Prosegue il cartellone dei musical al Teatro Nuovo di Milano che questa volta porta in scena A Bronx Tale, versione musicale dell’omonima pièce teatrale di Chazz Palminteri (nella quale interpretava ben 35 personaggi).
Rappresentata a Los Angeles, riscosse un tale successo che nel 1993 ne venne tratto il famoso film Bronx, con Robert De Niro che curò insieme a Jerry Zaks anche la versione musicale che debuttò a Broadway nel 2007 con le musiche di Alan Menken, i testi di Glenn Slater e le coreograe di Sergio Trujillo.
Un musical che porta il pubblico sulla scala d’ingresso del Bronx degli anni ’60, dove un giovane uomo è imprigionato tra il padre che ama e il boss che gli piacerebbe essere.
Ci troviamo nel Bronx ed il gangster Sonny è il mentore di un ragazzino italiano di nome Calogero. Quando il giovane assiste ad una sparatoria, inizia il rapporto duraturo tra lui e Sonny, ma suo padre Lorenzo disapprova questo legame.
Calogero cresce sotto l’ala di entrambi gli uomini, diviso tra l’onestà paterna e l’ammirazione per Sonny. Gli amici di Calogero nel corso degli anni vengono coinvolti in furti, sparatorie e lotte a sfondo razzista. Quando il giovane si innamora di una ragazza afro-americana, le cose si complicano: la sua maturità è segnata dalla tragedia, ma Calogero si rende conto di quanti volti abbia l’amore.
Ancora una volta Claudio Insegno e il suo team tecnico ed artistico è capace di creare uno spettacolo che mantiene sempre alta l’attenzione del pubblico con 23 performer che danno vita a uno spettacolo pieno di numeri dance ad alta energia e di canzoni originali di doo-wop.
In scena solo fino al 19 maggio.

Viaggiatore iperattivo, tenta di sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.