Si spengono i riflettori del Salone del Mobile 2023 e della pazza settimana della Design Week milanese, che anche in questa edizione hanno visto una incrdibile partecipazione di pubblico non professionista.

Tanto che qualcuno inizia a parlare di un’estensione della Design Week a due settimane. Con i milanesi imbottigliati nel traffico che borbottano… ma si sa, il milanese borbotta sempre ma ama il caos che rende viva la città, e anche gli aperitivi offerti dai brand.

Ma facciamo una carrellata delle cose che hanno colpito di più del vastissimo calendario di eventi della settimana del Fuorisalone.

Innanzitutto è un’occasione per vivere pienamente la città e scoprire angoli che sono sempre lì ma nel correre quotidiano, non li si è mai notati. Poi ci sono le aperture straordinarie di palazzi altrimenti chiusi, com’è tipicamente per il Palazzo Litta di cui durante l’anno ci si chiede cosa ci sia dietro l’estrosa faccita del settecentesca che si ammira camminando per Corso Magenta. Aperto grazie a Doppia Firma che con il progetto Arts&Crafts ha creato una fusione tra il design contemporaneo e le autentiche espressioni della conoscenza artigianale tradizionale provenienti da diversi continenti, tra cui Europa, Asia e America Latina. Il tema scelto è quello della giocosa, incoraggiando designer e maestri artigiani a creare opere che esprimano la loro visione attraverso l’umorismo, l’ironia, l’allusione e altro ancora.

 

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Altra tappa tipica è il Palazzo del Senato, il cui cortile interno quest’anno è stato colonizzato dal marchio americano Kohler con Come All Creators che ha installato la monumentale scultura aerea Noli Timere dell’acclamata artista Janet Echelman.

 

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In assoluto “vincitore” come attrattività è stata l’apertura unica di Palazzo Orsini di via Borgonuovo sede di Giorgio Armani, di cui i coraggiosi che hanno affrontato file di un paio d’ore hanno potuto ammirare il giardino segreto e gli arredi di preziosa fattura nella cornice delle prestigiose sale settecentesche affrescate da Luigi Canonica.

Continuando a parlare di file, anche Montenapoleone ha visto quelle di tanti fashion lovers che hanno preso alla lettera il titolo dell’esposizione Vieni a Vedere dello store di Bottega Veneta per il quale Gaetano Pesce ha realizzato un’installazione (altamente instragrammabile) in resina e tessuto in un’esperienza immersiva per i visitatori. Opera che ha fatto da cornice a una serie di borse in edizione limitata realizzate dal brand per l’artista e ispirate ai suoi disegni.

 

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Tra i tanti marchi del lusso che hanno giustamente preso parte alla Design Week, Louis Vuitton anche quest’anno ha proseguito il proprio tema del viaggio e del movimento con Objets Nomades che ha visto il cortile di Palazzo Serbelloni, un tempo salotto dell’Illuminismo lombardo, dominato da una struttura intrigante e irresistibile, progettata dall’architetto francese Marc Fornes e creata attraverso la combinazione di fogli d’alluminio anodizzato. Mentre nelle magnifiche sale sette-ottecentesche del Piano Napoleonico sono stati esposti gli “oggetti”: le rifrazioni stroboscopiche di Cocoondi Fernando e Humberto Campana, la Signature Armchair di Frank Chou, il Serpentine Table di Atelier Oi, l’Anemona di Atelier Biagetti, le Dolls di Raw Edges, solo per numinarne alcuni.

 

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Campione di questo Fuorisalone (più votato dalla design community di Fuorisalone.it) è stata Beyond the Surface del brand olandese esperto nella lavorazione di pietre naturali SolidNature che in un suggestivo e insolito percorso sotterraneo ha creato un viaggio nella formazione geologica, metamorfosi e trasformazione della pietra. I numerosi visitatori che hanno affolatto l’installazione hanno così potuto scoprire e rimanere affascinate dalle numerose declinazioni che le pietre naturali possono avere.

Non c’è dubbio che SolidNature ha pienamente raggiunto l’effetto WOW!

 

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Abbiamo visto cambiare volto all’Accademia di Brera il cui cortile è stato trasformato dal marchio tedesco di idraulica Grohe in un’immensa piscina al centro del quale imponente si spiccava la statua di Napoleone III.

