Quando pensiamo ai luoghi in cui potrebbe svolgersi una sessione di yoga, il primo scenario che ci viene in mente è una tranquilla palestra o forse un rilassante paesaggio naturale. Ma che dire di una galleria d’arte? L’Hotel Gajoen Tokyo, situato nella zona Meguro della capitale giapponese, sta tenendo sessioni di yoga in una delle sale per banchetti della struttura, che ospita circa 200 opere d’arte, tra cui dipinti, sculture in legno, lacche e intricati schermi di seta, su pareti e soffitto.
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La proprietà, che si definisce “Museum Hotel of Japan Beauty”, ha aperto le sue porte come ristorante oltre 90 anni fa con il nome di Meguro Gajoen. L’ambiente lussuoso e la miscela unica di cucina di Pechino e Tokyo che offriva gli valsero rapidamente il soprannome di “Palazzo del dio drago”, che lo portò a diventare un luogo popolare per matrimoni e altri eventi.
“Volevamo che i nostri clienti apprezzassero non solo il gusto del cibo, ma deliziassero anche i loro occhi. Così è nata la splendida sala d’arte orientale”
si legge sul sito dell’hotel. Sebbene ora sia stato trasformato in un boutique hotel, la sua missione di aiutare i suoi ospiti a rilassarsi in uno spazio elegante rimane intatta, come dimostrano le sessioni di “yoga mattutino” che offre nella sua bellissima sala per banchetti ricca di opere d’arte.
“Una volta entrato, ti sembrerà di essere tornato indietro nel tempo in uno spazio diverso”, assicura l’hotel. Si possono ammirare diverse opere d’arte mentre si rafforza il proprio corpo: anche nella posizione del cane rivolto verso l’alto, è possibile ammirare l’arte sul soffitto. Queste sessioni di yoga sono guidate dall’istruttore Hikari Profile e si svolgono ogni mercoledì e venerdì alle 7:30. Mentre sono gratuite per gli ospiti dell’hotel, coloro che non soggiornano possono prendere parte alle lezioni per ¥ 7.000 (€50) a sessione, che include una colazione occidentale.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.