Sospesa tra le acque cristalline del mare Adriatico e i ricordi millenari di una storia che ha visto passare imperatori e crociati, Brindisi si rivela come una delle città più affascinanti del Sud Italia. Questo antico porto pugliese, da sempre crocevia di culture e civiltà, custodisce tesori archeologici straordinari e offre al viaggiatore moderno l’opportunità di ripercorrere le orme della storia antica in un contesto urbano sorprendentemente vivo e autentico.
La città si distende lungo il porto naturale più importante dell’Adriatico meridionale, quello stesso bacino che per secoli ha accolto le navi dirette verso l’Oriente e che oggi accoglie i visitatori con la stessa ospitalità che caratterizzava i mercanti di un tempo. Passeggiando per le sue strade, si respira un’atmosfera unica dove il tempo sembra essersi fermato in alcuni angoli medievali, mentre in altri pulsa la vita contemporanea di una città portuale moderna e dinamica.
La fine del mondo romano: le colonne della Via Appia
Le colonne romane, guardiane del porto
Le Colonne Romane di Brindisi rappresentano uno dei monumenti più emblematici e storicamente significativi dell’intera Puglia. Poste alla fine della famosa Via Appia romana, queste antiche strutture marmoree si ergono maestose sulla scalinata che conduce al porto, offrendo uno spettacolo che ha ammaliato viaggiatori per oltre duemila anni.
In origine erano due colonne gemelle, un unicum nel panorama architettonico dell’antichità, ma oggi ne rimane integra soltanto una, alta circa diciotto metri, mentre dell’altra si conserva solo la base dopo il crollo avvenuto nel 1528. La colonna superstite, realizzata in marmo bianco di Proconneso, presenta un capitello decorato con quattro figure antropomorfe che rappresentano le divinità romane: Nettuno rivolto verso il mare, Giove sul lato opposto, Marte e Minerva sui lati laterali.
Il significato simbolico di queste colonne ha alimentato diverse interpretazioni storiche. Secondo alcuni studiosi, esse indicavano la fine del mondo allora conosciuto, a somiglianza delle più famose colonne poste in Africa e in Spagna, sull’attuale stretto di Gibilterra. Altri storici sostengono invece che fossero un riconoscimento della fedeltà dei brindisini all’Impero Romano, specialmente dopo gli eventi del 214 a.C. Qualunque sia la loro origine precisa, le colonne costituiscono un punto di riferimento iconico che ha attraversato i millenni, diventando il simbolo stesso della città già dal XIV secolo.
La posizione strategica delle colonne, che dominano l’intero bacino portuale da una posizione sopraelevata, permetteva ai naviganti di riconoscere Brindisi da lontano e di orientarsi nell’approdo. Ancora oggi, questo panorama regala ai visitatori una vista mozzafiato sul porto e sul mare, particolarmente suggestiva durante il tramonto quando la luce dorata si riflette sulle acque e sulle antiche pietre.
Il museo archeologico Francesco Ribezzo
A pochi passi dalle colonne romane, il Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo custodisce una delle collezioni archeologiche più importanti della Puglia meridionale. Il museo è a ingresso gratuito e presenta nelle sue sale principali testimonianze della remota antichità dei popoli pugliesi autoctoni antecedenti l’arrivo dei Romani.
Il fiore all’occhiello della collezione sono senza dubbio i bronzi di Punta del Serrone, straordinarie statue in bronzo ripescate dal mare che testimoniano l’abilità artistica dell’antichità classica. Tra questi spicca la statua di un giovane atleta in posizione di riposo, opera di eccezionale bellezza che dimostra il livello artistico raggiunto nell’antica Brundisium. Le sale del museo ospitano anche ceramiche messapiche, monete antiche, epigrafi e reperti che raccontano la vita quotidiana di una città che per secoli è stata il principale punto di contatto tra l’Occidente romano e l’Oriente greco-bizantino.
La collezione numismatica del museo è particolarmente ricca e include monete che testimoniano i rapporti commerciali di Brindisi con tutto il Mediterraneo antico. Attraverso questi piccoli oggetti metallici si può ricostruire la storia economica e politica di una città che ha sempre vissuto guardando al mare e ai mercati internazionali.
