Torino si prepara a indossare nuovamente il suo vestito più prezioso, quello che intreccia cibo, arte e bellezza in un dialogo serrato tra tradizione e innovazione. Dal 22 al 26 ottobre 2025, la città sabauda ospita la quinta edizione di Buonissima, manifestazione che negli anni si è affermata come uno degli appuntamenti gastronomici più rilevanti del panorama italiano. Ideata dai giornalisti Stefano Cavallito e Luca Iaccarino insieme allo chef Matteo Baronetto, la rassegna trasforma il capoluogo piemontese in un palcoscenico diffuso dove oltre cento cuochi provenienti da Italia ed estero animano più di 120 appuntamenti distribuiti in 70 location.

Un progetto ambizioso che non si limita a portare stelle Michelin nelle cucine torinesi, ma che costruisce un vero e proprio laboratorio del gusto capace di dialogare con musei, palazzi storici, teatri e le autentiche piole cittadine. La filosofia è chiara: celebrare l’eccellenza senza mai dimenticare le radici, far convivere il fine dining con la cucina popolare, trasformare ogni angolo della città in un’esperienza sensoriale.

Rasmus Munk e l’arte come esperienza multisensoriale

L’attesa per questa edizione si concentra soprattutto attorno a un nome: Rasmus Munk, lo chef visionario del ristorante Alchemist di Copenaghen, insignito di due Stelle Michelin e una Stella Verde, classificato all’ottavo posto nella classifica The World’s 50 Best Restaurants 2024. Sabato 25 ottobre, Munk presenta “A Taste of Alchemist” a Palazzo Saluzzo Paesana, un evento che supera i confini della gastronomia tradizionale per trasformarsi in un’esperienza immersiva tra piatti concettuali, suoni, proiezioni e performance.

La sua cucina rappresenta l’avanguardia più radicale del panorama contemporaneo, dove scienza, provocazione e narrazione si fondono in esperienze che coinvolgono tutti i sensi. La cena spettacolo prevede oltre dodici portate all’interno del settecentesco edificio progettato da Gian Giacomo Plantery, dove l’architettura barocca diventa scenografia naturale per una proposta gastronomica che ridefinisce i paradigmi del mangiare.

Il grande ritorno dei nomi stellati e delle collaborazioni internazionali

Il palinsesto di Buonissima 2025 riunisce nomi di primissimo piano come Jeremy Chan, Josean Alija, Carlo Cracco, Yannick Alléno, Donato Ascani, Ferran Adrià, Moreno Cedroni e Mariella Organi. Ma non si tratta di semplici ospitate: ogni presenza è pensata per creare dialoghi culinari autentici con il territorio torinese e i suoi interpreti.

Tra le novità più significative spicca Chef’s Table, format inedito che privilegia l’intimità e la relazione diretta tra cuochi e commensali. Il 21 ottobre, nella storica Libreria Luxemburg all’interno della Galleria Subalpina, Donato Ascani del ristorante Glam di Venezia (due Stelle Michelin nel gruppo di Enrico Bartolini) incontra Matteo Baronetto per una cena esclusiva a quattro mani che fonde sapori piemontesi e veneziani.

Altra importante novità è Bistromania, progetto che celebra l’incontro tra la cucina dei bistrot italiani e quella catalana, con cinque tra i migliori bistrot provenienti da Barcellona, Gerona, Lleida e Tarragona che dialogano con i colleghi italiani. Un ponte gastronomico che valorizza la convivialità mediterranea, dimostrando come Torino e Barcellona condividano una visione cosmopolita del gusto pur mantenendo salde le proprie identità.

Quando l’arte incontra il piatto: le location diventano protagoniste

Buonissima non sarebbe tale senza la sua capacità di valorizzare la straordinaria bellezza architettonica di Torino. L’apertura ufficiale il 22 ottobre avviene con l’Opening Dinner a Palazzo Madama, definito da Guido Gozzano “una sintesi di pietra di tutto il passato torinese”, dove dieci chef provenienti da tutta Italia presentano le loro creazioni ispirate alla mostra “Vedova Tintoretto”.

Tra le proposte inedite figura un aperitivo dedicato alla mostra del fotografo canadese Jeff Wall alle Gallerie d’Italia – Torino, dove gli ospiti iniziano con una visita esclusiva dell’esposizione per poi proseguire con un aperitivo nella sala immersiva del museo. La collaborazione con Intesa Sanpaolo e le Gallerie d’Italia si consolida, confermando l’impegno nella valorizzazione dell’arte e dei talenti attraverso il progetto Gallerie d’Italia Kitchen.

Persino i mezzi di trasporto diventano veicolo di cultura gastronomica: un tram speciale attraversa la città raccontando la ricchezza enogastronomica piemontese tra profumi e panorami urbani, trasformando il movimento in narrazione.

