Non sapeva che di giorno quando lui non c’era prendevo i libri e ne imparavo a memoria interi paragrafi, li divoravo senza però condividere il suo ottimismo per il futuro. Per non scontrarci mascheravo il mio pessimismo ….. «E insieme alla speranza muoiono le idee, e senza idee non c’è futuro».

Nel bosco c’è la pazienza del tempo fermo, la tarantola si trova nello stesso punto del giorno prima, le zampe fuori dalla tana a prendere il calore del sole, l’allodola è di nuovo lì. È pazienza del predatore che aspetta ore e giorni, immobile, come morto, prima di attaccare; è la stessa dell’uomo che prega. Così facevamo noi, in attesa del momento giusto per colpire.

«Il bosco parla da sotto le suole.» Non c’era alternativa tra dominare ed essere dominati.

Il braccio mi fa così male. È fasciato e legato al collo ma ho paura che la ferita si stia infettando in questa cella fetente e umida. È la cella numero 13, dicono che sia la peggiore. ….. Forse l’unica salvezza è nella guerra. Ci penso mentre mi tappo il naso per il fetore della cella. Cola acqua lungo le pareti e in più punti dal soffitto. Sono già stata costretta a spostare il materasso quattro volte, per non farlo inzuppare. Questo è un posto che schifano pure i topi.

Oggi mi hanno interrogata per ore interminabili. Mi hanno domandato di tutta la mia vita, io per tagliare corto ho risposto di essere “illetterata, tessitrice, cattolica”. Questo per le loro teste ha funzionato bene. Una bracciante, che sceglie la macchia deve per forza essere un’idiota. C’era anche un giovane medico al seguito di Sirtori nella sua campagna contro il brigantaggio, ….. quest’uomo si chiama Cesare Lombroso ed è stato spedito al Sud per provare che alcuni uomini sono delinquenti per natura. Si fa mandare i teschi dei briganti decapitati per studiare le malformazioni che portano a fare la rivoluzione. Tanto meglio per me, mi sono risparmiata chiacchiere inutili visto che anche a me taglieranno la testa e presto sarà finita. Però mi dispiace che finirà sul tavolo del dottor Lombroso.

Sirtori, ha detto chiaro che potrei essere la prima donna condannata a morte dell’Italia unita.

….. A volte invece in me tutto è smisurato e credo che una vita futura sia possibile. Dentro questa schifosa cella sento crescere una tale forza da spaventarmi; vorrei rivoltare il mondo, scuoterlo, battermi per cambiare tutto. È una forza che mi abbaglia, che mi fa sentire viva. Ci dev’essere rivoluzione, e quando non c’è è meglio che il Paese si pieghi sotto un incendio prima che arrivi la notte. Così pensavo ieri, sdraiata sul mio materasso sudicio, poi mi sono addormentata.

Mi sono ritrovata scorticata a nudo, di fronte a una corazza indistruttibile.

Recensione del libro Italiana di Giuseppe Catozzella, #La quercia che conosce il sacrificio della siccità esplode libera verso il cielo riempiendo le fronde di foglie nuove

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Maria Oliverio è realmente esistita e di cui ne scrisse anche Alexandre Dumas in alcuni racconti e a cui pare si sia ispirato per scrivere Robin Hood; nacque in quella terra dimenticata pure da Dio dal nome Calabria facente parte del regno del Regno delle due Sicilie, prima dell’Unità d’Italia.

Prima di essere una brigantessa, Maria è una bambina dall’intelligenza acuta e straordinaria oltre che dotata di una profonda e disarmante sensibilità contro le ingiustizie. E Maria, nella sua breve vita, si troverà a dover sopportare molte ingiustizie e colpi bassi.

Figlia di poveri braccianti, vive ai piedi di un bosco dove ogni tanto è solita addentrarsi insieme a sua zia. Bosco che ad un certo punto diventerà la sua casa.

Va a scuola, ama leggere, è sveglia curiosa e le piace studiare, aiuta la madre, si occupa dei fratelli. Quando la sua vita pare prendere una svolta positiva perché la maestra, accortasi della sua straordinaria intelligenza si propone di pagarle le spese per l’istruzione successiva nonché preparala per gli esami che dovrà sostenere per poter essere ammessa, ecco che la vita le sconvolge il futuro.

Maria sarà costretta a smettere di studiare, inizierà a lavorare a soldo dei mezzadri del paese. Tra soprusi, sfruttamenti e miseria conoscerà l’amore per Pietro ragazzo bello, tenebroso e fortemente convinto che un futuro migliore sia possibile per la gente del suo rango.

In mezzo ci sarà l’Unità d’Italia, Garibaldi, le vane promesse e la ribellione. Perché Maria è una donna del Sud col sangue che ribolle nelle vene. Entrerà a far parte di un gruppo di briganti, a cui fa capo suo marito, nella speranza di riuscire a fare ciò che lo Stato a promesso e non mantenuto.

Diventerà la brigantessa più ricercata d’Italia, ingiustamente accusata di omicidi che non ha commesso, e altri di cui ne è l’artefice. Le verrà commutata la condanna di morte in lavori forzati a vita.

Maria non è una “brigantessa” che può esser messa in gabbia. Maria è una donna di bosco.

Perché Brigante si more!

 

Italiana
Giuseppe Catozzella
Mondadori
321 pagine

 

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