Il centro storico medievale
La cattedrale romanica e il tempio di San Giovanni al Sepolcro
Il Duomo di Brindisi, dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria, rappresenta uno degli edifici religiosi più significativi della Puglia medievale. La cattedrale attuale, ricostruita nel XVIII secolo dopo il terremoto del 1743, conserva ancora elementi dell’originaria struttura romanica del XII secolo, in particolare il pavimento musivo di straordinaria bellezza che racconta storie bibliche attraverso tessere policrome.
La facciata neoclassica nasconde un interno ricco di opere d’arte e di storia. Particolarmente interessante è la cripta, che custodisce i resti di antiche strutture romane e medievali, testimoniando la continuità dell’uso religioso di questo sito attraverso i secoli. Le colonne della cripta, alcune delle quali di reimpiego romano, sostengono volte che hanno visto pregare pellegrini diretti in Terra Santa durante le Crociate.
Poco distante dalla cattedrale si trova il Tempio di San Giovanni al Sepolcro, uno dei monumenti medievali più affascinanti e misteriosi di Brindisi. Questo edificio circolare dell’XI secolo, richiama l’architettura del Santo Sepolcro di Gerusalemme e presenta caratteristiche uniche nel panorama architettonico pugliese. La struttura, con la sua pianta centrale e le sue proporzioni armoniche, fungeva da chiesa per i cavalieri templari e i pellegrini in partenza per la Terra Santa.
L’interno del tempio, sobrio ed essenziale, conserva tracce di affreschi medievali e presenta una particolare acustica che amplifica suggestivamente i suoni. La luce che filtra dalle piccole finestre crea giochi di ombre che cambiano durante la giornata, conferendo all’ambiente un’atmosfera mistica e contemplativa che trasporta il visitatore indietro nel tempo, all’epoca delle Crociate.
Il castello svevo e le fortificazioni
Il Castello Svevo di Brindisi, noto anche come Castello di Terra, si erge imponente nella parte più antica della città, testimoniando secoli di dominazioni e trasformazioni architettoniche. Costruito dall’imperatore Federico II nel XIII secolo sui resti di fortificazioni precedenti, il castello rappresentava il fulcro del sistema difensivo della città e controllava l’accesso terrestre al porto.
La struttura originaria, a pianta trapezoidale con torri angolari, ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche e ampliamenti, specialmente durante il dominio aragonese e successivamente sotto i Borboni. Oggi il castello ospita la Soprintendenza Archeologica e occasionalmente eventi culturali e mostre temporanee che permettono ai visitatori di apprezzare sia l’architettura militare medievale sia le scoperte archeologiche del territorio.
Dal cortile interno del castello si può ammirare la possente struttura muraria e immaginare la vita quotidiana di soldati e nobili che qui hanno abitato nei secoli passati. Le sale interne, quando accessibili al pubblico, mostrano interessanti elementi architettonici e offrono spunti per comprendere l’evoluzione delle tecniche costruttive militari dal Medioevo all’età moderna.
Le mura di cinta della città, di cui rimangono significativi tratti, si snodavano per diversi chilometri proteggendo il centro abitato dai pericoli che potevano giungere tanto dal mare quanto dalla terraferma. Passeggiando lungo i resti delle fortificazioni, si può ancora percepire il senso di sicurezza che queste imponenti strutture dovevano trasmettere agli abitanti medievali.
Il lungomare Regina Margherita e il porto moderno
Una passeggiata tra storia e modernità
Il Lungomare Regina Margherita costituisce il salotto buono di Brindisi, un elegante percorso pedonale che si snoda lungo il porto interno offrendo scorci panoramici di rara bellezza. Questa passeggiata, realizzata all’inizio del XX secolo durante una fase di rinnovamento urbano, rappresenta il perfetto punto di incontro tra la città storica e quella moderna.
