Tra le pieghe selvagge dell’altopiano di Navelli, dove il vento soffia tra antichi borghi di pietra e il tempo si è fermato al Medioevo, sorge l’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, edificato nel 1263 per volere dell’abate Teodino. A mille metri d’altitudine, immerso nel silenzio delle montagne abruzzesi che guardano verso il Gran Sasso e la Maiella, questo piccolo edificio custodisce uno dei tesori artistici più straordinari della penisola italiana. Non è un caso che storici dell’arte e critici abbiano coniato per questo luogo l’appellativo di “Cappella Sistina d’Abruzzo“, una definizione che svela immediatamente la portata eccezionale di quello che vi aspetta.

L’oratorio fa parte di un antico complesso benedettino che ha attraversato i secoli conservando intatta la sua bellezza medievale. La struttura si presenta con un’architettura essenziale ma elegante: un portico a tre arcate sorretto da colonne di epoca romana precede l’ingresso all’aula, dove il visitatore viene investito da una delle esperienze artistiche più intense che l’Italia possa offrire. Le iscrizioni presenti confermano il 1263 come data di realizzazione dell’oratorio, un anno che segna l’inizio di un progetto artistico di dimensioni straordinarie.

Il calendario perpetuo che sfida il tempo

Varcando la soglia dell’oratorio, lo sguardo viene immediatamente catturato dalla volta a botte completamente ricoperta di affreschi policromi. Ma è sulla controfacciata che si manifesta una delle meraviglie più singolari dell’arte medievale italiana: un calendario perpetuo dipinto con una precisione e una ricchezza iconografica che lascia senza fiato. I dodici mesi dell’anno scorrono davanti agli occhi del visitatore attraverso scene di vita quotidiana medievale, lavori agricoli, segni zodiacali e allegorie stagionali che sembrano animate da una forza vitale inesauribile.

Le pareti e le volte sono completamente affrescate con episodi tratti dal Vangelo, l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale e alcuni episodi della vita di San Pellegrino. Ogni centimetro di superficie muraria racconta una storia, ogni volto dipinto esprime emozioni che attraversano otto secoli per arrivare fino a noi. I colori, conservati con una freschezza che sembra impossibile, alternano toni terrosi e ocra a azzurri profondi e rossi vivaci, creando un effetto visivo di rara intensità emotiva.

I maestri anonimi di un capolavoro senza tempo

Il ciclo pittorico è opera di tre pittori noti convenzionalmente con i nomi di “Maestro della Passione”, “Maestro del Giudizio” e “Maestro del Calendario”. L’intero ciclo pittorico è abbastanza omogeneo dal punto di vista stilistico e svela un lavoro di stretta collaborazione tra i vari artisti che lo hanno creato. Questi artisti anonimi hanno dato vita a uno dei più significativi esempi di pittura gotica in Italia centrale, anticipando di decenni i capolavori che sarebbero poi fioriti nelle grandi città dell’epoca.

L’ipotesi più affascinante è che gli autori dei vari affreschi furono gli stessi monaci, educati all’interno del monastero benedettino e capaci di fondere tradizione bizantina, influenze francesi e innovazioni gotiche in una sintesi artistica di straordinaria modernità. Ogni scena biblica viene interpretata con una forza espressiva che rivela una profonda comprensione teologica e una sensibilità artistica raffinata.

Un tesoro artistico lontano dalle folle

Mentre milioni di turisti si affollano ogni anno nella Cappella Sistina vaticana, l’Oratorio di San Pellegrino attende in silenzio i suoi visitatori. Nel 1902 è stato dichiarato monumento nazionale, riconoscimento che certifica l’importanza storica e artistica di questo complesso. La sua posizione defilata, raggiungibile attraverso strade di montagna che serpeggiano tra paesaggi mozzafiato, ne fa una destinazione per viaggiatori consapevoli alla ricerca di autenticità e bellezza pura.

L’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco e la Chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa, sono due luoghi sacri interessati nel loro interno da cicli di affreschi della seconda metà del XIII secolo, tra i più significativi della pittura medievale abruzzese. Questa connessione artistica e temporale con altri siti della regione testimonia l’esistenza di una vera e propria scuola pittorica abruzzese, capace di competere con i grandi centri artistici dell’epoca.

L’esperienza di una visita a Bominaco va oltre la semplice fruizione artistica: rappresenta un viaggio nel tempo che riporta il visitatore alle radici più profonde della spiritualità e dell’arte medievale italiana. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla superficialità, questo oratorio offre la possibilità di un incontro autentico con la bellezza, il silenzio e la contemplazione.