Arca

Uno spazio che somiglia a un romanzo breve — al piano terra un bistrot e cocktail bar che serve colazione, business lunch e una cena composta da piccoli piatti pensati per essere condivisi, più in là una galleria che ospita mostre e, quando cala la notte, un club che cambia ritmo e luce — tutto progettato per muoversi fra botanica urbana e design essenziale.

Il bancone si staglia rosso come una promessa, gli anelli luminosi sul muro riscrivono l’idea del bar, i tavoli invitano a conversazioni lente fra hummus speziati, tartare ben calibrate e gamberi in panko che arrivano dal menu; la carta parla di stagionalità e di piatti mediterranei pensati per dialogare con cocktail studiati come piccole scene sonore.

Si viene qui per la molteplicità delle cose — un pranzo di lavoro che non suona formale, un aperitivo che profuma di festa curata, una mostra che ferma lo sguardo — e si esce con la sensazione di aver passato qualche ora in un luogo che sa modulare il proprio tono senza urlare.