Il mercato degli integratori alimentari in Italia è in costante crescita e, nonostante gli anni di pandemia, dal 2018 a oggi non ha subito arresti. Il crescente bisogno di benessere, di sentirsi in forma, di “stare bene”, ma anche la necessità di voler compensare particolari carenze figlie da uno stile di vita frenetico, spinge sempre più persone verso l’integrazione. Quel che è certo è che non devono essere assunti con superficialità. Per questo, tantissimi preferiscono acquistarli in farmacia: punto di riferimento quotidiano, il farmacista è l’interlocutore preferito quando si tratta di sciogliere dei dubbi. VitaVi ha chiesto al dottor Sandro Hassan, titolare della farmacia Tolstoj di Milano, quali siano le domande più comuni tra chi vuole approcciarsi all’integrazione ma non sa cosa fare.

Come scegliere un integratore?

L’integrazione alimentare deve rispondere ad una necessità, non vanno assunti perché sono di tendenza. “Non tutti gli integratori sono adatti a tutti. Una prima distinzione può essere fatta in base all’età o al sesso. Uomini e donne hanno esigenze funzionali diverse, che variano in base alle diverse fasi della vita“, afferma il dottor Sandro HassanDurante l’adolescenza, per esempio, le ragazze hanno maggiori necessità di ferro ed eventualmente, in concomitanza con il ciclo, di vitamine B12 e C, mentre in gravidanza la donna ha bisogno di aumentare l’assunzione di acido folico, di calcio e di vitamina DCon la menopausa compaiono invece esigenze specifiche per contrastare i sintomi tipici della perimenopausa causati dal naturale calo di estrogeni, che influiscono sia sul tono che sull’umore, oltre che per compensare eventuali carenze di calcio e vitamina D“, prosegue Hassan.

Come si riconosce un integratore di qualità?

Sia da un punto di vista legislativo, che linguistico, l’integratore non è un farmaco, ma un concentrato di sostanze nutritive il cui scopo è integrare eventuali carenze alimentari. Fortunatamente, le vigenti normative europee e nazionali limitano il rischio di acquistare prodotti poco sicuri, ma è sempre bene affidarsi ad aziende attente e rispettose della qualità delle materie primeMolte aziende si stanno orientando verso il mercato vegan in modo da poter essere accessibili a tutti. Capsule, opercoli o fiale fruibili da chiunque, non solo da chi è vegano o intollerante al lattosio, ma anche da ebrei che devono seguire un a dieta kosher e musulmani, soggetti alle certificazioni halal, che escludono particolari alimenti“, commenta Hassan. Infine, anche il dosaggio degli ingredienti influisce sulla qualità di un integratore. Assumere nutrienti o attivi in quantità non scientificamente significative può non apportare i benefici promessi e desiderati.

Di cosa diffidare?

Sicuramente è bene diffidare degli integratori alimentari che vantano proprietà miracolose, o di quelli che hanno un prezzo eccessivamente basso. A volte la presenza di ingredienti in forma maggiormente assorbibile dall’organismo può corrispondere a un prezzo più elevato. “Non di rado si può incappare in pubblicità mirabolanti che, per esempio, promettono dimagrimenti extra veloci o che migliorano la potenza virile. Ma attenzione: queste non sono altro che strategie di marketing per vendere il prodotto“, dichiara Hassan. “L’integratore alimentare non fa magie, ma può sicuramente migliorare lo stile di vita e compensare carenze nutrizionali. I benefici non saranno immediati, perché è necessario rispettare il ciclo di assunzione. Il farmacista saprà indicare la posologia corretta, la durata della terapia, il momento migliore della giornata per assumere l’integratore, se a digiuno o dopo i pasti“.