, #Boscarelli: i vini conquistano il mondo con eleganza e longevitàSono i primi anni Sessanta. Egidio Corradi, padre di Paola, carico di entusiasmo convince la figlia ed il genero Ippolito De Ferrari a trasformare un vecchio sogno in realtà: fare un buon vino a Montepulciano. Nasce così lo storia dell’azienda Boscarelli (il cui nome deriva dai Poderi Boscarelli, luogo di Cervognano dove ha sede questa realtà e che rappresentano il primo nucleo di vigneti dal quale è partita questa avventura enologica). Un investimento che muove i primi passi con le prima vigne piantate pensando ad una produzione di qualità. È il 1967 la data che vede uscire la prima bottiglia Boscarelli. «La prima produzione–ricorda Paola Corradi De Ferrari–era di duemila bottiglie. Abbiamo raddoppiato nell’anno successivo, ma siamo passati alle 30mila solo nei primi anni Settanta». Una produzione di nicchia che aveva dalla sua la volontà di far emergere le potenzialità di questo angolo di territorio. Fin dall’inizio, infatti, la scelta di Cervognano e la particolarità dei Boscarelli, erano state intuite da Egidio Corradi e dalla figlia Paola. Per questo i primi anni sono stati caratterizzati dagli investimenti in vigna ed in cantina e per la ricerca, che continua ancora oggi, delle potenzialità delle singole vigne di questa azienda e di ogni singola parcella (tanto è vero che ancora oggi, ogni singolo appezzamento porta un nome proprio perché sia riconducibile ad esso la provenienza delle uve raccolte). Nel 1984 poi l’arrivo dell’enologo Maurizio Castelli, attuale consulente di Boscarelli.

«Nel 1989 poi – ricordano Paola insieme con Luca e Nicolò, l’uno impegnato nella conduzione enologica, l’altro nella conduzione agronomica – c’è stata una svolta :l’acquisto di quella che denominammo la Vigna del Nocio ed il progressivo intensificarsi degli investimenti per raggiungere una sempre maggiore qualità nella produzione e nella realizzazione di vini che fossero una fotografia di questo territorio». La fine degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta sono stati un continuo fermento per l’azienda che ha ampliato l’estensione vitata e la cantina oltre che aver focalizzato l’attenzione sul progetto di reimpianto che a poco a poco, nel corso di circa venti anni e con la selezione dei cloni migliori porta a realizzare impianti sempre più vocati ad un’agricoltura di qualità con sesti a settemila piante per ettaro. «Questa trasformazione – dicono – ha portato la nostra azienda ad una produzione di circa 100mila bottiglie che, con l’entrata in produzione degli ultimi vigneti può farci arrivare alle circa 150mila complessive delle sette diverse etichette». Oggi Boscarelli è un marchio conosciuto nel mondo per la qualità dei suoi vini che offrono grande eleganza e longevità.
Il Nocio: emblema di terroir
La Vigna del Nocio è un luogo molto particolare. Non lontana dal corpo aziendale dei poderi Boscarelli ha, tuttavia, una sua specifica connotazione, sia dal punto di vista geomorfologico che per la sua propria ubicazione. Deriva il suo nome da un antico albero di Nocio che era al suo centro e che per una malattia e per il tempo è caduto, lasciando, però, inalterato il fascino di queste colline i cui vigneti sembrano indicare la strada per il colle di Montepulciano. Proprio in queste filari nasce l’omonimo vino, emblema della volontà della famiglia De Ferrari di fare in questa zona un prodotto che ne rispecchiasse al massimo il territorio e che ne evidenziasse le grandi potenzialità. Idea, questa, che è alla base anche delle scelta figlia di un importante percorso che l’azienda ha svolto nei suoi vini principali (come il Boscarelli) di lavorare un monocultivar da uve sangiovese. Il Nocio dunque, raccoglie l’eredità di anni di studio dei De Ferrari volti a comprendere come il Sangiovese trovasse la sua dimensione e la sua espressività in questo territorio. «Non è stata una sfida facile–commentano Paola, Luca e Nicolò–poiché ancora oggi cerchiamo di produrre un Nocio che sia figlio diretto di queste terre evidenziandone il carattere ed impegnandosi costantemente per trovare l’equilibrio tra un cultivar di grande eleganza, come appunto il Sangiovese, ma anche difficile da coltivare. Questo è sempre stato un nostro progetto fin dall’inizio. Per questo abbiamo sperimentato-prima con il Boscarelli e poi, una volta raggiunta la maturità della Vigna del Nocio, direttamente in questo prodotto–molto e continuiamo a farlo, mantenendo come base ferma la triade monovitigno, tradizione, eleganza».

Nella continua ricerca dell’eleganza e della massimo espressività del vino, dal 2010, la famiglia De Ferrari ha deciso che il Nocio dovesse riposare un anno in bottiglia in più prima di essere immesso nel circuito. Una decisione che nasce dall’osservazione e dalla continua attenzione per questo vino e dalla consapevolezza che il tempo rende il Nocio un vino ancora più elegante. «L’attenzione che mettiamo verso i nostri vini–spiegano–volge alla loro continua interpretazione. Durante tutte le fasi, dalla raccolta all’imbottigliamento li seguiamo, degustandoli per comprendere la loro crescita. Dedichiamo specialmente al Nocio attenzione nelle sue fasi di vita per avere alla fine un prodotto che prima di tutto interpreti quello che noi crediamo sia il terroir di queste vigne e di questa zona». Non è un caso, infatti, che la famiglia insieme allo staff organizzi degustazioni interne che coinvolgono anche persone appassionate per seguire il percorso del Nocio. Negli ultimi anni, poi, una serie di verticali ne hanno fatto apprezzare anche la longevità nel tempo.

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