A’ Riccione nasce a Milano come trattoria nel lontano 1926, in Via Taramelli, luogo che ancora oggi accompagna la vita del capoluogo meneghino deliziando i propri avventori con i suoi tipici piatti legati alla tradizione.
Da allora fino ai giorni nostri, in questo ristorante, in ogni piatto, un solo protagonista: il pesce. Mai toccato o soffocato da salse inutili. Piatti di pesce che hanno conquistato una platea di pubblico eccezionale: da Federico Fellini e Giulietta Masina, Charlie Chaplin (che al a’Riccione festeggiò il suo 70º compleanno), Ornella Vanoni, Milva, Tino Scotti, Ugo Tognazzi, Adriano Celentano, Paolo Conte, il tenore Carreras. Addirittura Francis Ford Coppola e Kirk Douglas sono stati più volte al a’Riccione.
Di casa erano anche i noti giornalisti Piero Ostellino e Gaetano Afeltra, Guglielmo Zucconi, Umberto Simonetta, Terzoli e Vaime, Nereo Rocco, Enrico Baj, Ottavio Missoni, Indro Montanelli e Giorgio Bocca. Gianni Brera fondò nel 1956 addirittura il suo Club del Giovedì al tavolo nº14.
Il piatto forte di questo ristorante è il crudo e in particolare il platau Royal, dispone di una grande varietà di ostriche.
A’ Riccione è un ristorante che abbina alla perfezione l’elevata qualità della cucina a base di pesce freschissimo e raffinato; il locale dal design curato e ricercato abbina esclusività ed eleganza.
L’atmosfera che si respira è intima e, nel contempo, dinamica; ideale per una cena romantica o un pranzo di lavoro, dove poter assaporare la più sofisticata cucina a base di pesce fresco. All’ingresso, troverete ad accogliervi il banco pescheria dove potete scegliere il pesce che più desiderate. Lasciatevi deliziare dal meraviglioso Gran Plateau Royal (misto di crudo) e dall’ampia scelta di ostriche.
Inoltre, il ristorante dispone anche di una ricca e varietà di vini.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.