Tra esattamente 100 giorni, il 6 febbraio 2026, l’Italia tornerà a vestirsi di azzurro e di sogno. Il sipario si alzerà sui XXV Giochi Olimpici Invernali, un evento che riporta la magia dei cinque cerchi nel nostro Paese vent’anni dopo l’indimenticabile esperienza di Torino 2006. Ma questa volta sarà diverso, perché sarà la prima Olimpiade e Paralimpiade invernale diffusa, un viaggio attraverso le magnifiche montagne del Nord Italia che unirà Milano e Cortina d’Ampezzo in un abbraccio che coinvolgerà anche Valtellina, Val di Fiemme e Anterselva.

La capitale meneghina aprirà le danze con una cerimonia d’apertura che farà la storia: per la prima volta nella storia, la Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi Invernali sarà diffusa su più sedi, con lo stadio San Siro come centro nevralgico, mentre le delegazioni sfileranno anche a Cortina d’Ampezzo, Predazzo e Livigno. Un’innovazione che permetterà a tutti gli atleti di vivere l’emozione del momento più atteso, con due bracieri olimpici che illumineranno l’Arco della Pace a Milano e Piazza Dibona a Cortina.

Più di 3.500 atleti provenienti da 93 paesi si contenderanno 195 medaglie in sedici giorni di competizioni che si chiuderanno il 22 febbraio all’Arena di Verona, un palcoscenico degno della grande tradizione italiana. Dal 6 al 15 marzo, poi, sarà la volta dei Giochi Paralimpici, che vedranno gareggiare atleti straordinari in sei discipline.

Le sedici discipline che faranno battere il cuore degli appassionati

Sedici discipline olimpiche animeranno i Giochi, dalle più tradizionali alle novità assolute. Una rassegna completa che rappresenta il volto moderno dello sport invernale, dove tradizione e innovazione si fondono sulla neve e sul ghiaccio.

Lo sci alpino resta il re indiscusso delle montagne. Le gare femminili si disputeranno a Cortina d’Ampezzo, sulla pista Tofane Alpine Skiing Centre, quelle maschili a Bormio, sulla pista Stelvio Ski Centre. Cinque specialità metteranno alla prova gli atleti: discesa, Super G, slalom, slalom gigante e combinata a squadre. La Stelvio di Bormio, con i suoi 987 metri di dislivello, è teatro di imprese leggendarie e il salto di San Pietro, dove gli sciatori volano per oltre 40 metri a velocità superiori ai 140 km/h, è uno spettacolo che toglie il fiato.

Lo sci alpinismo rappresenta la grande novità di Milano Cortina 2026. Debutta nell’edizione olimpica con tre gare: sprint maschile, sprint femminile e staffetta mista. Una disciplina che affonda le radici nella tradizione alpina e che negli ultimi anni ha visto crescere esponenzialmente il numero di praticanti in Italia, dai 33.000 del 2010 ai 94.500 del 2020.

Il biathlon combina due anime apparentemente opposte: la resistenza dello sci di fondo e la precisione chirurgica del tiro a segno. La Valle d’Anterselva, nel cuore del Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina, è il tempio di questa disciplina, dove gli atleti devono controllare il respiro e il battito cardiaco dopo lo sforzo fisico per centrare bersagli a 50 metri di distanza.

Il bob evoca ricordi gloriosi per l’Italia. A Cortina 1956, tutte le medaglie azzurre arrivarono proprio da questa disciplina, con l’indimenticabile oro di Lamberto Dalla Costa e Giacomo Conti nel bob a due. Le gare si svolgeranno nel rinnovato Cortina Sliding Centre, dove le squadre sfrecceranno lungo il budello ghiacciato a velocità vertiginose.

Lo sci di fondo è poesia pura sulla neve. L’Italia vanta il numero maggiore di medaglie olimpiche in questa disciplina insieme allo sci alpino, con 36 podi totali. La Val di Fiemme, che ha ospitato tre Campionati del Mondo e oltre 400 prove di Coppa del Mondo, sarà il teatro naturale dove gli atleti lotteranno su 12 eventi olimpici.