Lungo il lungomare si alternano palazzi liberty e edifici razionalisti, testimoniando l’evoluzione architettonica della città nel corso del Novecento. Le palme che ombreggiano il percorso, piantate per richiamare l’atmosfera mediterranea, creano suggestive prospettive che si aprono sul porto, dove moderni traghetti per la Grecia si alternano a pescherecci tradizionali e imbarcazioni da diporto.
La fontana monumentale che domina una delle piazze lungo il lungomare è ornata da statue che celebrano la vocazione marinara di Brindisi. Durante le ore serali, quando l’illuminazione artificiale si riflette sulle acque del porto, la passeggiata diventa particolarmente romantica e frequentata tanto dai brindisini quanto dai visitatori che cercano un momento di relax dopo una giornata dedicata alla scoperta della città.
Dal lungomare è possibile osservare il continuo movimento del porto commerciale e turistico, che mantiene viva la tradizione marinara della città. I traghetti che collegano Brindisi con la Grecia perpetuano una tradizione di collegamenti marittimi con l’Oriente che affonda le radici nell’antichità romana, quando da qui partivano le navi dirette verso Costantinopoli e l’Asia Minore.
Tesori nascosti: le chiese rupestri di Santa Lucia
Un patrimonio medievale sotterraneo
Tra le attrazioni meno conosciute ma assolutamente imperdibili di Brindisi, le Chiese Rupestri di Santa Lucia rappresentano un tesoro di arte medievale scavato nella roccia calcarea. Questo complesso di chiese ipogee, risalenti al X-XI secolo, testimonia la presenza di una vivace comunità monastica greco-bizantina che trovò rifugio nelle grotte naturali durante le invasioni barbariche.
Il sito si compone di diverse camere scavate artificialmente, decorate con affreschi che mostrano l’influsso dell’arte bizantina filtrato attraverso la sensibilità locale. Le pitture murali, nonostante i secoli trascorsi, conservano ancora tracce dei colori originari e rappresentano scene religiose, santi e simboli cristiani che raccontano la spiritualità dell’epoca medievale.
L’accesso alle chiese rupestri richiede una visita guidata, ma l’esperienza di camminare attraverso questi spazi sacri sotterranei regala emozioni uniche. La temperatura costante delle grotte, l’umidità che conserva gli affreschi e la dimensione intima degli spazi creano un’atmosfera mistica che permette di immaginare la vita di preghiera e contemplazione dei monaci medievali.
Particolare interesse rivestono i simboli apotropaici incisi sulle pareti, testimonianza di credenze popolari che si mescolavano alla religiosità ufficiale. Le croci, le stelle e altri segni geometrici rappresentano un patrimonio di fede popolare che arricchisce la comprensione della società medievale brindisina.
Il palazzo Nervegna e la biblioteca De Leo
Il Palazzo Nervegna, sede del Museo Archeologico, merita una menzione particolare non solo per le collezioni che ospita, ma anche per la sua architettura che rappresenta un esempio interessante di edilizia nobiliare del XVIII secolo. Il palazzo, con il suo elegante cortile interno e le sue sale affrescate, racconta la storia delle famiglie patrizie brindisine che hanno contribuito allo sviluppo culturale ed economico della città.
La Biblioteca Arcivescovile Annibale De Leo, una delle più antiche e importanti della Puglia, custodisce manoscritti medievali, incunaboli e testi rari che documentano la storia locale e mediterranea. Fondata nel XVIII secolo dall’arcivescovo De Leo, la biblioteca rappresenta un centro di studi storici di primaria importanza, dove ricercatori da tutto il mondo vengono a consultare documenti unici sulla storia del Mezzogiorno d’Italia.
I manoscritti conservati nella biblioteca includono codici miniati, atti notarili medievali, cronache storiche e una ricca collezione di documenti che testimoniano i rapporti di Brindisi con Bisanzio, Venezia e l’Oriente musulmano. Questi tesori cartacei, normalmente non accessibili al pubblico turistico, vengono periodicamente esposti in mostre tematiche che permettono di apprezzare la ricchezza del patrimonio culturale brindisino.
