Sono i primi anni Sessanta. Egidio Corradi, padre di Paola, carico di entusiasmo convince la figlia ed il genero Ippolito De Ferrari a trasformare un vecchio sogno in realtà: fare un buon vino a Montepulciano. Nasce così lo storia dell’azienda Boscarelli (il cui nome deriva dai Poderi Boscarelli, luogo di Cervognano dove ha sede questa realtà e che rappresentano il primo nucleo di vigneti dal quale è partita questa avventura enologica). Un investimento che muove i primi passi con le prima vigne piantate pensando ad una produzione di qualità. È il 1967 la data che vede uscire la prima bottiglia Boscarelli. «La prima produzione–ricorda Paola Corradi De Ferrari–era di duemila bottiglie. Abbiamo raddoppiato nell’anno successivo, ma siamo passati alle 30mila solo nei primi anni Settanta». Una produzione di nicchia che aveva dalla sua la volontà di far emergere le potenzialità di questo angolo di territorio. Fin dall’inizio, infatti, la scelta di Cervognano e la particolarità dei Boscarelli, erano state intuite da Egidio Corradi e dalla figlia Paola. Per questo i primi anni sono stati caratterizzati dagli investimenti in vigna ed in cantina e per la ricerca, che continua ancora oggi, delle potenzialità delle singole vigne di questa azienda e di ogni singola parcella (tanto è vero che ancora oggi, ogni singolo appezzamento porta un nome proprio perché sia riconducibile ad esso la provenienza delle uve raccolte). Nel 1984 poi l’arrivo dell’enologo Maurizio Castelli, attuale consulente di Boscarelli.
Nella continua ricerca dell’eleganza e della massimo espressività del vino, dal 2010, la famiglia De Ferrari ha deciso che il Nocio dovesse riposare un anno in bottiglia in più prima di essere immesso nel circuito. Una decisione che nasce dall’osservazione e dalla continua attenzione per questo vino e dalla consapevolezza che il tempo rende il Nocio un vino ancora più elegante. «L’attenzione che mettiamo verso i nostri vini–spiegano–volge alla loro continua interpretazione. Durante tutte le fasi, dalla raccolta all’imbottigliamento li seguiamo, degustandoli per comprendere la loro crescita. Dedichiamo specialmente al Nocio attenzione nelle sue fasi di vita per avere alla fine un prodotto che prima di tutto interpreti quello che noi crediamo sia il terroir di queste vigne e di questa zona». Non è un caso, infatti, che la famiglia insieme allo staff organizzi degustazioni interne che coinvolgono anche persone appassionate per seguire il percorso del Nocio. Negli ultimi anni, poi, una serie di verticali ne hanno fatto apprezzare anche la longevità nel tempo.

Direttore responsabile di No#News Magazine.