Il curling è il gioco della strategia e della precisione millimetrica. Ogni squadra lancia otto stone verso la “casa”, il cerchio disegnato sul ghiaccio, cercando di avvicinare le proprie pietre il più possibile al centro. Dieci end decidono il vincitore, con la possibilità di un extra end in caso di parità. È uno sport che richiede concentrazione assoluta e tattica raffinata.

Il pattinaggio di figura rappresenta l’eleganza sul ghiaccio. Gli atleti si esibiscono in evoluzioni spettacolari, combinando tecnica, atletismo e sensibilità artistica. Salti tripli e quadrupli, trottole vertiginose e sequenze coreografiche emozionanti trasformano la pista in un palcoscenico di bellezza e coraggio.

Lo sci acrobatico, conosciuto anche come freestyle, è puro spettacolo. Si articola in ben 15 gare che comprendono moguls, salti (aerials), ski cross e le spettacolari evoluzioni nel big air e nell’halfpipe. Livigno ospiterà queste competizioni dove gli atleti sfideranno la gravità con manovre ardite e acrobazie mozzafiato.

L’hockey su ghiaccio è velocità, contatto fisico e strategia di squadra. Due squadre di sei giocatori si affrontano sul ghiaccio in una battaglia intensa dove ogni secondo conta. Il disco viaggia a velocità impressionanti e le azioni si susseguono con ritmo frenetico, regalando emozioni continue.

Lo slittino è una sfida contro il tempo dove i concorrenti corrono lungo la pista ghiacciata sdraiati sulla schiena, con i piedi distesi in avanti, guidando l’attrezzo spostando il peso del corpo. Le velocità raggiungono i 140 km/h e gli atleti non dispongono di freni meccanici, affidandosi solo alla loro abilità e al controllo del tracciato.

La combinata nordica unisce due anime dello sci: il salto dal trampolino e la resistenza dello sci di fondo. Prima gli atleti spicchano il volo dal trampolino di Predazzo, poi affrontano una gara di fondo a Tesero, dove il distacco accumulato nel salto si trasforma in secondi di vantaggio o svantaggio nella prova di resistenza.

Lo short track è adrenalina pura. I pattinatori sfrecciano su una pista ovale di 111,12 metri, gareggiando in gruppo a velocità elevatissime. Sorpassi azzardati, contatti fisici, cadute spettacolari: ogni gara è imprevedibile fino all’ultimo metro.

Lo skeleton è forse la disciplina più estrema. Gli atleti sono sdraiati sulla schiena su una piccola slitta con i piedi distesi davanti, a faccia in giù, lanciandosi a capofitto lungo la pista ghiacciata del Cortina Sliding Centre a velocità che sfiorano i 140 km/h, con la testa a pochi centimetri dal ghiaccio.

Il salto con gli sci è una questione di coraggio e tecnica raffinata. Le competizioni si svolgeranno al Predazzo Ski Jumping Stadium situato nella Val di Fiemme. Gli atleti si lanciano dal trampolino, cercando la combinazione perfetta tra distanza, stile e atterraggio per conquistare i giudici e il pubblico.

Lo snowboard è la disciplina della gioventù e della creatività. Debuttò a Nagano 1998 e da allora ha conquistato il pubblico olimpico con specialità come il parallel giant slalom, lo snowboard cross, lo slopestyle, l’halfpipe e il big air. Livigno sarà il palcoscenico dove i rider mostreranno il loro talento con evoluzioni aeree spettacolari.

Il pattinaggio di velocità è la corsa contro il tempo sul ghiaccio. Gli atleti sfrecciano sull’anello da 400 metri cercando di migliorare i record e conquistare medaglie in gare che vanno dai 500 metri fino ai 10.000 metri, dove la resistenza fisica e la tecnica di pattinaggio fanno la differenza.

