Il periodo della gravidanza è un momento particolare, che viene vissuto in modo diverso e soggettivo, anche se ci sono elementi che possono accumunare tutte le donne.
Una corretta idratazione, porta, infatti, benefici non solo alla futura mamma ma anche al feto. L’assunzione di un giusto apporto di acqua durante la dolce attesa è, infatti, essenziale, poiché il corpo della donna cambia e, con esso, anche le sue necessità.
Durante la gravidanza, le funzioni che l’acqua svolge per il corpo, come l’eliminazione delle tossine, l’aiuto alla digestione, l’assorbimento delle sostanze nutritive essenziali provenienti dalla nostra alimentazione, acquisiscono un’importanza ancora più rilevante, perché la crescita ottimale di un bambino richiede che l’organismo svolga al meglio ogni sua attività. Quando non si è correttamente idratati in gravidanza, si rischia di incorrere in infezioni alle vie urinarie, in lipotimie (sensazione di improvvisa debolezza) per ipotensione e in crampi muscolari, prevalentemente notturni.
L’acqua assume un ruolo cruciale in dolce attesa perché è necessaria anche per produrre il liquido amniotico, ovvero il fluido che circonda il feto e aiuta ad aumentare il volume del sangue necessario per la vascolarizzazione della placenta, che consente lo scambio materno-fetale delle sostanze nutritive basilari.
“La disidratazione può provocare complicazioni sia per la madre che per il feto, come un basso quantitativo di liquido amniotico, difetti del tubo neurale e rischio di parto prematuro.” – evidenzia il Professor Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e membro della International Stockholm Water Foundation. “Alle future mamme si consiglia quindi, di scegliere acque minerali bicarbonate, con un buon contenuto in calcio e un basso tenore di sodio, per contrastare l’acidità gastrica e di assumerne giornalmente circa 2 litri per mantenere l’equilibrio idrico del corpo”. Conclude Zanasi.

No#News Magazine è il periodico dell’ozio, non nell’accezione oblomoviana del temine, ma piuttosto in quella dell’Antica Roma dell’otium, ovvero del tempo (libero) da impiegare in attività di accrescimento personale. L’ozio, quale uso ponderato del tempo.
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