Taranto emerge dalle acque cristalline del Mar Ionio come un’antica sirena che sussurra storie millenarie. Attraversata dalle onde di due mari distinti, la città spartana – unica colonia spartana costruita al di fuori dei confini greci – rivela al viaggiatore curioso un mosaico di civiltà che si intrecciano tra vicoli secolari e lungomari sospesi nel tempo. Qui, dove Mar Grande e Mar Piccolo si incontrano in un abbraccio eterno, ogni pietra narra l’epopea di Magna Grecia, mentre i profumi della cucina tradizionale pugliese si mescolano alle brezze marine che accarezzano le mura aragonesi.

La città vecchia e le sue meraviglie nascoste

Il castello aragonese e il ponte girevole

L’imponente Castello Aragonese si erge come sentinella sulla lingua di terra che separa i due mari, dominando l’orizzonte con la sua mole possente che racconta cinque secoli di storia militare e architettonica. Costruito nel XV secolo sui resti di fortificazioni precedenti, questo gigante di pietra calcarea locale custodisce nelle sue viscere storie di assedi, battaglie navali e intrighi di corte che hanno segnato il destino del Mediterraneo centrale. I bastioni poligonali, capolavoro dell’ingegneria militare rinascimentale, offrono vedute mozzafiato sui due specchi d’acqua che abbracciano la città antica, mentre le sale interne rivelano affreschi e decorazioni che testimoniano l’importanza strategica di questo avamposto nel sistema difensivo del Regno di Napoli. Il famoso ponte girevole, simbolo della città moderna, traballa leggermente sotto i piedi dei visitatori che attraversano questo gioiello di ingegneria ottocentesca, collegando il passato al presente in un equilibrio perfetto tra funzione e fascino architettonico.

La cattedrale di San Cataldo e i tesori bizantini

La Basilica Cattedrale di San Cataldo, costruita nel X secolo, rappresenta la più antica cattedrale della Puglia e si presenta come un palinsesto vivente della storia religiosa meridionale, dove ogni cappella e ogni affresco racconta secoli di devozione e arte sacra. L’edificio, che custodisce le spoglie di San Cataldo, vescovo irlandese che qui trovò la morte nell’VII secolo, mostra al visitatore attento la straordinaria fusione tra elementi bizantini, normanni e barocchi che caratterizza l’architettura pugliese medievale. La cripta paleocristiana, autentico scrigno di spiritualità, conserva mosaici e decorazioni che testimoniano i primi secoli del cristianesimo tarantino, mentre la cappella di San Cataldo custodisce preziose reliquie e manufatti che narrano la venerazione millenaria per il santo patrono. Il soffitto a cassettoni dorati della navata centrale, opera di maestranze locali del XVII secolo, crea giochi di luce che trasformano ogni celebrazione in un’esperienza mistica, mentre gli altari laterali ospitano opere d’arte di inestimabile valore che documentano l’evoluzione dell’arte sacra meridionale.

Il tempio di Poseidone e le colonne doriche

Nel cuore pulsante della città vecchia, tre colonne doriche si ergono maestose come testimoni silenziosi di un passato glorioso, rappresentando i resti del Tempio di Poseidone, considerato più antico di quelli di Paestum e Siracusa e simbolo tangibile della grandezza della Magna Grecia. Questi fusti scanalati, scolpiti nel calcare locale con una perfezione geometrica che sfida i millenni, raccontano la storia di Taras, l’antica colonia spartana fondata nell’VIII secolo a.C. secondo il mito dal figlio di Poseidone. L’area archeologica circostante rivela continuamente nuovi tesori: frammenti di ceramiche dipinte, monete antiche e resti di fondamenta che permettono agli studiosi di ricostruire la planimetria dell’antico santuario dedicato al dio del mare. La posizione strategica del tempio, affacciato direttamente sulle acque del mar Piccolo, non era casuale: qui i marinai spartani offrivano sacrifici propiziatori prima di salpare per le loro spedizioni commerciali e militari che avrebbero portato la cultura greca fino alle coste dell’Africa settentrionale. Durante le ore del tramonto, quando il sole tinge di oro le antiche pietre, è possibile percepire l’eco delle antiche preghiere che risuonano ancora tra questi resti millenari.