La doppia anima: dal fine dining alle piole autentiche

Il vero carattere di Buonissima emerge dalla sua natura sfaccettata, capace di tenere insieme mondi apparentemente distanti. Format consolidati come “Metti Torino a Cena” e “Piolissima” confermano questa doppia identità: il primo vede gli chef torinesi confrontarsi con colleghi italiani e internazionali in cene a quattro mani, mentre Piolissima celebra la cucina popolare con ventuno piole che propongono vitello tonnato, acciughe al verde e i grandi classici del territorio.

È proprio questo equilibrio tra anima pop e anima top a rendere unica la manifestazione. Le trattorie con le sedie impagliate e le perline alle pareti convivono con le sale affrescate dei palazzi nobiliari, i piatti della tradizione dialogano con le sperimentazioni d’avanguardia. Non esiste gerarchia, ma solo diversi linguaggi dello stesso amore per il cibo fatto bene.

La manifestazione si chiude domenica 26 ottobre con “Il grande pranzo della domenica” al Castello di Rivoli, omaggio alla tradizione regionale firmato da alcuni tra i più autorevoli interpreti della cucina piemontese, suggellando cinque giorni intensi con un ritorno alle radici e alla convivialità domenicale che caratterizza la cultura gastronomica del territorio.

Il Premio Bob Noto e la memoria che guarda al futuro

L’inaugurazione ufficiale il 22 ottobre alla Centrale Nuvola Lavazza prevede la consegna del Premio Bob Noto, omaggio al gastronomo e fotografo torinese scomparso nel 2017, dedicato quest’anno al tema del Talento. Il riconoscimento è stato assegnato negli anni passati ad Andoni Luis Aduriz, Massimiliano e Raffaele Alajmo, René Redzepi e Mariella Organi, nomi che rappresentano l’eccellenza e l’innovazione nel panorama gastronomico mondiale.

Come tradizione, il Ristorante Del Cambio ospita la vincitrice dell’edizione precedente, Mariella Organi, per una cena esclusiva a quattro mani che la vede protagonista insieme al marito Moreno Cedroni del bistellato Madonnina del Pescatore di Senigallia e allo chef resident Diego Giglio. Un momento che celebra la continuità tra generazioni e la capacità di trasmettere saperi e passioni.

Casa Buonissima: la piazza che democratizza il gusto

Dal 23 al 26 ottobre, Piazza Castello diventa Casa Buonissima, un’offerta gratuita con un palinsesto quotidiano di eventi pensati per immergere il pubblico nello spirito della manifestazione. Talk con giornalisti enogastronomici e chef nazionali e internazionali, show cooking, degustazioni, presentazioni di libri culinari: uno spazio democratico dove la cultura del cibo diventa accessibile a tutti.

Protagonisti anche i “Bread Bro” sabato 25 ottobre alle 10: Jacopo Pistone di Cibrario Bakery Contemporanea, Enrico Murdocco di Tellia e Sergio Scovazzo di Grano raccontano la nuova generazione dell’arte bianca, dimostrando come anche il pane possa essere veicolo di innovazione e rispetto per le materie prime.

La proposta è ampia, stratificata, pensata per intercettare curiosità e sensibilità diverse. Dai trent’euro di Piolissima ai seicento euro della cena spettacolo con Rasmus Munk (già esaurita), Buonissima costruisce un’architettura dell’offerta che premia la qualità a ogni livello di prezzo, senza mai scendere a compromessi sulla sostanza.

Un festival che guarda oltre il piatto

Quello che emerge da questa quinta edizione è la maturità di un progetto che ha trovato la propria identità senza tradire le origini. Buonissima non è solo una vetrina per grandi nomi, ma un vero e proprio ecosistema che attiva produttori, artigiani, ristoratori, promuove un turismo gastronomico consapevole e fa da ponte tra tradizione e pratiche innovative.

Nelle edizioni passate hanno partecipato chef del calibro di Massimo Bottura, Ferran e Albert Adrià, Alain Ducasse, René Redzepi, confermando come Torino sia riuscita a costruire una reputazione internazionale nel panorama della gastronomia d’eccellenza. Ma la vera forza del festival sta nella capacità di mantenere i piedi per terra, di non perdere il contatto con la città vera, con i suoi abitanti, con le sue osterie di quartiere.

Come sottolineano gli organizzatori, gli ingredienti rimangono sempre Cibo, Arte e Bellezza, che nel 2025 diventano ancora più centrali: il cibo rappresentato da un palinsesto di ospiti più ricco che mai, l’arte grazie all’ispirazione di grandi chef che dialogano con grandi artisti, e la bellezza attraverso i luoghi più iconici di Torino sempre più al centro delle esperienze.

Cinque giorni per leccarsi le dita, per scoprire angoli nascosti della città, per comprendere che la grande cucina non è un mondo elitario e distante, ma un linguaggio universale capace di emozionare, raccontare, unire. Torino diventa così laboratorio di un modello culturale dove il cibo è strumento di conoscenza e bellezza, dove ogni piatto porta con sé una storia, dove ogni incontro ai fornelli diventa occasione di crescita collettiva.