I dintorni: itinerari tra borghi e natura
A pochi chilometri da Brindisi si aprono itinerari di straordinario interesse che permettono di approfondire la conoscenza del territorio pugliese. Ostuni, la Città Bianca distante appena 35 chilometri, offre uno dei centri storici più belli d’Italia con le sue casette imbiancate a calce che si arrampicano sulla collina dominata dalla cattedrale gotica.
Lecce, raggiungibile in quaranta minuti d’auto, stupisce per il barocco leccese delle sue chiese e palazzi, mentre Alberobello permette di ammirare i trulli, le caratteristiche abitazioni coniche patrimonio UNESCO. Per chi ama la natura, la Riserva Naturale di Torre Guaceto, a soli 15 chilometri da Brindisi, protegge un tratto di costa selvaggia con dune, macchia mediterranea e fondali marini di eccezionale bellezza.
Mesagne e il suo castello medievale, San Vito dei Normanni con il centro storico ben conservato, e Carovigno con il suo borgo antico rappresentano tappe ideali per chi vuole esplorare l’entroterra brindisino. Questi borghi conservano tradizioni artigianali, sagre paesane e un’autenticità che si sta perdendo nelle destinazioni più turistiche.
Enogastronomia: sapori tra terra e mare
La cucina brindisina rappresenta una sintesi perfetta tra i sapori del mare Adriatico e quelli della campagna pugliese. Il pesce crudo alla brindisina, marinato con olio d’oliva, limone e prezzemolo, costituisce un antipasto che esalta la freschezza del pescato locale. Le orecchiette con le cime di rapa, spesso arricchite con acciughe e peperoncino, rappresentano il piatto simbolo della tradizione contadina pugliese.
I ricci di mare, raccolti nei mesi invernali lungo la costa rocciosa, vengono gustati crudi o utilizzati per condire spaghetti e linguine. Il bombette pugliese, involtino di carne ripieno di formaggio e spezie, cotto alla griglia, rappresenta una delle specialità più apprezzate della cucina di terra. Non si può dimenticare la focaccia barese, che a Brindisi viene spesso farcita con pomodorini, olive e origano.
Tra i dolci tradizionali, spiccano i pasticciotti leccesi, le cartellate di Natale e i taralli dolci. L’olio extravergine d’oliva DOP della zona, dal sapore fruttato e leggermente piccante, accompagna ogni piatto esaltandone i sapori. I vini locali, dal Primitivo al Negroamaro, dal Malvasia Nera al Susumaniello, rappresentano l’eccellenza enologica di un territorio baciato dal sole e dalla tradizione vitivinicola millenaria.

Racconto il mondo attraverso gli occhi di chi ama scoprire, esplorare e vivere esperienze autentiche. Dalle mete più celebri a quelle meno conosciute, approfondisco culture, tradizioni, paesaggi e storie locali, offrendo ai lettori una visione completa e coinvolgente del viaggio. Mi dedico a raccontare non solo le destinazioni, ma anche i modi di viaggiare, le emozioni, i suggerimenti pratici e le tendenze che animano il settore. Con uno stile fresco e narrativo, porto alla luce dettagli unici che ispirano a partire, con curiosità e apertura mentale. Per me, il viaggio è un incontro continuo con l’altro, un arricchimento personale e una fonte inesauribile di ispirazione, e attraverso i miei articoli cerco di trasmettere questa passione a chi desidera scoprire il mondo in tutte le sue molteplici sfaccettature.Reporter appassionata di viaggi in tutte le loro sfaccettature, racconto il mondo attraverso gli occhi di chi ama scoprire, esplorare e vivere esperienze autentiche. Dalle mete più celebri a quelle meno conosciute, approfondisco culture, tradizioni, paesaggi e storie locali, offrendo ai lettori una visione completa e coinvolgente del viaggio. Mi dedico a narrare non solo le destinazioni, ma anche le modalità di viaggio, le emozioni, i consigli pratici e le tendenze che animano il settore. Con uno stile fresco e coinvolgente, porto alla luce dettagli unici che ispirano a partire con curiosità e apertura mentale. Il viaggio per me è incontro, arricchimento personale e fonte inesauribile di ispirazione, e attraverso i miei articoli trasmetto questa passione a chi desidera scoprire il mondo in tutte le sue sfumature.