I tesori museali e culturali

Il MArTA e gli ori della Magna Grecia

Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto espone una delle più grandi collezioni di manufatti risalenti all’epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi ori di Taranto, custoditi in un palazzo settecentesco che un tempo ospitava il convento di San Pasquale di Baylon. Questo scrigno della memoria mediterranea raccoglie quattromila anni di storia attraverso collezioni che spaziano dalla preistoria all’epoca medievale, offrendo al visitatore un viaggio affascinante tra le civiltà che hanno plasmato l’identità del Meridione d’Italia. La sezione dedicata agli ori di Taranto costituisce il vanto assoluto del museo: diademi, orecchini, bracciali e collane realizzati con tecniche orafe di raffinatezza straordinaria testimoniano la ricchezza e il gusto estetico delle élite tarentine dell’epoca ellenistica. Le terrecotte votive della collezione Ragusa narrano invece la religiosità popolare attraverso figurine che rappresentano divinità, offerenti e scene di vita quotidiana modellate con una sensibilità artistica che anticipa i canoni estetici dell’arte classica. La Tomba dell’Atleta, ricostruita fedelmente nelle sale del museo, permette di comprendere i rituali funerari dell’aristocrazia tarantina attraverso il corredo funebre che accompagnava il defunto nel viaggio verso l’oltretomba, mentre i crateri e le anfora dipinte mostrano la maestria dei ceramisti locali nell’arte della decorazione vascolare.

Palazzo di Città e i palazzi storici del borgo

Il Borgo Nuovo, progettato con un impianto urbanistico a scacchiera dopo l’Unità d’Italia, custodisce tra le sue vie eleganti alcuni dei più significativi esempi di architettura civile ottocentesca del Mezzogiorno, con il Palazzo di Città che emerge come simbolo della rinascita tarantina post-unitaria. Questo imponente edificio neoclassico, sede dell’amministrazione comunale, presenta una facciata scandita da lesene e decorazioni che rispecchiano i canoni architettonici dell’epoca sabauda, mentre gli interni custodiscono affreschi e arredi che testimoniano l’aspirazione della borghesia locale verso i modelli culturali del Nord Italia. I palazzi liberty di Via D’Aquino e Corso Umberto narrano invece la Belle Époque tarantina attraverso decorazioni floreali, bow-window e loggiati che trasformano una passeggiata nel centro storico in un museo a cielo aperto dell’architettura di inizio Novecento. Particolare fascino esercita Palazzo Pantaleo, con la sua facciata decorata da stucchi e ceramiche policrome che riflettono l’influenza dell’Art Nouveau mediterranea, mentre Villa Peripato, circondata da un parco secolare, rappresenta l’evoluzione del gusto aristocratico locale tra Ottocento e Novecento. Le botteghe storiche che si affacciano sui portici delle vie principali conservano ancora gli arredi originali e le insegne d’epoca, creando un’atmosfera d’altri tempi che trasporta il visitatore nelle stagioni d’oro del commercio tarantino.

