
Ancora pochi giorni per spanciarsi dalle risate con la commedia Se devi dire una bugia dilla grossa al Teatro Manzoni. Una di quelle occasioni da non lasciarsi sfuggire!
Riprendere uno spettacolo come Se devi dire una bugia dilla grossa, cavallo di battaglia della Ditta Dorelli, Quattrini, Guida, dopo 30 anni dalla prima rappresentazione del 1986, è come avere in mano una cambiale sicurissima, sia per il pubblico che per i teatri che lo ospitano.
La solida struttura comica che caratterizza la commedia, che lo stesso Cooney aveva rappresentato allo ShaftesburyTheatre, che ha poi fatto il giro del mondo e che lo stesso Garinei ha poi portato in scena con enorme successo, è per il nostro mercato un grande ritorno.
Dopo l’ultima edizione del 2000 con Jannuzzo, Quattrini, Testi, sempre per la regia di Garinei, per festeggiare i cento anni dalla nascita di un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, la Ginevra Media Production con la direzione artistica di Gianluca Ramazzotti ha deciso di montare una nuova produzione dello spettacolo. L’allestimento è ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la hall dell’albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione. La situazione gli sfuggirà subito di mano, dando il via ad una girandola di equivoci, battibecchi e colpi di scena sempre più fitti, all’insegna del più sano divertimento.
La versione rinfrescata e attualizzata da Iaia Fiastri con un cast eccellente, vede protagonisti Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e la partecipazione di Paola Quattrini che per la terza volta interpreterà il ruolo di Natalia, la moglie dell’onorevole. Lo spettacolo inoltre vedrà la presenza di Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi già interpretato da Gloria Guida e Anna Falchi. Il cast comprende anche Nini Salerno, Sebastiano Colla e Marco Cavallaro.

Viaggiatore iperattivo, tenta di sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner.
L’opera preferita tuttavia è la Tosca, la quale si narra, ma non vi sono prove certe, lo abbia commosso fino alle lacrime…