 

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Dal passato al futuro, attraverso le demolizioni. L’addio alla torre di Largo Treves dell’ex palazzo comunale innalzato da Arrigo Arrighetti al posto della palazzina della vecchia Università Bocconi e ora decorato dai colori e dalle grafiche di Agostino Iacurci con un’opera che invita lo spettatore a guardare al presente per immaginare il futuro, riflettendo sulle rapide trasformazioni del nostro paesaggio.

 

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O Alcova che quest’anno ha permeato i monumentali (e leggermenti inquietanti) spazi dell’Ex-Macello di Porta Vittoria ospitando oltre 70 progetti e riunendo istituzioni, marchi nuovi e affermati, un’ampia gamma di studi di design e una sezione trasversale di talenti emergenti.

 

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Molte, moltissime le altre cose interessanti disseminate per la città.

Luogo simbolo, fulcro di tutto il Fuorisalone sono i chiostri dell’Università Statale di Milano di via Festa del Perdono che anche quast’anno hanno ospitato innumerevoli opere il cui tema è una nuova estetica della sostenibilità, la natura in città, l’intelligenza artificiale per un design innovativo e un futuro nuovo attraverso un design consapevole della Design Re-evolution, dominata dall’installazione cubica di MAD Architects Momentum che ha cercato di congelare il momento della creazione artistica, con il più semplice cubo utilizzato come vettore per intraprendere diverse forme di espressione artistica.

 

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E una riflessione sul drammi umani causati dai cataclisimi viene suscitata dalle immagini immortalate da Fabrizio Spucches accompagnate dai testi dello scrittore e giornalista Enrico Dal Buono voluta da Fondazione CESVI presso Opificio 31. Testimonianza di una normalità interrotta dalla distruzione causata dal terremoto in Turchia.

 

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Magnifiche le transizioni dei vetri e specchi incisi che si animano attraverso giochi di riflessi prospettici e materici, omaggio all’universo femminile, a firma dell’artista svizzero Simon Berger, a celebrazione di una fragilità solo apparente frutto di una percezione figurativa che eleva il vetro a opera d’arte.

 

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La maestosa e coloratavalchiria sospesa a otto metri da terra, che si estende per quasi 45 metri realizzata su misura da Joana Vasconcelos per il flagship store milanese di Roche Bobois.

 

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Le emozioni di una giornata estiva all’aria aperta in stile italiano in un lussureggiante giardino baciato dal sole in cui esplodono i colori di limoni e fiori di campo della Limonaia del marchio di arredamento outdoor Nardi.

 

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I trend di colore per la nuova stagione interpretati attraverso installazioni in plastica stampata da NOROO Group con MIRAGE.

 

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I caselli di Piazza Principessa Clotilde ravvivati e impreziositi dallo sgargante tappeto di 30 metri sormontato da una superficie riflettente dall’installazione del brand di illuminazione Ingo Maurer.

 

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In Ars Metallica, si torna alle origini dell’arte della pressatura del metallo che rappresenta il tratto distintivo di Alessi. Si è potuto ammirare l’Obget inutile a suo tempo commissionato a Salvador Dalì e una tavolata conviviale di Conversational Objects di Virgil Abloh che sceglie il tavolo da pranzo, allestito ispirandosi ad un quadro di Velasquez, come scenario perfetto per la conversazione e l’avvio di relazioni, ed eleva le posate a oggetto di design unico e moderno con un set di posate, portaposate e candelabro che celebrano l’acciaio come materiale per la sua versatilità, durata e sostenibilità.

 

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Sempre la predominanza dell’acciaio in sembianza di cactus e piante grasse tra lussureggianti arbusti nel giardino pensile in stile Majorelle su di una terrazza del Tortona Design District del progetto Iron Garden di AG&P greenscape e Max Guadagno.

 

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Fra le cose curiose fatte a questo Fuorisalone è stata la possibilità di visitare il quartier generale della rivista Toiletpaper in via Gioseppe Balzaretti progetto editoriale di Maurizio Cattelan. Un viaggio in nell’atmosfera onirica e fuori di testa che contraddistingue il medium pubblicitario.

 

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Ora, riprendiamo le forze e appuntamento dal 16 al 21 aprile 2024.