Le leggende azzurre che hanno scritto la storia

La storia olimpica italiana sui ghiacci e sulla neve è ricca di imprese memorabili e atleti leggendari che hanno lasciato un’impronta indelebile. Alberto Tomba, soprannominato La Bomba, divenne una star internazionale per la sua personalità carismatica e la tecnica impeccabile. A Calgary 1988 realizzò un’impresa storica che fece fermare persino il Festival di Sanremo: per trasmettere in diretta la seconda manche dello slalom speciale, la Rai fermò la finale di Sanremo. L’Italia intera assistette al trionfo dell’azzurro, nacque così il mito di “Alberto Tomba-la bomba”. Conquistò cinque medaglie olimpiche, di cui tre d’oro, diventando il primo sciatore alpino italiano a vincere due ori nella stessa edizione.

Deborah Compagnoni è stata la prima atleta al mondo e unica italiana ad aver vinto una medaglia d’oro in tre diverse edizioni delle Olimpiadi invernali: supergigante ad Albertville 1992, slalom gigante a Lillehammer 1994 e ancora gigante a Nagano 1998. Nel suo palmares brillano quattro medaglie olimpiche, compreso un argento nello slalom speciale a Nagano.

Armin Zöggeler, il Cannibale dello slittino originario dell’Alto Adige, è una leggenda assoluta della disciplina. Ha partecipato a sei Olimpiadi consecutive dal 1994 al 2014, conquistando sei medaglie: due ori (Salt Lake City 2002 e Torino 2006), un argento e tre bronzi. È l’unico atleta ad aver vinto medaglie in 6 Olimpiadi consecutive nella stessa disciplina singola.

Stefania Belmondo, con 10 medaglie nello sci di fondo (2 ori, 3 argenti e 5 bronzi), è l’italiana più medagliata di sempre ai Giochi Invernali. La sua carriera olimpica si è estesa per quattro edizioni, da Albertville 1992 a Salt Lake City 2002, regalando all’Italia momenti indimenticabili.

Arianna Fontana, con 11 medaglie conquistate nello short track, è diventata l’atleta donna più medagliata nella storia dello sport italiano, estivo e invernale. A soli 16 anni esordì a Torino 2006 come la più giovane azzurra di sempre ai Giochi invernali, e ancora oggi continua a competere con il sogno di partecipare a Milano Cortina 2026, magari sdoppiandosi tra short track e pattinaggio di velocità.

Sofia Goggia è l’unica atleta della squadra femminile di sci alpino ad aver vinto una medaglia d’oro nella discesa ai Giochi Olimpici. A Pyeongchang 2018, 66 anni dopo Zeno Colò, conquistò lo storico oro in discesa. Quattro anni dopo, a Pechino 2022, dopo un recupero miracoloso da un infortunio, salì sul podio con l’argento, diventando l’unica azzurra a conquistare due medaglie consecutive in discesa.

Da Cortina 1956 a Milano Cortina 2026: settant’anni di emozioni

Il 26 gennaio 1956 è una data scolpita nella memoria sportiva italiana. Cortina d’Ampezzo aprì i battenti ai VII Giochi Olimpici Invernali con una cerimonia memorabile. Migliaia di colombe furono liberate nel cielo azzurro, sullo sfondo del Pomagagnon e del Cristallo innevati, mentre il tedoforo Guido Caroli accendeva il braciere olimpico. Un momento reso ancora più emozionante da un piccolo incidente: Caroli inciampò su un cavo (probabilmente della televisione che proprio in quell’occasione dava inizio alle sue riprese sportive su tutto il territorio nazionale), ma riuscì comunque a tenere accesa la fiamma olimpica, regalando un momento di autentica suspense.

Quei Giochi furono un trionfo organizzativo per l’Italia, anche se dal punto di vista sportivo le medaglie azzurre arrivarono tutte dal bob: un oro e due argenti nel bob, con l’Italia che chiuse solo all‘8° posto nel medagliere. Lamberto Dalla Costa e Giacomo Conti conquistarono l’oro nel bob a due, mentre Eugenio Monti, il “rosso volante”, dovette accontentarsi dell’argento sia nel bob a due che nel quattro, rimandando il suo sogno d’oro di dodici anni.

