MONET: Senza ossessioni non sapeva proprio vivere. E sapete quale fissa gli farà compagnia fino alla fine dei suoi giorni? Le ninfee! A Giverny realizzò ben duecentocinquanta tele, anche molto grandi, riproducendo sempre lo stesso soggetto.

BOCCIONI: Così dobbiamo immaginarlo il nostro Umberto: fuori giovane vestito in modo elegante, con il colletto bianco inamidato secondo la moda dell’epoca e i capelli pettinati all’indietro con la brillantina; dentro un animo inquieto, sofferente, eternamente insoddisfatto.

MUNCH: Riesce veramente a mostrare i suoi sentimenti, le sue ossessioni, e a questo subordina tutto il resto. Solo chi riesce a sentire in modo così forte può trasmettere tanto, e per tradurre emozioni intense non c’erano altri mezzi se non le cromie esplosive.

VAN GOGH: Cosa si può fare quando la vita ci appare bloccata nel dolore? Il nostro Vincent viveva con una sofferenza che «occupa l’orizzonte a tal punto che assume le scoraggianti proporzioni del diluvio». E in questo diluvio lui aveva finito per annegare.

Van Gogh non divenne pittore per vocazione, ma per disperazione mentre cercava la sua strada.

PICASSO: Se scomponiamo e semplifichiamo un oggetto in forme geometriche, esso si può rappresentare da più punti di vista insieme. È questo l’assioma alla base di una rivoluzione incredibile: il Cubismo.

KANDINSKIJ: Dopotutto, ogni cosa ha uno strato esterno e un cuore segreto: l’arte avrebbe dovuto rivelarlo. … Voleva che la sua pittura fosse come uno strumento musicale. Che fosse in grado cioè di suscitare forti emozioni e colpire le note giuste dell’anima.

KAHLO: Dipingere significava lottare contro il nemico che mi assediava, era una chirurgia della psiche e una radiografia della mia anima. Lei che non era solita mostrarsi debole, aveva realizzato nei suoi dipinti una vita parallela fuori dal dolore del suo corpo.

DALÌ: pensava che tutto potesse essere rappresentato su tela, ma per farlo cambiava gli oggetti della quotidianità e le cose che noi conosciamo, per dar loro un significato tutto suo e adattarle alle sue idee.

WARHOL: Siccome dal mondo fuori non si sentiva ancora capito, si costruì un mondo tutto suo, quello che finì per diventare uno dei templi dell’arte newyorkese: la Factory che attirò artisti, scrittori, attori e molte personalità di New York che avevano in comune l’essere completamente fuori dagli schemi.

DUCHAMP: strano era strano, ma anche parecchio divertente. Fuori da ogni regola e soprattutto dagli schemi era considerato anche un fuoriclasse perché di fatto non era interessato a una scuola in particolare, non si legava facilmente agli altri artisti e amava distinguersi per il suo atteggiamento individualistico, provocatorio e scherzoso.

La storia di dieci grandi Artisti: da Monet a Boccioni, da Munch a Van Gogh, da Picasso a Duchamp, passando per Kandinskij, Frida Khalo, Dalì e Andy Warhol spiegati in maniera singolare da Benedetta Arefacile. Aneddoti, curiosità, segreti degli Artisti più rivoluzionari del Novecento, raccontati in un modo in cui non era mai stato fatto.

Un libro da leggere per chi è curioso, un libro da regalare ai giovani per introdurli all’arte in modo divertente, un libro per chi vuole avvicinarsi all’arte in modo semplice e ironico.

E dopo la lettura non vi resta che visitare uno dei tanti musei italiani e non, perché un quadro ha molto da raccontare più di quanto possiamo immaginare, e guardare un quadro quando si sanno i risvolti, la storia e magari qualche aneddoto curioso oppure un segreto, è sempre appagante.

Indisciplinati di Benedetta Artefacile, Viaggio tra gli Artisti ribelli
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Indisciplinati
di Benedetta Artefacile
DeAgostini – 2023  (192pp.)