Nel panorama dei cocktail classici americani, il Sazerac si distingue come uno dei drink più affascinanti e ricchi di storia. Questo cocktail, che affonda le sue radici nell’atmosfera vibrante della New Orleans dell’Ottocento, rappresenta molto più di una semplice miscela alcolica: è un simbolo culturale, un rito di preparazione, un’esperienza sensoriale che trasporta chi lo degusta in un’epoca in cui i caffè e le farmacie della città erano il teatro di sperimentazioni bartending all’avanguardia.

Le origini di un mito

La storia del Sazerac inizia negli anni Trenta dell’Ottocento, quando Antoine Amédée Peychaud, un farmacista di origini dominicane arrivato a New Orleans nel 1795 dopo che la sua famiglia fu costretta a fuggire dall’isola di San Domingo, gestiva la sua farmacia al numero 437 di Rue Royale. Peychaud portò con sé la ricetta segreta di un bitter elaborato dalla sua famiglia, che nel giro di qualche anno cominciò a diffondersi. Il farmacista aveva l’abitudine di intrattenere gli amici nel retrobottega, servendo loro una bevanda particolare: cognac francese mescolato al suo bitter proprietario e zucchero.

Il nome del cocktail deriva dal cognac importato francese che gli diede il nome: Sazerac de Forge et Fils, il brandy più diffuso e prestigioso nella New Orleans dell’epoca. Questa combinazione di ingredienti, servita nelle caratteristiche tazzine da cognac chiamate “coquetiers” (da cui potrebbe derivare il termine “cocktail”), conquistò rapidamente la clientela della città.

Un evento storico modificò profondamente la ricetta originale: dopo la Guerra Civile Americana, il Rye Whiskey sostituì il cognac poiché questo divenne difficile da reperire. La fillossera, un’epidemia che devastò i vigneti europei nella seconda metà dell’Ottocento, rese il cognac francese un bene raro e costoso, spingendo i bartender di New Orleans a utilizzare il whiskey di segale americano, ingrediente che oggi caratterizza la versione più diffusa del drink.

L’aggiunta dell’assenzio rappresenta un altro capitolo fondamentale della sua evoluzione. Questo liquore dall’aroma intenso e dal carattere erbaceo venne introdotto nella ricetta come rinse, ovvero una semplice sciacquatura del bicchiere, sufficiente a conferire al cocktail quelle note anisat che ne esaltano la complessità aromatica.

La ricetta classica

La preparazione del Sazerac è un vero e proprio rito, che richiede attenzione, precisione e rispetto per la tradizione. Secondo la ricetta ufficiale IBA, gli ingredienti necessari sono:

Ingredienti:

  • 50 ml di Rye Whiskey
  • 1 zolletta di zucchero (o 10 ml di sciroppo di zucchero)
  • 3 dash di Peychaud’s Bitters
  • 10 ml di Absinthe (o Herbsaint)
  • Scorza di limone

Preparazione:

Sciacquare un bicchiere old-fashioned freddo con l’assenzio, aggiungere ghiaccio tritato e metterlo da parte. Mescolare gli altri ingredienti con ghiaccio in un mixing glass. Eliminare il ghiaccio e l’assenzio in eccesso dal bicchiere preparato, filtrare il drink miscelato nel bicchiere.

La tecnica prevede l’utilizzo di due bicchieri: nel primo si versa l’assenzio e si aggiunge ghiaccio per raffreddarlo e profumarlo; nel secondo si pestano la zolletta di zucchero con il Peychaud’s Bitters, si aggiunge il whiskey e si mescola con ghiaccio. Una volta pronto, si elimina il ghiaccio e l’assenzio in eccesso dal primo bicchiere, si filtra il contenuto del secondo e si completa con una spruzzata degli oli essenziali della scorza di limone sulla superficie del drink, senza immergerla.

Il risultato è un cocktail dal colore ambrato intenso, dal profumo complesso dove emergono le note speziate del bitter, l’aroma erbaceo dell’assenzio e la rotondità del whiskey, con una chiusura agrumata data dalla scorza di limone. Al palato si presenta secco, strutturato e avvolgente, con un equilibrio perfetto tra dolcezza, amarezza e sentori alcolici.

Gli abbinamenti gastronomici

Il Sazerac, per la sua natura decisa e la sua struttura complessa, merita abbinamenti gastronomici altrettanto pensati e sofisticati. Il cocktail incarna una complessità aromatica unica che dialoga magnificamente con determinate tipologie di cibo.

È un drink secco dalla struttura complessa che funziona molto bene con i cibi grassi, come formaggi stagionati, olive, gorgonzola e pere. La componente tannica e amaricata del bitter, unita alla rotondità del whiskey, riesce infatti a sgrassare il palato e a esaltare i sapori intensi di formaggi particolarmente strutturati.

Un accostamento eccezionale è rappresentato dalle palline di Parmigiano Reggiano e Jamón Ibérico, un finger food raffinato dove la sapidità del prosciutto iberico e la grassezza del Parmigiano trovano nel Sazerac il compagno ideale, capace di pulire la bocca e preparare il palato al boccone successivo.

Altrettanto interessante è l’abbinamento con preparazioni a base di pesce grasso come salmone affumicato, sgombro marinato o ostrica cruda. Il cocktail è ottimo servito con cioccolato, formaggi e salmone, in modo da esaltarne il gusto. L’acidità del limone e le note erbacee dell’assenzio creano un contrasto armonioso con la texture burrosa di questi ingredienti.

Per chi ama gli abbinamenti speziati, il Sazerac si presta magnificamente a piatti della tradizione cajun e creola: dal gumbo alle cruditè piccanti, dalle alette di pollo glassate al barbecue ai tacos messicani. La componente alcolica e aromatica del drink riesce a stemperare il piccante e a valorizzare le spezie.

Tradizionalmente considerato un after dinner, il Sazerac trova la sua collocazione ideale a fine pasto, magari accompagnato da un boccone di cioccolato fondente amaro, che ne rispecchia l’intensità e la complessità. La sua natura digestiva, data dalla presenza del bitter, lo rende perfetto per chiudere una cena importante, trasformando il momento del cocktail in un’esperienza meditativa e appagante.