Completato il back to school, per molti ragazzi l’autunno  sarà anche “back to porn”: il mondo delle relazioni verrà affrontato avendo come unico strumento educativo alla sessualità quello della pornografia. In mancanza di attori istituzionali la ricerca di informazioni su pratiche sessuali passerà dalla rete, e il primo accesso a contenuti porno arriverà prima dei 13 anni. Consapevole dei pericoli che la situazione comporta,  Loveby – community di attivisti e creativi digitali in ambito amore e relazioni – ha lanciato la campagna #HackingThePorn per sensibilizzare le persone sulla scarsità di educazione sessuale in Italia.

Loveby ha coinvolto alcuni tra i content creator explicit più noti ー tra cui Danika Mori, Sofia Bellucci, Ruber Flamma e Diana Zilli ー che hanno caricato alcuni dei loro video sulle piattaforme in versione manomessa: sono interrotti da un breve video realizzato dal sessuologo e content creator Livio Ricciardi. A lui il compito di spiegare, a chi non lo avesse chiaro, che si tratta di finzione e non di verità, che la sessualità non è solo quella che passa dai video e che i content creator non sono educatori.

L’iniziativa prende le mosse da un dato di fatto: l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non prevedere educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, e questo nonostante l’alto numero di femminicidi e un divario di genere che ci vede fanalino di coda nell’UE. Nei programmi scolastici di quasi tutta Europa c’è spazio per parlare di emozioni, relazioni e consenso, di prevenzione delle violenze, di stereotipi di genere. L’assenza di educazione trasforma la pornografia nel principale strumento formativo per bambini e ragazzi, con conseguenze pericolose: il consumo abituale di pornografia nei minori comporta maggiore sessismo nei maschi, disagio emotivo e insicurezza relazionale, oltre che una ridotta capacità di distinguere realtà da finzione.

La campagna va dritta al punto, interagendo con i fruitori proprio nel momento stesso in cui accedono ai contenuti espliciti: tanto i più giovani, che devono capire di essere di fronte a performance attoriali, quanto i loro genitori, che spesso non si rendono conto della facilità con cui i ragazzi accedono a questi contenuti.

Nel corso della prima settimana i video di Loveby hanno raggiunto 4,5 milioni di visualizzazioni, a riprova dell’interesse di genitori e figli al tema.

Credo sia importantisissimo comprendere che la pornografia non è un qualcosa di sbagliato, a patto che si possiedano i mezzi necessari per interpretarla come uno strumento ludico ー dichiara il sessuologo Livio Ricciardi ー e questo non vale per i giovanissimi che accedono alla pornografia e la usano come una piattaforma di formazione alla sessualità. Il tabù dell’educazione sessuale resta tale perché è opinione comune che debbano essere esclusivamente i genitori a spiegare e formare bambini e ragazzi sul tema; però dimentichiamo che i genitori non sono dei professionisti, degli educatori che sono formati per dare le giuste informazioni per ogni fascia di età. Non si tratta di essere espliciti, quanto piuttosto di spiegare concetti come il rispetto, il consenso, la differenza tra i corpi, i sentimenti e l’affettività.

I professionisti coinvolti hanno scelto di partecipare alla campagna in maniera del tutto gratuita ー spiega Stefano Pozzo, cofounder di Loveby ー perché ne condividono il valore sociale. Siamo davvero contenti che abbiano accettato la nostra proposta di rottura, di hacking della loro attività nel nome di una maggior tutela di giovani e giovanissimi.”