forza di continuo la corporeità dei suoi personaggi, la costringe, la soffoca e finisce per morire con essa. 

Helgeland ci propone scontri di ogni genere, interiori ed esteriori, tuttavia sempre i medesimi. La ripetizione di un dramma cantilenante accompagnato dalla voce narrante della bella Frances, alias Emily Browning, che con un frasario superfluo suggerisce in pillole tutto ciò che durante il film sappiamo già. Non buona la prova del regista anche sulla scrittura. 

Legend è un prodotto fantoccio, un progetto che, con basi poco solide, ha puntato tutto su un singolo attore, un star del cinema americano. Tralasciando il resto nasce l’ennesimo film che racconta come senza un’attenta regia anche le star fanno fiasco.