Cortina 1956 si rivelò un grande successo di immagine anche grazie alle trasmissioni televisive e all’accoglienza che la cittadina dolomitica diede agli atleti e agli ospiti. Fu il debutto dell’URSS ai Giochi Invernali e l’Austria dominò lo sci alpino con Toni Sailer, definito all’epoca il miglior sciatore di tutti i tempi.

Cinquant’anni dopo, nel 2006, Torino riportò l’Italia al centro della scena olimpica mondiale. Gli azzurri conquistarono 11 medaglie (5 ori, 0 argenti, 6 bronzi), il miglior risultato in termini di medaglie d’oro fino a quel momento. Enrico Fabris trionfò con due ori nel pattinaggio di velocità, le ragazze dello short track conquistarono la medaglia numero 100 nella storia dell’Italia alle Olimpiadi Invernali, Giorgio Di Centa vinse l’oro nella 50 km di fondo e Armin Zöggeler si confermò campione olimpico per la seconda volta consecutiva.

La più bella sorpresa arrivò dal curling maschile. Joel Retornaz, allora 23enne skip di una squadra quasi sconosciuta al Palaghiaccio di Pinerolo, oggi è ancora leader di una formazione che nel frattempo è entrata nell’elite della disciplina a livello mondiale. I Giochi di Torino furono anche un successo culturale e organizzativo che contribuì al rilancio turistico del Piemonte.

A Pechino 2022, l’Italia chiuse con 17 medaglie, seconda miglior spedizione di sempre dopo Lillehammer 1994. Gli ori arrivarono da Arianna Fontana nello short track e dalla coppia Constantini-Mosaner nel curling misto, al debutto olimpico. Dorothea Wierer divenne la prima donna italiana a vincere una medaglia individuale nel biathlon, mentre Francesca Lollobrigida regalò all’Italia le prime medaglie femminili nella storia del pattinaggio di velocità.

Il conto alla rovescia verso il futuro

Milano Cortina 2026 promette di scrivere un nuovo capitolo nella storia olimpica italiana. Gli sport in programma erano 15 a Torino e diventano 16 proprio da questa edizione, con l’introduzione dello sci alpinismo. Se a Torino gli eventi erano 84, a Milano Cortina saranno ben 116, con un importante avvicinamento all’equiparazione tra gare maschili e femminili: dalle 45 e 37 di Torino si passa alle 54 e 50 del 2026.

L’Italia si presenta all’appuntamento con grandi ambizioni. Dopo le 17 medaglie di Pechino 2022, il Coni punta a migliorare ancora, anche se il medagliere non è l’unico obiettivo. Federica Brignone, Federica Pellegrino e tanti altri campioni sono pronti a emozionare il pubblico di casa, mentre giovani promesse cercheranno di emergere sul palcoscenico più importante.

Dal 6 al 22 febbraio 2026, l’Italia tornerà a essere il centro dello sport mondiale. Le montagne del Nord si vestiranno a festa, gli impianti accoglieranno atleti da tutto il mondo e milioni di spettatori assisteranno dal vivo o attraverso gli schermi a imprese memorabili. Sarà l’occasione per dimostrare ancora una volta che l’Italia sa organizzare grandi eventi, sa accogliere il mondo con stile ed eleganza, sa regalare emozioni che rimarranno impresse nella memoria collettiva.

I bracieri olimpici si accenderanno all’Arco della Pace e in Piazza Dibona, la fiamma olimpica attraverserà le Alpi italiane in un viaggio che unirà territori, comunità e tradizioni diverse. Milano Cortina 2026 non sarà solo sport: sarà celebrazione della cultura italiana, della bellezza dei nostri paesaggi, della passione per la montagna e del calore dell’ospitalità tricolore.

Le Olimpiadi tornano a casa. E l’Italia è pronta ad accogliere il mondo a braccia aperte, con la consapevolezza che lo sport può unire i popoli, abbattere barriere e costruire ponti di amicizia e rispetto. Dal 6 febbraio 2026, le Alpi italiane diventeranno il teatro dove atleti straordinari inseguiranno i loro sogni, dove recordi saranno infranti e dove nuove leggende nasceranno.

L’appuntamento è fissato. Il conto alla rovescia è iniziato. Milano Cortina 2026 ci aspetta.