Essendo di passaggio a San Francisco (USA), ho voluto approfittare dell’occasione per una veloce visita alla mostra “Wheat is Wheat is Wheat” ospitata presso il Museum of Craft and Design.
L’autore
Peddy Mergui, 45 anni, nato a Meknes (Marocco) ed emigrato ad Israele da bambino, è sempre stato affascinato da design e branding. Dopo gli studi di graphic design presso l’israeliana Holon Institute of Technology, ha fondato il suo studio di design, il Talking Brands, nel 1996 ma ah mantenuto i legami con la sua Alma Mater ove insegna ed è a capo del Dipartimento di Design. Felicemente sposato vive ad Israele con i suoi due figli.
Il concetto e la mostra
L’autore ha deciso di ripensare le confezioni di comuni generi alimentari, in un’ottica fashion, ovvero come si presenterebbero se fossero proposti da firme della monda e del design mondiale. Ecco quindi che il packaging del comune yogurt viene ripensato nello stile Tiffani&Co, la pasta alla Ferrari, le uova Versaci style ed il salame Louis Vuitton.
L’intento dell’autore è quello di esplorare i confini etici, labili e spesso sfocati tra design e cultura del consumo, al fine di portare i visitatori a riflettere sulle scelte operate giornalmente nella soddisfazione dei propri beni primari. I valori di prestigio e di lusso degli imballaggi si fondono con gli elementi grezzi del loro contenuto, materie prime ogni giorno sulle tavole di tutto il mondo, che siano esse ricche o povere.
Sicuramente un lavoro stravagante, giustamente provocatorio, ma con stile, dal piacevole colpo d’occhio!
Per chi si fosse incuriosito e si trovasse nei paraggi, la mostra rimarrà aperta fino al di 15 giugno 2015, poi si sposterà a Milano in occasione dell’Expo 2015.

Viaggiatore iperattivo, tenta di sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.