Nel 1977, Arthur Fonzarelli – meglio noto come “Fonzie” – schioccava le dita per far partire il jukebox e conquistava milioni di telespettatori con un semplice “ehi!” accompagnato dal pollice alzato. Era l’incarnazione della figaggine televisiva, fino a quando i produttori di Happy Days decisero di fargli saltare uno squalo con gli sci nautici. In quell’momento iconico, la coolness del personaggio si infranse come una bolla di sapone, dando origine al termine “saltare lo squalo” per descrivere il momento in cui qualcosa perde la sua magia.
Decenni dopo, mentre il mondo continua a interrogarsi su cosa renda davvero figa una persona, la scienza ha finalmente trovato alcune risposte sorprendenti che attraversano continenti e culture.
La rivoluzione scientifica del cool
Un ambizioso studio internazionale pubblicato nel Journal of Experimental Psychology: General ha coinvolto quasi 6.000 persone in tredici paesi diversi, dall’Australia alla Nigeria, dalla Cina alla Germania. I ricercatori hanno scoperto qualcosa di straordinario: nonostante le enormi differenze culturali, linguistiche e sociali che separano questi luoghi, l’idea di cosa significhi essere “cool” rimane sorprendentemente universale.
Caleb Warren, uno degli autori principali della ricerca, spiega che “cool è un’impressione che abbiamo degli altri”, ma questa impressione segue schemi incredibilmente coerenti ovunque nel mondo. La ricerca ha identificato sei tratti distintivi che caratterizzano universalmente le persone considerate fighe: sono percepite come estroverse, edoniste, potenti, avventurose, aperte alle esperienze e autonome.
Il paradosso del ribelle ammirevole
Quello che emerge dallo studio è un paradosso affascinante: essere fighi non coincide necessariamente con l’essere brave persone. Mentre le persone “cool” sono percepite come più estroverse, edonistiche, potenti, avventurose, aperte e autonome, le persone “buone” sono più conformiste, tradizionaliste, sicure, cordiali, coscienziose, gradevoli e calme.
È come se la coolness fosse intrinsecamente anticonformista, una sfida silenziosa alle norme sociali che ci attrare proprio perché rappresenta una forma di ribellione controllata. Le persone fighe non infrangono necessariamente le regole, ma le ridefiniscono con la loro sola presenza.
L’influenza globale della cultura americana
Non è un caso che la parola stessa “cool” sia di origine anglosassone e si sia diffusa in tutto il mondo. Dai blue jeans di Levi Strauss al rock’n’roll di Elvis Presley, dalla cinematografia di Hollywood alle sneakers Nike, la cultura americana ha esportato non solo prodotti, ma un intero sistema di valori legati alla coolness.
Questa egemonia culturale ha radici profonde nel XX secolo, quando gli Stati Uniti sono diventati il laboratorio mondiale dell’innovazione e della controcultura. Il jazz dei locali notturni di New York, la ribellione di James Dean, l’attitudine punk dei Ramones: ogni movimento ha contribuito a cristallizzare un’idea di figaggine che ha attraversato oceani e barriere linguistiche.
I limiti della ricerca e le domande aperte
Tuttavia, la ricerca presenta alcuni limiti significativi che meritano riflessione. I partecipanti allo studio erano tutti familiari con il termine “cool” e con i suoi contesti d’uso occidentali. Inoltre, la maggior parte delle interviste è stata condotta online, escludendo popolazioni rurali senza accesso a internet, e ha coinvolto persone relativamente giovani con un’età media intorno ai 30 anni.
Questi fattori sollevano una domanda cruciale: quanto è davvero universale la coolness, e quanto invece riflette la penetrazione globale dei modelli culturali occidentali? È possibile che in contesti culturali più isolati dall’influenza anglosassone esistano definizioni completamente diverse di ciò che rende una persona ammirevole o affascinante?
Il futuro della figaggine
Quello che lo studio rivela è che l’aspirazione alla coolness è trasversale alle classi sociali, ai livelli di istruzione e ai contesti economici. Non importa se vivi in una metropoli come Tokyo o in una città come Lagos: i tratti che ti rendono figo agli occhi degli altri seguono schemi simili.
Ma in un mondo sempre più interconnesso, dove TikTok può rendere virale un teenager di qualsiasi paese in poche ore, dove le tendenze nascono e muoiono nell’arco di settimane, la stessa natura della coolness sta evolving. Forse la vera figaggine del futuro non starà nel conformarsi a questi sei tratti universali, ma nel ridefinirli continuamente, mantenendo vivo quel senso di ribellione creativa che ha sempre caratterizzato chi riesce davvero a essere cool.
Come disse una volta il filosofo francese Jean Baudrillard: “Il cool è una forma di seduzione che non si svela mai completamente”. E forse è proprio in questo mistero che risiede il suo fascino eterno.

Direttore editoriale di nonewsmagazine.com | Il magazine dell’ozio e della serendipità.
Direttore responsabile di No News | La free press dell’ozio milanese.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare agli amori sofferti tra le campagne inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo, c’è chi lo chiama “il fondamentalista del Loggione”. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita, tuttavia, rimane la Tosca.