La concattedrale Gran Madre di Dio

Nel territorio del borgo nuovo si erge la moderna Concattedrale Gran Madre di Dio, esempio straordinario di architettura sacra contemporanea che dialoga armoniosamente con il paesaggio urbano circostante attraverso linee essenziali e materiali che richiamano la tradizione costruttiva pugliese. Questo edificio, consacrato negli anni Settanta del Novecento, rappresenta il tentativo della Chiesa locale di creare uno spazio sacro che rispondesse alle esigenze liturgiche del Concilio Vaticano II, privilegiando la semplicità delle forme e la funzionalità degli spazi celebrativi. L’interno, caratterizzato da un’aula unica che favorisce la partecipazione attiva dei fedeli, custodisce opere d’arte contemporanea commissionate ad artisti pugliesi che hanno interpretato i temi della spiritualità cristiana attraverso linguaggi espressivi moderni. Il campanile, visibile da gran parte della città, si configura come nuovo landmark urbano che compete simbolicamente con le torri medievali della città vecchia, segnando l’evoluzione dell’orizzonte tarantino nel corso del XX secolo. Le vetrate policrome, realizzate con tecniche tradizionali ma secondo un disegno astratto, creano giochi di luce che trasformano lo spazio liturgico in un’esperienza sensoriale unica, mentre l’organo a canne, capolavoro della liuteria italiana contemporanea, accompagna le celebrazioni con sonorità che spaziano dalla tradizione gregoriana alle composizioni più moderne.

I dintorni: un viaggio tra natura e archeologia

Il territorio che circonda Taranto offre al viaggiatore curioso un ventaglio di esperienze che spaziano dalle meraviglie archeologiche della Gravina di Laterza, canyon naturale che custodisce insediamenti rupestri millenari, alle spiagge incontaminate di San Pietro in Bevagna, dove il mare cristallino lambisce dune modellate dal vento jonico. Le Grotte di Castellaneta, scavate nel tufo dai monaci bizantini, rivelano affreschi e architetture rupestri che testimoniano la spiritualità medievale pugliese, mentre il Parco Archeologico di Saturo preserva i resti dell’antica Satyrion, leggendaria città dove secondo Virgilio sbarcò Enea nel suo viaggio verso Roma. Il Castello di Ginosa, arroccato su uno sperone roccioso che domina la vallata circostante, narra attraverso le sue mura il sistema difensivo medievale che proteggeva le vie di comunicazione tra l’interno e la costa, mentre i trulli di Alberobello, distanti appena un’ora di viaggio, permettono di esplorare l’architettura vernacolare pugliese più famosa al mondo. La Riserva Naturale delle Cesine, paradiso degli ornitologi, ospita durante le migrazioni centinaia di specie di uccelli acquatici che sostano nelle zone umide costiere prima di proseguire verso l’Africa, creando uno spettacolo naturale di straordinaria suggestione che si rinnova ad ogni cambio di stagione.

Sapori autentici: la tavola tarantina tra mare e terra

La cucina tarantina rappresenta una sintesi perfetta tra i doni del mare e i prodotti della terra, dove i muscoli neri allevati nel mar Piccolo costituiscono l’ingrediente protagonista di una tradizione gastronomica che affonda le radici nella cultura marinaresca locale. Le cozze pelose, così chiamate per i filamenti bruni che le ricoprono, vengono preparate arraganate con pomodoro, aglio e prezzemolo, oppure ripiene con un impasto di mollica, formaggio e aromi che esalta il sapore iodato del mollusco. L’orata in crosta di sale, pesce pregiato pescato nelle acque antistanti la città, viene cotta secondo una tecnica antica che preserva le carni delicate e i profumi marini, mentre il polpo alla pignata, cotto lentamente in pentole di terracotta con pomodorini del Salento e olive taggiasche, rappresenta il trionfo della cucina povera trasformata in prelibatezza. I taralli pugliesi, piccoli anelli di pasta lievitata aromatizzata con semi di finocchio o peperoncino, accompagnano gli aperitivi serali nelle osterie del centro storico, mentre il pasticciotto leccese, dolce di pasta frolla ripieno di crema pasticcera, conclude degnamente i pasti con la sua dolcezza avvolgente. Il primitivo di Manduria, vino rosso robusto prodotto nei vigneti circostanti, si sposa perfettamente con i sapori intensi della cucina locale, mentre l’olio extravergine di oliva DOP Terra d’Otranto condisce ogni piatto con il suo profumo fruttato che racconta millenni di olivicoltura salentina.