Sembrava dovesse essere l’inizio della carriera da solista di Alex Turner, invece si tratta più semplicemente del sesto album in studio degli Arctic Monkeys, dal titolo Tranquility Base Hotel & Casino.
Quando è stato chiesto al frontman del gruppo, quali fossero i motivi riguardo questo cambio in corso d’opera, la risposta è stata “perché mi piace la loro compagnia”. Aggiungendo, poi, di essersi completamente perso in questo nuovo progetto e di esser stato tirato fuori da questa situazione di stallo, dal suo chitarrista Jamie Cook.
Scordatevi pezzi come Do I Wanna Know? oppure R U Mine?. Il loro tempo ormai è passato e l’ennesima sperimentazione proposta dalla band, questa volta farà storcere il naso a molti. Spariscono quasi completamente le chitarre, sostituite dal pianoforte. Il ritmo da coinvolgente e frenetico diventa più soft, più retrò, ricreando atmosfere jazz molto anni 70. Via, perfino, ritornelli e melodie, per dare spazio al testo, alle parole ed il loro significato. Sono questi i pilastri su cui si basa la rivoluzione musicale della band.
Non piacerà subito, bisognerà ascoltarlo e riascoltarlo con attenzione, fino a quando si inizierà ad intravedere il genio di Alex Turner. Non aspettate che qualche simpatico motivetto vi entri spontaneamente in testa e vi accompagni per il resto della giornata. Non accadrà, perché Tranquility Base Hotel & Casino non vuole essere quel tipo di disco. Non vuole essere pop, nel suo significato più commerciale. Per questo motivo l’album, proprio come il vino pregiato, non è per tutti. Va gustato e assaporato, lentamente, per poterne cogliere in pieno la sua vera essenza. Tra le note “più fruttate” troviamo Star Treatment, Four Out Of Five e The Ultracheese. Noi vi garantiamo che non sa di tappo come può sembrare.