I paesi dell’Alta Langa – territorio che comprende oltre 140 comuni piemontesi tra cui Murazzano, Dogliani, Bergolo(uno dei comuni più piccoli d’Italia caratterizzato da costruzioni in pietra e da pitture che, in questo luogo circondato dalla natura, colorano le pareti di edifici pubblici e privati in un inusuale inno all’espressività), Mombarcaro – rappresentano a oggi un itinerario un po’ diverso e, proprio per questo, particolarmente affascinante e in parte ancora da scoprire. Un possibile percorso inizia dal Relais San Maurizio da cui si parte per visitare le Cattedrali sotterranee di Canelli, dove nasce la tradizione dello spumante metodo classico in Piemonte. Si prosegue verso le erte colline del Moscato d’Asti fino a Loazzolo, patria del Moscato Passito che ne porta il nome, con alcune tra le più deliziose espressioni di qualità di questo vino, tanto prezioso quanto raro. La pausa “selfie” è a Cossano Belbo sull’Altalena Gigante mentre, per un pranzo con vista su tutta la valle Belbo, la tappa obbligata è a Castino da Vola Bontà per Tutti, una giovane realtà ricca di energia e con proposte rigorosamente realizzate con ingredienti della zona. Si scende quindi verso Cortemilia, patria della Nocciola Piemonte IGP, con immancabile sosta caffè (accompagnato da qualche goloso dolce alla nocciola) nello storico bar-pasticceria Canobbio.
Per chi ama l’arte: la vista spettacolare incorniciata da montagne che si gode dalla Rocca di Roccaverano e, poco lontano, un museo d’arte contemporanea all’aperto, il Parco d’Arte Quarelli. E’ un luogo magico dove, tra una curva della collina e gli alberi di un bosco, spuntano opere d’arte incorniciate dai paesaggi mozzafiato delle valli che portano in Liguria. Da assaggiare: la Robiola di Roccaverano, sia fresca, sia stagionata. E per concludere la giornata, rientrando a Santo Stefano Belbo, aperitivo al bar Roma (meglio prenotare perché si rischia di non trovare posto).
Per quanto riguarda i sapori, “quelli dell’Alta Langa prediligono la consistenza” – afferma lo Chef Luca Zecchin del Ristorante stellato Guido da Costigliole – “Un esempio? Uovo e cavoli e spaghetti con estrazione di borlotti. Il primo è un antipasto che unisce la cremosità dell’uovo alla coque con tre diversi tipi di cavolo, dal cavolfiore condito con salsa di gorgonzola al cavolo nero; come primo, gli spaghetti cotti con l’estratto di fagioli recuperano tutta la corposità del fagiolo fondendosi in un amalgama dal sapore molto ricco e intenso per creare un contrasto con l’acidità tipica dei vini di questa zona”, tra i quali meritano una menzione, secondo il San Maurizio Wine Club, gli spumanti, che giovano della fresca acidità conferita da queste altitudini. Da segnalare anche i vini più tipici quali Dolcetto e Barbera, cresciuti su pendenze impervie di terre bianche, drenanti per l’acqua e povere di nutrienti, caratteristiche che donano eleganza e freschezza, donando ai vini dell’Alta Langa una cifra stilistica inimitabile.